Fino al Concilio, nella Chiesa Latina, esistevano gli ordini minori: l’Ostiariato, il Lettorato, l’Esorcistato e l’Accolitato. Poi venivano i maggiori: il Suddiaconato, il Diaconato e il Presbiterato. “Il ministero annesso ad un sacerdozio così santo è cosa divina – insegna il Concilio di Trento – fu perciò conveniente che, per esercitarlo più degnamente e con maggiore venerazione, nell’ordinata articolazione della chiesa vi fossero più ordini di ministri e diversi fra loro, che servissero, per ufficio loro proprio, nel sacerdozio, e fossero così distribuiti, che quelli che fossero stati già insigniti della tonsura, attraverso gli ordini minori salissero ai maggiori”.
Poi arrivò il Concilio e poi ancora il post-Concilio. Nel 1972 Paolo VI fece piazza pulita degli ordini minori e del suddiaconato e si inventò i “ministeri”, separandoli dalla sfera clericale e destinandoli a laici maschi.
L’anno dopo si inventava pure i ministri straordinari dell’Eucaristia, ossia laici deputati alla distribuzione della comunione. Va rilevato che a tal ceto furono fin da subito ammesse pure le donne. Quindi Paolo VI assegnò alle donne la potestà di amministrare l’eucaristia, funzione sacerdotale: un fatto che va tenuto a mente quando si parla di donne prete e relative rivendicazioni e critiche.
Passano gli anni e i progressisti richiedono sempre più una maggiore apertura dell’Ordine Sacerdotale alle donne: i fratelli separati lo fanno, perché noi “cattolici” non dovremmo? Giovanni Paolo II, si sa, diede responso negativo: il sacerdozio di Gesù Cristo, per volontà dello stesso, è riservato solo ai maschi.
Passando ancora gli anni ma le rivendicazioni catto-femministe non cessano: almeno le diaconesse. Si istituiscono varie commissioni e nel frattempo arriva Bergoglio “dalla fine del mondo”.
Tutti ricordiamo nel 2018 il SInodo Amazzonico coi suoi viri probati e le sue richieste sulla femminilizzazione della gerarchia; e tutti sappiamo quanto papa Francesco ami bacchettare la Chiesa per quanto poco le donne siano considerate.
Arriviamo alfine ad oggi, 11 gennaio 2021.
Con una lettera al cardinale Ladaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, Bergoglio prende una decisione: “Ho ritenuto opportuno stabilire che possano essere istituti come Lettori o Accoliti non solo uomini ma anche donne“.
E su che si fonda questa decisione? Sul mutamento dei tempi, ammantato della porporina del bene delle comunità locali per il bene della Chiesa Universale.
Del resto questa decisione bergogliana si fonda su quella montiniana: “Nella linea del Concilio Vaticano II, il Sommo Pontefice San Paolo VI ha voluto rivedere la prassi relativa ai ministeri non ordinati nella Chiesa Latina – chiamati fino ad allora “ordini minori” – adattandola alle esigenze dei tempi. Tale adattamento, tuttavia, non deve essere interpretato come un superamento della dottrina precedente, ma come attuazione del dinamismo che caratterizza la natura della Chiesa, sempre chiamata con l’aiuto dello Spirito di Verità a rispondere alle sfide di ogni epoca, in obbedienza alla Rivelazione“.
E se Paolo VI limitava ai laici maschi i suoi ministeri, costruiti sulle nuove esigenze dei tempi (gli anni Settanta), attualmente vi sono altre esigenze differenti e Bergoglio apre alle laiche femmine: “in tempi recenti e in molti contesti ecclesiali, è stato rilevato che sciogliere una tale riserva potrebbe contribuire a manifestare maggiormente la comune dignità battesimale dei membri del popolo di Dio”.
E poi è la prassi tra lettrici e chierichette …
Paolo VI gettò nello scarico la Tradizione degli ordini minori della Chiesa Latina perchè sì venerabilis, ma non veneranda (ossia da osservare a tutti i costi e vincolante); Francesco getta parzialmente nello scarico le decisioni di Paolo VI per lo stesso motivo.
Un processo che ha un nome: modernismo. Sì, modernismo. L’evoluzione delle dottrine e delle prassi rituali della Chiesa per mero adeguamento ai tempi e in virtù di pretesi bisogni dei fedeli è modernismo, quel modernismo condannato da san Pio X, ma che col Concilio e i papi che l’anno fatto e applicato ha preso il sopravvento nella Chiesa Romana.
E il processo non si fermerà.
Arrivederci alle diaconesse!
Immagine : Bergoglio riceve in Vaticano la “vescova” luterana Santje Jackelen / unavox.it