Sebbene San Matteo non ci dica quanti fossero, la tradizione cristiana testimoniata da molti Padri come dai dipinti cristiani che decorano le Catacombe della città santa ci attesta che i Magi – dignitari e studiosi persiani – furono tre: Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, secondo l’asserzione di san Beda Venerabile. In loro tre, araldi della conversione dei popoli pagani al vero Dio, “continua in essi il Mistero già segnato dai tre uomini giusti dei primi giorni del mondo: Abele, immolato come figura di Cristo; Set, padre dei figli di Dio separati dalla stirpe di Caino; ed Enos, che ebbe l’onore di disciplinare il culto del Signore. Continua anche il secondo Mistero dei tre nuovi antenati del genere umano dopo le acque del diluvio, da cui sono uscite tutte le razze: Sem, Cam e Jafet, figli di Noè. Infine, il terzo Mistero dei tre antenati del popolo eletto: Abramo, Padre dei credenti; Isacco nuova immagine del Cristo immolato e Giacobbe, forte contro Dio nella lotta, e padre dei dodici Patriarchi d’Israele” (dom Gueranger). Qual vita menassero dopo il ritorno in patria non si sa con certezza, ma il culto che loro presta la Chiesa ci prova fuor d ogni dubbio che essi professarono costantemente la Religione Cristiana e morirono cosi santamente da meritarsi la pubblica venerazione. Alcuni autori sostengono che essi siano stati pienamente istruiti nella Fede dall’Apostolo San Tommaso e da lui battezzati e ordinati vescovi delle loro patrie ove cooperarono con gran fervore alla dilatazione del Cristianesimo. I loro santi corpi dalla città di Serva nell’Arabia, dov’erano stati sepolti, vennero per ordine di Costantino Magno trasportati in Costantinopoli e poi donati ad Eustorgio governatore di Milano che fu poi fatto vescovo di questa città e da lui collocati nella Chiesa che dal nome di questo santo vescovo fu detta Eustorgiana, mentre pel sacro deposito dei santi Magi si chiamava prima la Basilica dei Re. Ivi stettero i sacri corpi fino all’anno 1162 in cui l’imperatore Federico Barbarossa, impadronitosi di Milano, li levò dal loro marmoreo sepolcro, che è vasto come una piccola camera, e li diede in dono a Rainoldo Arcivescovo di Colonia, nella qual città furono trasferiti il 23 luglio 1164 il che vien confermato dalla festa che ogni anno si celebra nella città di Colonia in detto giorno per solennizzare la detta Traslazione; come l’11 di gennaio si solennizza la memoria della preziosa loro morte. Nella Diocesi di Milano, a Brugherio, esistono ancora le tre dita anulari dei Santi Magi riposte in un bel reliquiario d’argento di lavoro antico. La tradizione dice che Santa Marcellina li abbia avuti in dono dal suo santo fratello Ambrogio. I Magi e il mistero della loro visita e adorazione a Gesù Bambino sono particolarmente venerati dalla Chiesa di Roma a motivo della vocazione dei Gentili in essi rappresentata, mistero “sommamente glorioso a Roma che, da capitale della gentilità quale era stata fino allora, è diventata la capitale della Chiesa cristiana e dell’umanità, per la vocazione celeste che chiama oggi tutti i popoli alla mirabile luce della fede, nella persona dei Magi” (dom Gueranger).
Il reliquiario dei Magi nel Duomo di Colonia [da isnews.it]
Reliquiario dei Magi a Brugherio [da chiesadimilano.it]
AI SANTI MAGI
Per la Novena, la Festa e l’Ottava dell’Epifania
I. O santi Magi, che viveste in continua aspettazione della stella di Giacobbe, la quale doveva annunziare la nascita del vero sole di Giustizia, otteneteci la grazia di vivere sempre nella speranza di vedere spuntato sopra di noi il giorno della verità, la beatitudine del Paradiso.
Gloria
II. O Santi Magi, che al primo brillar della stella miracolosa abbandonaste i patrii paesi per andar tosto in cerca del neonato re de Giudei, otteneteci la grazia di corrispondere come voi prontamente a tutte le divine aspirazioni.
Gloria
III. O Santi Magi, che non temeste i rigori delle stagioni e gli incomodi dei viaggi per giungere a ritrovare il nato Messia, otteneteci la grazia di non isgomentarci giammai per le difficoltà che si incontrano nella via della salute.
Gloria
IV. O Santi Magi, che abbandonati dalla stella nella città di Gerusalemme, ricorreste umilmente e senza umano rispetto a chi poteva darvi certa notizia del luogo ove si trovava l’oggetto delle vostre ricerche, otteneteci la grazia che in tutti i dubbj, in tutte le perplessità, noi ricorriamo umilmente e fedelmente ci atteniamo al consiglio dei nostri superiori che rappresentano sulla terra la stessa persona di Dio.
Gloria
V. O Santi Magi, che contro ogni vostra aspettazione foste di nuovo consolati dalla stella ricomparsa a servirvi di guida, otteneteci dal Signore la grazia che rimanendo a Lui fedeli in tutte le afflizioni, meritiamo di essere consolati dalla sua grazia nel tempo e dalla sua gloria nell’eternità.
Gloria
VI. O Santi Magi, che entrati pieni di fede stalla di Betlemme, prostesi a terra adoraste il Re dei Giudei, quantunque non fosse circondato ce da indizj di povertà e di debolezza, otteneteci dal Signore la grazia di ravvivar sempre la nostra fede quando entriamo nella sua casa, affine di dimorarvi con quel rispetto che è dovuto alla grandezza della sua maestà.
Gloria
VII. O Santi Magi, che offrendo a Gesù Cristo Oro Incenso e Mirra lo riconosceste come Re, come Dio e come Uomo, otteneteci dal Signore la grazia che non ci presentiamo mai colle mani vuote davanti a Lui, ma Gli offeriamo anzi continuamente l’Oro della carità, l’Incenso dell’adorazione, la Mirra della penitenza, giacché senza questa virtù è impossibile incontrare il suo aggradimento.
Gloria
VIII. O Santi Magi, che avvisati da un Angelo di non ritornare da Erode, vi avviaste subito per altra strada alla vostra patria, otteneteci dal Signore la grazia che dopo esserci con Lui riconciliati nei santi Sacramenti, viviamo lontani da tutto quello che potrebbe esserci occasione di nuovi peccati.
Gloria
IX. O Santi Magi, che chiamati per i primi fra i Gentili alla cognizione di Gesù Cristo perseveraste tino alla morte nella profession di sua fede, otteneteci dal Signore la grazia di viver sempre in conformità alle promesse da Lui fatte nel santo Battesimo, di rinunziare cioè costantemente al Mondo ed alle sue pompe, alla Carne ed alle sue lusinghe, al Demonio ed alle sue suggestioni, affine di meritarci come voi la visione beatifica di quel Dio che forma qui in terra l’oggetto di nostra fede.
Gloria
Orémus.
Deus, qui hodiérna die Unigénitum tuum géntibus stella duce revelásti: concéde propítius; ut, qui iam te ex fide cognóvimus, usque ad contemplándam spéciem tuæ celsitúdinis perducámur. Per eúndem Dóminum nostrum Iesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
dal Manuale di Filotea del canonico Giuseppe Riva
Immagine : Mosaico dei Re Magi, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, Ravenna [da commons.wikimedia.org]
Dom Gueranger. L’Epifania e la Romanità della Chiesa.
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