Miguel Cabrera, San Francisco Javier, 1761, Universidad Iberoamericana, Ciudad de México
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Preghiera a San Francesco Saverio
Amabilissimo ed amantissimo santo, con voi riverentemente adoro la Divina Maestà, e perché sommamente mi compiaccio degli specialissimi doni di grazia, che vi ha compartiti nel tempo di vostra vita e di gloria dopo la vostra morte, Le rendo affettuosissime grazie, e vi supplico con tutto il cuore ad impetrarmi con la vostra potente intercessione la grazia importantissima di vivere e morire santamente. Vi supplico ad impetrarmi pure … (qui si chieda quella grazia e spirituale e temporale che si desidera). E se ciò non è secondo la Gloria di Dio e il bene maggiore dell’anima mia, impetratemi ciò che all’uno e all’altra è più conforme. Amen.
Pater. Ave. Gloria.

Preghiera di San Francesco Saverio per la conversione degli infedeli
Eterno Dio, Creatore di tutte le cose, ricordatevi che solo voi creaste le anime degli infedeli formandole a immagine e somiglianza vostra. Guardate Signore come in obbrobrio vostro si riempie di quelle l’inferno; ricordatevi Signore del Vostro Figlio Gesù Cristo, il quale spargendo tanto copiosamente il suo Sangue per quelle, tanto soffrì. Non permettete Signore Dio che il vostro medesimo Figliolo e Signore Nostro sia più lungamente sprezzato e ignorato dagli infedeli idolatri, anzi placato con le preghiere dei vostri eletti e della Chiesa, Sposa del benedettissimo Vostro Figlio, riguardate la vostra misericordia e bontà; e dimenticandovi della idolatria e infedeltà loro, fate che essi ancora conoscano quello che Voi inviaste, Gesù Cristo vostro Figlio e Signore nostro, che è la nostra vita e resurrezione, mediante il quale noi siamo liberi e salvi, e a cui sia gloria per gli infiniti secoli dei secoli. Così sia. (Indulgenza di 500 giorni. Indulgenza plenaria, alle solite condizioni, se recitata per un mese. Pius IX, Rescr. Manu Propr., 24 maii 1847, exhib. 30 sept. 1862; S. Paen. Ap., 6 dee. 1918 et 23 oct. 1935).

V. Ora pro nobis sancte Francisce
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus
Deus, qui beatum Franciscum Xaverium, Indiarum Apostolum, ut nomen tuum coram gentibus regibusque portaret, vas electionis efficere voluisti: concede, ut quem propagatorem gloriae tuae mirificum veneramur in terris, intercessorem salutis nostrae benefìcum mereamur in coelis. Per Christum Dominum nostrum. Amen.


INDULGENZE
In qualsivoglia giorno, di nove continui che i fedeli avranno scelto per richiedere un grazia per l’intercessione di san Francesco Saverio, usando la sopra riportata orazione, o a coloro che assisteranno alla novena celebrata in qualsiasi chiesa o pubblico oratorio, è concessa:
l’indulgenza di 3 anni;
l’indulgenza plenaria alle solite condizioni, compiuta la novena (S. C. Indulg., 23 mart. 1904; S. Paen. Ap., 20 maii 1933).
NOTA – Se per un qualsiasi impedimento non si dice la preghiera sopra riportata, è sufficiente che si dicano 5 Pater, Ave, Gloria (S. C. Indulg., 23 man. 1904).

LA NOVENA DELLA GRAZIA

La novena detta “della grazia” in onore di San Francesco Saverio si celebra solitamente a partire dal 4 marzo in preparazione della ricorrenza anniversaria della canonizzazione del Santo da parte di Gregorio XV nel 1622, che cade il 12 marzo. Si può tuttavia recitare anche in preparazione tra il 24 novembre e il 2 dicembre come preparazione alla festa del Saverio il 3 dicembre; oppure ogni qualvolta ve ne sia bisogno. Santa Teresina la pregò prima di morire per avere dal potentissimo Taumaturgo la grazia di una buona morte.
Questa piissima ed efficacissima pratica ebbe inizio a Napoli nel Seicento a seguito della miracolosa guarigione del padre gesuita Marcello Mastrilli.
L’8 dicembre 1633, celebratasi a Napoli con straordinaria pompa la festa dell’Immacolata Concezione, un martello di due libbre cadde in testa al padre Mastrilli, impegnato nella rimozione dell’apparato che ricopriva l’altare eretto nel cortile del Palazzo Reale. A seguito di questo incidente il sacerdote si ridusse in punto di morte: il 3 gennaio del 1634, ormai impedito nel parlare, ricevette l’Estrema Unzione, ma non il Santo Viatico per la difficoltà di deglutire. Tuttavia il mattino del 4 gennaio i confratelli videro dir messa colui per il quale preparavano la bara: il moribondo era tornato alla vita. Interrogato il miracolato raccontò che san Francesco Saverio gli aveva fatta la grazia dell’istantanea guarigione perché potesse prestar fede al voto che aveva fatto di partire missionario per le Indie Orientali. “Salve, o Legno della Croce! – gli fece dire il Saverio durante la visione – Salve, o Croce Preziosissima: a te io mi dono in perpetuo e supplico di largire a me, quantunque indegnissimo, la grazia di spargere il mio sangue per te, che l’Apostolo delle Indie, Francesco Saverio, anche dopo tante fatiche sofferte, non meritò di conseguire ”. E ancora: “Rinunzio ai parenti, alla propria Casa, agli amici, all’Italia, e a tutto quello che mi potesse ritardare la missione nelle Indie e mi consacro tutto alla salute delle anime presso gli Indiani, al cospetto del santo Padre Francesco”. Lo assicurò inoltre che tutti coloro che per lo spazio di 9 giorni, cominciando dal 4 di Marzo fino al 12, avessero ogni giorno implorata la sua intercessione presso Dio e si fossero confessati e comunicati in uno dei giorni di detta Novena, infallibilmente avrebbero provati gli effetti della sua protezione e avrebbero ottenuto da Dio ciò che avessero domandato per la loro salute e la di lui gloria. Il Mastrilli coltivò sempre la devozione al Saverio e specialmente la pratica di questa novena e fu sempre esaudito, soprattutto nel suo desiderio maggiore: propagare la fede in Oriente. Infatti, nonostante il caldo intervento della sua famiglia, il Padre Generale Muzio Vitelleschi, osservando che non voleva né doveva impedire l’esecuzione della volontà del Saverio, lo inviò in missione. Tre anni sigillò nel sangue l’apostolato, perché il 17 ottobre del 1637 coronava la sua vita col martirio a Nagasaki.