Offriamo ai Lettori le meditazioni scritte dall’abate Gueranger per l’ottava dell’Immacolata Concezione.
Consideriamo Maria Immacolata che viene al mondo nove mesi dopo la sua Concezione, e conferma di giorno in giorno le speranze della terra. Ammiriamo la pienezza di grazia che Dio aveva posta in essa, e contempliamo i santi Angeli che la circondano del loro rispetto e del loro amore, come la futura Madre di Colui che deve essere il capo della natura angelica e dell’umana. Seguiamo l’augusta Regina nel Tempio di Gerusalemme, dove viene presentata dai genitori san Gioachino e sant’Anna. Di tre anni appena, è già iniziata ai segreti del divino amore: «Mi alzavo sempre nel cuore della notte – ha detto essa stessa in una rivelazione a sant’Elisabetta d’Ungheria – e mi portavo davanti all’Altare del Tempio dove chiedevo a Dio di farmi osservare tutti i precetti della sua legge, e lo supplicavo di concedermi le grazie di cui avevo bisogno per essergli gradita. Gli chiedevo soprattutto che mi facesse vedere il tempo in cui sarebbe vissuta quella Vergine santissima che doveva dare alla luce il Figlio di Dio. Lo pregavo di serbare i miei occhi per vederla, la mia lingua per lodarla, le mie mani per servirla, i miei piedi per camminare ai suoi ordini e i miei ginocchi per adorare il Figlio di Dio fra le sue braccia».
Questa Vergine eternamente degna di lode eri tu stessa, o Maria! Ma il Signore te lo nascondeva ancora; e la tua celeste umiltà non ti avrebbe mai permesso di fermare anche per un solo istante il pensiero su così alta dignità come se potesse essere riservata a te.
Del resto, tu avevi legato la tua fede al Signore. Nel timore che la felice prerogativa di Madre del Messia recasse un disturbo, per quanto minimo, al voto di verginità che ti univa a Dio solo, tu avevi, prima ed unica tra le fanciulle d’Israele, rinunciato per sempre all’onore di pretendere a un favore così sublime. Il tuo matrimonio con il casto Giuseppe fu dunque un trionfo di più per la tua incomparabile verginità, come era, nei decreti della somma Sapienza, un modo ineffabile di assicurarti un appoggio nelle sublimi necessità che avresti conosciute. Noi ti seguiamo, o sposa di Giuseppe, nella casa di Nazareth dove si svolgerà la tua vita; ti contempliamo qui come la Donna forte della Scrittura, mentre attendi a tutti i tuoi doveri, e come l’oggetto delle compiacenze del gran Dio e dei suoi Angeli. Raccogliamo le tue preghiere per la venuta del Messia e i tuoi omaggi alla sua futura Madre; e supplicandoti di associarci al merito dei tuoi desideri verso il divino Liberatore, osiamo salutarti come la Vergine predetta da Isaia alla quale, e non ad un’altra, spetta la lode e l’amore da parte della Città riscattata.
(Dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – I. Avvento – Natale – Quaresima – Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, pp. 289-290)
Francisco de Zurbarán, Immacolata Concezione, 1635 ca., Museo del Prado, Madrid
[foto da museodelprado.es]