Nota di Radio Spada: continuiamo con questo articolo di Lorenzo Roselli la serie degli interventi a commento delle recenti e aberranti dichiarazioni attribuite a Bergoglio sulle unioni civili. Buona lettura!
di Lorenzo Roselli
Sembrerebbe che la presunta affermazione del Papa sulla bontà delle unioni civili presente nel docufilm di Evgeny Afineevsky proiettato in anteprima al Festival del Cinema di Roma, sia frutto del taglia e cuci di un’intervista alla giornalista messicana Valentina Alazraki vecchia di un anno (di cui suggeriamo comunque la visione, magari con l’ausilio di qualche amico in grado di comprendere lo spagnolo, poiché dà uno spaccato molto cristallino della “realpolitik” bergogliana e del suo trasversalismo all’interno dello scacchiere politico mondiale).
La bolla mediatica generatasi potrebbe quindi avere come fonte solamente i sottotitoli in inglese posti da Afineevksky sotto l’intervista, comparendo infatti il termine civil unions soltanto in essi mentre nell’audio non è udibile il corrispettivo spagnolo unión civil, ma si parla di generica copertura legale per convivenze.
Questo, d’altronde, spiegherebbe perché l’intervista della Alazraki non abbia avuto alcuna risonanza a un anno di distanza dalla sua diffusione.
Resta inoltre più che lecito domandarsi perché nella versione diffusa un anno fa dalla rete Noticieros Televisa e concordata con la Santa Sede, tale segmento dell’intervista sia a tutti gli effetti scomparso (ed è ravvisabile un evidente taglio nei minuti che vanno dal 57:58 a 58:06) .
Sorvolando sui pasticci giornalistici, resta dirimente il problema che un’affermazione simile (o peggiori) appaia a prescindere da tutto verosimile e ci pone un’ulteriore e fatidica domanda: ma cosa dovrebbe fare un cattolico nel caso in cui il Papa dichiarasse in pompa magna all’Angelus che le unioni civili o (poniamo a fine esemplificativo una voluta iperbole) che lo stesso matrimonio tra persone dello stesso sesso è cosa lecita ed opportuna?
Detto papale papale: nulla.
Anche qualora la dichiarazione di Papa Francesco dovesse rivelarsi “autentica” (e trattandosi dell’estrapolazione giornalistica di un documentario, ci si aspetterebbe perlomeno una prova video nei prossimi giorni), per un cattolico nulla cambierebbe e, d’altronde, nulla potrebbe mai cambiare.
Infatti il Magistero della Chiesa cattolica che inizia con la predicazione terrena di Nostro Signore Gesù Cristo non può essere contraddetto perché dotato del carisma della Verità.
Ebbene, il fatto che la persona del pontefice sia personalmente favorevole all’istituto delle unioni civili significa che esistono unioni sponsali alternative al matrimonio cattolico che la Chiesa può anche solo benedire? no (Catechismo della Chiesa cattolica, 7§1601); rende la fornicazione omoerotica non un peccato mortale che grida vendetta al cospetto del Signore? no (Ibidem (6§2359); è giunta una solenne e chiara (ciò che distingue un’affermazione di magistero ordinario da una sparata personale a tavola, per dire) dichiarazione di sconfessione di tutte le Conferenze episcopali (CEI compresa) che hanno espresso disappunto verso leggi sulle unioni civili e, nella maggior parte dei casi, hanno esortato i fedeli cattolici ad opporvisi politicamente? Anche qui, assolutamente no.
Il Papa stesso è sottomesso al Magistero vigente e non ricusabile, in specie in assenza di chiari proclami magisteriali negli ultimi decenni (prevalendo, proprio come con le Costituzioni del Concilio Vaticano II, la definizione di pastorale al posto di dogmatico).
Si plachino dunque gli animi dell’attivismo LGBTQ: smentita o meno, continueremo ad erigere barricate contro qualsiasi legislazione inerente “unioni civili omosessuali”, legge Cirinnà compresa.
E lo faremo perché è giusto, è di buonsenso e, ultimo ma non ultimo, perché ciò è previsto dal Magistero sociale della nostra Chiesa.
Precisato questo, se tale affermazione dovesse dimostrarsi veritiera e priva di smentite da parte dei Sacri Palazzi, sarebbe in ogni caso di una gravità sconcertante.
A maggior ragione se consideriamo che ancora non sono pervenute parole su quanto compiuto da una bestiale folla in Cile ai danni della Chiesa dell’Assunzione di Maria e della Parrocchia dei Carabineros di Santiago in questi giorni; scene odiose quanto agghiaccianti, che riportano la memoria collettiva alle persecuzioni anticattoliche in Spagna e Messico del secolo scorso.
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