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Dal Manuale di Filotea del canonico Giuseppe Riva
IN OCCASIONE DI TEMPORALE
I. Pietosissimo Iddio, che quanto giustamente vi adirate per le nostre colpe altrettanto benignamente ci riguardate appena ne facciamo penitenza, piegatevi adesso alle preghiere del vostro popolo che sinceramente compunto dei proprj falli ve ne domanda perdono; e in vista della sua umiliazione e del suo ravvedimento degnatevi di preservarlo da tutti quei mali che gli minacciavano le tempestose nuvole addensate sopra il suo capo e ridonando all’aria che lo circonda la sua primitiva serenità fate che convertasi in santa allegrezza la sua presente afflizione.
Pater, Ave, Gloria
A fulgure et tempestate libera nos Domine
II. Pietosissimo Iddio, al di cui cenno si acquietano i tuoni e si estinguono i fulmini, si dissipano le gragnuole e si sciolgono in pioggia fecondatrice i turbini più minacciosi, degnatevi di purgare tutta l’aria che ne circonda da quei malefici umori che a nostro danno vi ha condensato il comun nostro nemico; e cosi risolvasi in nuovo tratto di vostra infinita misericordia ciò che era ordinato a manifestazione di vostra tremenda giustizia.
Pater, Ave, Gloria
A fulgure et tempestate libera nos Domine
III Pietosissimo Iddio, che a mostrare la vostra predilezione pel vostro popolo or lo faceste camminare nella luce mentre gli Egiziani barcollavano fra le tenebre, ora lo rallegraste col ciel sereno mentre sui Cananei infieriva una tempesta di sassi, or lo conservaste nella più florida sanità mentre i Filistei venivano travagliati dalle piaghe le più schifose; degnatevi di mostrare a noi pure la tenerezza della vostra bontà preservando noi e le nostre terre da ogni disastro che seco porta il diluviar della pioggia, l’infuriare del vento, il tempestar della grandine e lo scoppiare del fulmine da cui siam ora minacciati e cosi ai gemiti che ora mandiamo per l’apprensione dei vostri castighi succedano i cantici che vi promettiamo in ringraziamento dei vostri favori.
Pater, Ave, Gloria
A fulgure et tempestate libera nos Domine
Quindi si possono recitare le Litanie della Madonna, alcuni Pater ai Santi protettori e specialmente a Santa Barbara e Santa Irene proteggitrici contro il fulmine, a Santa Genoveffa, a S. Agapito e S. Grato intercessori di serenità. Un Angele Dei all’Angelo Custode e un De profundis per le Anime Purganti.
PER IMPETRARE LA SERENITA
Dio eterno ed onnipotente, che se faceste le acque ministre di vostra collera ora allagando con esse tutte le contrade dell’universo ed ora in esse affogando tutto l’esercito di Faraone, salvaste ancora dal diluvio il vostro fedel servo Noè e faceste camminare a piedi asciutti in mezzo alle onde sospese il vostro popolo; guardate con occhio di compassione le nostre campagne, i nostri armenti e specialmente noi tutti che fatti ad immagine vostra siamo il prezzo del sangue del vostro incarnato Unigenito. Le dirotte piogge che continuano da tanto tempo ci minacciano tutti gli orrori della carestia e della inondazione ed è da Voi solo che possiamo aspettarci l’allontanamento di quel flagello che già sentiamo fischiare sul nostro capo. Ricordatevi della promessa già fatta al santo Patriarca ripopolatore del mondo di non voler più desolare la terra colle acque del Diluvio. Sovvenitevi del comando già fatto al mare di non oltrepassare i confini da Voi prescritti e di guardarsi bene dal devastare colle sue onde i nostri campi e le nostre case. Non dimenticatevi che al vostro cenno le acque assodaronsi le mille volte per servire ai bisogni dei vostri servi e degnatevi di rinnovare per noi i prodigi della vostra onnipotenza arrestando nell’aria quelle piogge che, guastando tutti i prodotti, rovinano tutte le abitazioni e desolano tutte le famiglie. Comandate alle nubi di scomparire da tutto il nostro orizzonte. E in vista del perdono che vi chiediamo di quelle colpe che provocando la vostra collera ci resero il cielo cosi nemico, rallegrateci colla vista dell’iride, annunziatrice sicura della sospirata serenità. Cessate di lavare coll’acqua sterminatrice la nostra terra, mentre noi non cessiamo di mondare colle lagrime della penitenza le nostre anime. La serenità del cielo che imploriamo ci sia sicura caparra della vostra riconciliazione con noi. E fate che sempre più affezionandoci a Voi in vista dei nuovi beneficj che attendiamo dalla vostra misericordia, vi siamo sempre fedeli in tutti i momenti di nostra vita e cosi ci assicuriamo quel beatissimo regno ove l’aria mai non si annuvola, la gioja mai non si intorbida, l’amore mai non si intiepidisce, la gloria mai non vien meno per tutti i secoli.
Pater, Ave, Gloria