Sintesi della 625° conferenza di formazione militante a cura della Comunità Antagonista Padana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano, non tenuta in seguito alla chiusura dell’Ateneo a causa dell’epidemia di Coronavirus, preparata nella festa di Sant’Andrea Avellino e postata nel giorno di San Martino vescovo. La 622° è stata la puntata-dibattito de “L’alabarda” dedicata alle elezioni presidenziali americane e moderata da Lorenzo Roselli, la 623° ovvero “Coronavirus e coraggio” di Simone Gambini Bolchi la potrete trovare sul canale Youtube della Comunità Antagonista Padana, la 624° è stata la puntata de l’Alabarda dedicata “Bergoglio e le unioni civili” condotta da Lorenzo Roselli e Piergiorgio Seveso. Con questa conferenza Radio Spada non intende in alcun modo prender parte alle attuali polemiche politico-medico-sanitarie, lasciando all’autore le sue pur legittime riflessioni filosofico-sociali. Relatore: Silvio Andreucci (testo raccolto a cura di Piergiorgio Seveso).
Il nuovo assetto sociale che si sta delineando, presumibilmente non solo in Italia e nei paesi europei ma su scala planetaria, a seguito della pandemia è molto ben descritto nell’opera di sociologia e filosofia della politica a cura dell’ autorevole politologo cattolico Aldo Maria Valli(1) Virus e Leviatano, edita per Liberilibri e gia’ disponibile in libreria. Assistiamo a una rivoluzione sociale pressoché inedita, a una riplasmazione dei rapporti sociali, a un rimodellamento della concezione del lavoro (preponderante affermazione dello smart-working o home-working, che dir si voglia), della cultura in generale e della scuola ( didattica a distanza), delle interrelazioni personali e di tanti altri aspetti.
A ragione si possono considerare la pandemia da coronavirus e l’ attentato delle Torri Gemelle dell’ 11 settembre 2001 i due eventi eclatanti del XXI secolo; per i quali abbiamo cambiato epoca, siamo catapultati, consapevolmente o meno in uno scenario inedito….uno scenario solo agli albori, radicalmente innovativo,per il quale non possiamo che essere impreparati
Torna d’ attualità in questo approccio salutista la filosofia politica di T. Hobbes, il Nuovo Leviatano incede, anche se riesce estremamente difficile stabilire chi possa incarnarlo. È questo il fondamentale messaggio che il dottor Aldo Maria Valli vuole trasmettere in “Virus e Leviatano” a chi abbia orecchie per intendere. In chi si incarna il Leviatano Prossimo Venturo? Nella cerchia di virologi tecnocrati maenstream? Nel nuovo contesto terapeutico generale? Ardua sentenza, non ci è dato di rispondere.
L’opera di Aldo Maria Valli preannuncia dunque il Neoleviatano e ha il merito di aver analizzato il nuovo scenario in tutte le componenti: cinismo delle istituzioni, terrorismo mediatico, distanziamento sociale, crisi della Chiesa Cattolica,etc.
Un incubo da cui si ha l’impressione di non potersi ridestare…un ircocervo di tragedia e commedia, di aspetti grotteschi e inquietanti, ecco ciò in cui si esprime il regime terapeutico, il Nuovo Leviatano. È oppressivo di oppressivita’ inedita, raffinata ma costante. Da geometra geniale, marca alla perfezione su marciapiedi, mezzi pubblici, nei supermercati segni cui far riferimento per rispettare il distanziamento sociale.
La certezza è di aver cambiato d’ epoca, ma questo ” pavor nocturnus” ad occhi aperti offre la sensazione di essere catapultati in un altro pianeta.
Riporto ora per esteso uno stralcio di “Virus e Leviatano” dell dott.Valli che in maniera organica descrive il regime terapeutico neoleviatanico; sarà poi mia cura nel corso della trattazione analizzarne le singole componenti
Scrive dunque Valli” Durante la pandemia abbiamo vissuto una forma di dispotismo condiviso e terapeutico. Le funzioni di governo sono state esercitate attraverso le decretazioni del Presidente del Consiglio che il paese tutto intero, insieme alla chiesa, ha accettato passivamente.Gli editti statali hanno assunto valore quasi religioso. La salute è stata assolutizzata, l’informazione spesso ha alimentato la paura invece di razionalizzarla e la libertà ne ha sofferto. Chi può assicurarci che ciò non si ripeterà e che lo Stato di emergenza, sostituito allo Stato di diritto, non possa essere istituzionalizzato?”
“Homo homini virus” è la convinzione di massa che giustifica l’attuale regime terapeutico, la lesione o severa restrizione delle libertà personali.
Langue la commessa dietro il bancone del supermercato a causa di un involucro di plexiglas che ne avvolge capo e collo….ma accetta in queste condizioni eccezionali tutto questo perché è convinta che alternativa non vi sia per proteggere la propria salute.
L ” homo lupus homini” di hobbesiana memoria si riconverte dunque ex abrupto nella declinazione dell” “homo virus homini”: lo stato di natura hobbesiano (2) è caos, giungla, anarchico e anonimo assetto di guerra di tutti contro tutti. Solo conferendo tramite un “contratto sociale” (che di fatto rappresenta l’unico motivo di ” democrazia” della visione politica di T.Hobbes, si tratta del momento in cui i cittadini si adunano per questo unanime conferimento di assoluta potestà) il potere assoluto a un sovrano tutti potranno avere garanzia di protezione e di uscita dallo stato di guerra di tutti contro tutti, altrimenti perpetuo.
Il Neo-Leviatano, riesumato dal regime terapeutico, presenta profonde affinità rispetto alla concezione etica- politica hobbesiana; ora le analizzo da vicino.
L’ etica hobbesiana è puramente utilitaristica- edonista e discende conseguentemente da una visione materialista-meccanicista dei fatti fisici: la cui spiegazione espunge ogni causa finale e fattore metafisico, Soprannaturale e Provvidenziale, non ritiene che le sole cause materiali ed efficienti. Da che mondo è mondo, l’agire umano non ha mai avuto come movente il perseguimento del ” Bonum commune”, ma solo l’ utile individuale.
Ma il conatus al piacere illimitato, voluntas laedendi, non regolamentato dalle istituzioni, lederebbe la sfera della libertà altrui inevitabilmente. Nella concezione di T.Hobbes si può parlare di giusnaturalismo e di ” stato di natura” soltanto in senso molto limitato, dal momento che la premessa di questo ” giusnaturalismo” è che “la conservazione della vita è il primo dei beni e la morte è il massimo dei mali naturali”(3)
Da questo stato conflittuale di natura non è possibile uscire,a giudizio di T. Hobbes, confidando nel prevalere dell’ esercizio della temperanza che Aristotele aveva definito come giusto mezzo tra opposti; nell’ ottica hobbesiana l’agire umano è catalizzato dalla passione, non già modulato dalla retta ragione; al fondo della natura umana, e più in generale del cosmo, non soggiace razionalità né azione pratica orientata al “telos”, dal momento che la razionalità politica stessa è prodotto di convenzione e costruzione artificiale (4). Per Aristotele e per l’ etica classica- scolastica al fondo della natura umana soggiace un telos e un’ armonia razionale, invece a giudizio di T. Hommes (un giudizio che sostanzialmente rimane immutato nella sua triade, de Cive, De Homine, De iure) la natura umana stessa è spesso contradditoria, nonché coacervo di pulsioni aggressive.
Al di fuori del convenzionale conferimento di assoluta potestà al Leviatano, non si avrebbe minimamente ragione di parlare di ” razionalità” nel contesto sociale… nondimeno il potere assoluto e paternalistico del Leviatano non vi apporta che una razionalità puramente artificiosa.
Il regime terapeutico Neo-leviatanico, basato sul paradigma securitario, in una sostanza di concezione molto simile, non fa minimamente affidamento sulla possibilità del prevalere della temperanza o giusto mezzo nell’ agire dei sudditi : non solo le movide del sabato sera, ma anche più semplicemente il ritrovo con amici per tenere un convegno, per passare una serata insieme al ristorante o per assistere a un opera teatrale sono indice di irresponsabilità, foriera di trasmissione del contagio.
Come il ” diritto di natura” hobbesiano non contempla che il diritto alla salvaguardia della propria vita, analogamente nel regime securitario Neo-leviatanico tutte le istanze di natura spirituale e culturale sono subordinate all’ onnipervasivo diritto-_ dovere di salvaguardare la propria nuda vita e quella altrui. È d’ uopo rimarcare tre conseguenze pesantemente nefaste, nella misura in cui concorrono a realizzare un surreale assetto di atomismo sociale allo stato puro
Iil tramonto di ogni minimo spirito comunitario
L’ etica aristotelica distingueva tra virtù dell’ amicizia ” per se” ( tra persone buone e virtuose, che si vogliono bene in maniera disinteressata) e amicizia” conseguita per accidens” sulla base di un calcolo di utilità immediata(5); nel regime terapeutico non può che sussistere questo secondo modello di rapporto: i rapporti umani perdono ogni cifra di spiritualità, sussistono esclusivamente trattative d’affari.
Vigono esclusivamente rapporti di ” amicizia per accidens”, motivati cioè dal calcolo dell’ utile.
Tramonta nel regime permeato dal paradigma securitario ogni nozione di ” Bonum commune”. Paradossalmente il ” bene comune”, se ancora una tale espressione può avere significato, contribuisce a distanziare, dal momento che per avere salvaguardata la nuda sopravvivenza, ciascuno ben deve guardarsi da ogni forma di relazione (eccezion fatta per quelle ” mercantili”) con il proprio prossimo, potenziale foriero di contagio
Il regime terapeutico Neo-leviatanico, in una civiltà già per se agnostica, secolarizzata e disperata di senso, si tinge di carattere divino, taumaturgico, apotropaico. il Neo- Leviatano è la Nuova Divinità immanente, le sue prescrizioni terapeutiche da tempo ormai hanno sostituito il decalogo della Bibbia. Irradia un ” puritanesimo” stucchevole, che naturalmente non esce dal perimetro dell’ agnosticismo e dell’ indifferentismo religioso.La proibizione motivata dall'” emergenza sanitaria” del ” consumismo di massa” non è certo finalizzata a preservare i cittadini dalla via della perdizione.
Semplicemente, è in fieri il trapasso del globalismo-liberismo su scala planetaria dalla declinazione dell’ “edonismo di massa” a quella del “distanziamento monadico”, sullo sfondo del paradigma securitario.
Ma l’edonismo e il consumismo nel regime terapeutico non scompaiono, semplicemente non appaiono più in maniera essoterica (cioè pubblica) e vengono trasposti nella sfera dell’e- commerce.
In altri casi, l'”homo ludens” digitalizza in totale isolamento narcistico la propria esistenza. Monade che chatta a distanza con altre monadi, il guadagno inevitabile sarà un’esistenza totalmente sradicata e alienata (6).Paolo Borgognone ha addirittura prospettato il paradigma prossimo venturo della ” movida a distanza” online
Come il dott.Valli non ha mancato di rimarcare in una sezione del suo lavoro, il Neo leviatanico regime terapeutico comporta gravissime limitazioni della libertà personale e delle garanzie costituzionali (per quanto beninteso non si sia dei fan della “nostra costituzione”).
E la Chiesa Cattolica postconciliare? Tace nella migliore delle ipotesi, ma il più delle volte appoggia sistematicamente il regime terapeutico. Con la moderazione caratteristica di un temperamento scevro dall’ ingiuria, con dolore sincero , il dott Valli constata la dissoluzione in caduta libera della “Chiesa di Bergoglio”, incapace di offrire parole di Vita Eterna, dimentica della dimensione della Trascendenza. Ha fatto causa comune tout court con il paradigma securitario, con la nuova fase del liberismo-globalismo la cui premessa è il distanziamento sociale. Ma questa Chiesa alla mercé dei potenti della terra, insensibile verso la Santità di Francesco d’Assisi, che accoglieva con un abbraccio il lebbroso anziché intimargli il rispetto della distanza, è lì a dimostrare che la dissoluzione postconciliare ha guadagnato ormai il momento apicale.Ma Aldo Maria Valli non è nella disposizione del livore rancoroso, ma della Misericordia e della preghiera, pur non nascondendo di essere amareggiato.
Virus è Leviatano è certamente un’opera pregevole per la sua coraggiosa impostazione antimaenstream, che arrecherà non poco disturbo a tanti benpensanti acritici sostenitori del regime terapeutico
Cari amici di Radio Spada e della C.A.P , buona lettura!
Note all’articolo ” Pansalutismo e Neo-Leviatano”
(1) Aldo Maria Valli (3 febbraio 1958) giornalista e politologo, è stato redattore dal 1980 al 1984 della rivista Ares legata all’ Opus Dei, dal 1984 al 1988 ha contribuito alla redazione di Studi Cattolici, rivista tradizionalista cattolica diretta da Cavalleri, dal 1988 al 1995 è stato cronista e caposervizio presso la Rai.
(2) T. Hobbes, De Cive, a cura di Tito Magri, editori Riuniti, Roma, 2014, I, 2, pag 80 “Se l’ uomo amasse l’ uomo naturalmente, cioè in quanto uomo, non vi sarebbe nessuna ragione perché ciascuno non dovesse amare ugualmente ciascuno altro, o perché dovesse preferire di frequentare coloro, dalla cui società possono derivare a lui onore e utile”.
Non è possibile dunque amicizia puramente disinteressata nel consorzio umano, al fondo vi è sempre il calcolo dell’utile.
A giudizio di Tito Magri, sul pessimismo antropologico hobbesiano avrebbe esercitato un influsso decisivo l’ “horror naturae” occamista, più che non lo scetticismo libertino francese Hobbes, De cive, cit… introduzione, p.14.
(3) Thomas Hobbes,De homine, XI, 6.
(4) Osserviamo dunque la concezione puramente giuspositivista hobbesiana, in contrapposizione non solo con la filosofia politica aristotelica e tomista, ma anche con il concetto groziano di ius naturae, nonché con la filosofia della libertà di Cartesio. Per Hobbes, anteriormente all’ istituzione del contratto sociale che delega la potestà assoluta al Leviatano, è infondato assumere una qualsiasi razionalità connaturata all’ umana natura.cfr. t.hobbes, De cive, cit. Introd.,p.15 Tito Magri sottolinea che la natura umana ha natura conflittuale, ma in questo conflitto le passioni prevalgono sulla ragione.
(5) Aristotele, Etica a Nicomaco, libri VIII e IX.
(6) Nel campo semantico del contesto sociale atomizzato che segue all’ emergenza sanitaria vi è una vera e propria rivoluzione a livello di codici di comunicazione. Entra in declino la funzione della mano, organo per eccellenza di un contesto comunitario, la preponderante funzione del ” gomito contro gomito” alivello di saluto e quella digitale esprimono la direttrice del distanziamento sociale.
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