Nicola Fumo, Inmaculada Concepción, 1704 ca., sagrario de la Iglesia de San Lorenzo, Sevilla
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Consideriamo il nostro divin Salvatore nel seno della purissima Maria madre sua; e adoriamo, con i santi Angeli, il profondo annientamento al quale si é ridotto per amor nostro. Contempliamolo mentre si offre al Padre per la redenzione del genere umano e comincia fin da allora a compiere l’ufficio di Mediatore del quale si é degnato incaricarsi. Ammiriamo con tenerezza quell’amore infinito che non é soddisfatto di quel primo atto d’abbassamento il cui merito é tanto grande che sarebbe bastato per riscattare milioni di mondi. Il Figlio di Dio vuol completare, come gli altri bambini, il soggiorno di nove mesi nel seno della Madre sua, nascere quindi nell’umiliazione, vivere nel lavoro e nella sofferenza, e farsi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce. O Gesù, sii benedetto, sii amato per tanto amore! Eccoti dunque disceso dal cielo per essere l’Ostia che sostituirà tante altre ostie sterili, con le quali non si è potuta cancellare la colpa dell’uomo. La terra porta ora il suo Salvatore, per quanto ancora non l’abbia contemplato. Dio non la maledirà, questa terra ingrata, arricchita com’è di un simile tesoro. Ma riposa ancora, o Gesù, nel casto seno di Maria, in questa vivente Arca, nel cui seno tu sei la vera Manna destinata al nutrimento dei figli di Dio. Tuttavia, o Salvatore, si appressa l’ora in cui bisognerà che tu esca da quel santuario. Invece della tenerezza di Maria, dovrai conoscere la malizia degli uomini. Ciò nonostante, te ne supplichiamo e abbiamo l’ardire di ricordartelo, è necessario che tu nasca nel giorno stabilito: è la volontà del Padre tuo, è l’attesa del mondo, è la salvezza di quelli che ti avranno amato.

(Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – I. Avvento – Natale – Quaresima – Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, pp. 295-296)