Sulla vetta del Campidoglio sorge la chiesa di Santa Maria in Ara Coeli. Il tempio, officiato dai frati minori deve il suo nome a quanto raccontato nei Mirabilia Urbis Romae  del XII secolo.

«Al tempo di Ottaviano Imperatore, i senatori, vedendolo così magnifico che nessuno poteva guardarlo negli occhi, e latore di tanta prosperità e di tanta pace che aveva fatto suo tributario l’intero mondo, dissero: “Vogliamo adorarti perché in te vi è divinità. Se ciò non fosse non avresti avuto tanta prosperità in ogni cosa”. Quello parlò e chiese loro un termine e fece chiamare a sé la Sibilla Tiburtina e le riferì tutto quello che i senatori gli avevano detto. Questa chiese un termine di tre giorni, durante i quali digiunò strettamente. Il terzo giorno presentò la risposta all’Imperatore: “O sovrano Imperatore, tieni per certo che il segno del giudizio è questo: la terra si bagnerà di sudore; dal cielo verrà un re di sembianze umane che regnerà per secoli e giudicherà il mondo”. Subito si aprì il cielo e un grandissimo splendore ricadde sull’Imperatore, il quale vide in cielo una vergine bellissima ritta su un altare e con in braccio un bambino. Egli ne fu grandemente stupito e udì una voce che diceva: “Questo è l’altare del figlio di Dio”. Egli subito si prostrò e adorò. Riferì poi la visione ai senatori i quali pure ne rimasero grandemente ammirati. Questa visione avvenne nella camera dell’imperatore Ottaviano, dove ora vi è la chiesa di Santa Maria in Capitolio, detta per questo Santa Maria in Aracoeli»,

La chiesa custodisce una delle effigi più importanti di Roma: il Santo Bambino. Si crede che la statuina (l’originale trafugata nel 1994) sia stata realizzata da un religioso francescano di Terra Santa utilizzando del legno d’olivo del Monte degli Ulivi e che sia giunta a Roma agli inizi del Seicento. Menzionato la prima volta nel 1629, il Bambinello acquistò subito fama di taumaturgo, soprattutto per le frequenti guarigioni operate a beneficio di quegli infermi cui veniva portato. Questo trasporto avveniva in modo assai solenne: i patrizi più illustri offrivano all’uopo una delle loro carrozze. Talché il Santo Bambino, custodito e venerato nella rocca capitolina, può ben dirsi il palladio della Città Eterna che ne riceve pure la benedizione alla fine della processione che si tiene il giorno dell’Epifania. Ad attestazione della generale pietà e devozione il Capitolo Vaticano, il 13 gennaio 1895, decretava, come suole fare con le più effigi taumaturghe più celebri, l’incoronazione del Bambino che fu, con straordinaria pompa, celebrata il 2 maggio dal cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato di Leone XIII e Arciprete di San Pietro.

PREGHIERA A GESÙ BAMBINO D’ARACOELI

Amabilissimo nostro Signore Gesù Cristo che fatto per noi Bambino , voleste nascere in una grotta per liberarci dalle tenebre del peccato, per attirarci. a Voi, ed accenderci del vostro santo amore , vi adoriamo per nostro Creatore e Redentore ; vi riconosciamo e vogliamo per nostro Re e Signore , e per tributo vi offeriamo tutti gli affetti del nostro povero cuore. Caro Gesù, Signore e Dio nostro, degnatevi di accettare quest’offerta, e affinché sia degna del vostro gradimento, perdonateci le nostre colpe, illuminateci, infiammateci dì quel fuoco santo, che siete venuto a portare nel mondo per accenderlo nei nostri cuori. Divenga in tal modo l’anima nostra un sacrifizio perpetuo in vostro onore ; fate che essa cerchi sempre la vostra maggior gloria qui in terra, affinché venga un giorno a godere delle vostre infinite bellezze in Cielo. Così sia.

100 giorni d’indulgenza