Gli altari papali sono gli altari maggiori delle Basiliche Patriarcali: San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore, San Paolo fuori le mura, San Lorenzo fuori le mura, le due basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli alla Porziuncola).
Riguardo ad essi il Codice di Diritto Canonico del 1917, eco della tradizione romana, stabiliva: “In altaribus papalibus nemo celebret sine apostolico indulto” (c. 823, n. 3). Su di esso, eccezioni fatta per il prelato che ne abbia ottenuta licenza a mezzo di una speciale bolla, può celebrare solo il Sommo Pontefice. O meglio poteva: nel 1966 Paolo VI modificò (anche) questa antichissima usanza e concesse la celebrazione sull’altare papale a varie categorie di prelati.
Di questi altari il più importante era ed è sicuramente quello di San Pietro costruito proprio sulla tomba o confessione del Principe degli Apostoli. Presso di esso si consacrava il novello Pontefice, che di Pietro riceve da Dio direttamente il primato e l’infallibilità.
Venerabilissimo era ed è anche l’altar maggiore dell’Arcibasilica Lateranense, contenente l’arca lignea che, secondo la tradizione, serviva a san Pietro e ai immediati successori per la celebrazione dei divina misteri. Su quest’arca officiava il Pontefice durante la messa in Coena Domini (vedi I riti del Giovedì Santo nella Corte Papale).
Tuttavia essi non erano i soli sui cui il Pontefice offriva il Sacrificio. Quando era in uso la liturgia stazionale la corte papale si spostava in varie chiese romane per la celebrazione dei divini misteri: Natale e Pasqua a Santa Maria Maggiore; il Mercoledì delle Ceneri a Santa Sabina sull’Aventino; in una chiesa particolare ogni giorno della quaresima; e allo stesso modo nelle feste dei Martiri presso i loro principali santuari.
Caduta poi in disuso la pratica delle stationes, anche a causa del settantennale trasferimento della Sede Apostolica ad Avignone, a partire dal secolo XIV la liturgia papale ebbe luogo prevalentemente nelle cappelle del Palazzo Apostolico e nella principale di esse la Sistina.
Qui, al netto di una costituzione di Sisto V che ripristinava l’antica usanza di celebrare i sacri riti nelle più importanti chiese di Roma, avevano luogo le Cappelle Papali delle Palme, del Giovedì Santo, del Venerdì Santo, delle Domeniche d’Avvento e di Quaresima, del Corpus Domini e così via. Inoltre va notato che non era il Pontefice a celebrare la messa, ma un Cardinale, un Patriarca o un Arcivescovo o Vescovo assistente al Soglio.
Così, raramente il Papa celebrava o assisteva alle funzioni nelle sue Basiliche Patriarcali – a Santa Maria Maggiore celebrava la messa della notte di Natale – e lo stesso accadeva nello stesso San Pietro.
Il grande pontificale del Papa nella Basilica Vaticana, eccezion fatta per le eventuali canonizzazioni, riguardava principalmente la messa del giorno di Natale, del giorno di Pasqua e della festa dei santi Pietro e Paolo. I divini misteri, con uno sfarzo che ricordava il Paradiso, venivano celebrati sull’altare di san Pietro, riservato come sopra al solo Romano Pontefice. Poteva comunque capitare che anche in queste occasioni il Papa non celebrasse personalmente il pontificale ma delegasse un Cardinale Vescovo: per esempio il pontificale per la canonizzazione di san Pio X fu celebrato non già da Pio XII, ma dal Cardinal Decano Tisserant, vescovo di Porto e Santa Rufina e di Osta.
L’altare della Confessione rimaneva così solitamente non officiato. In certi casi volutamente “non officiato” dallo stesso Papa per dar risalto alla unicità della dignità papale. Era il caso delle ordinazioni: “Le ordinazioni dei sacri leviti si celebravano di regola presso la tomba di san Pietro – nota lo Schuster – Siccome però ci si teneva a far rilevare che, sebbene tutti i membri del clero facciano capo all’Apostolo, da cui essi derivano, come da sorgente vitale, la loro podestà, tuttavia il solo Papa eredita da lui la pienezza della podestà pontificia ed il primato universale sulla Chiesa, perciò nel secolo XII solo la consacrazione pontificia si compieva regolarmente sull’altare che sovrasta l’avello dell’Apostolo, mentre le altre venivano per solito celebrate nella attigua rotonda di sant’Andrea o nell’ oratorio di san Martino”. Più recentemente si utilizzava l’altare della Cattedra o la Sistina.
Una descrizioni più accurata delle Cappelle Papali è data dal cavalier Gaetano Moroni, aiutante di camera di Gregorio XVI e Pio IX, nel suo Le cappelle pontificie cardinalizie e prelatizie (Venezia, Tipografia Emiliana, 1841).
Fonte immagine : newliturgicalmovement.org