Il giorno della festa di sant’Agnese la liturgia papale prevede la benedizione di due agnellini, dalla cui lana saranno ottenuti i palli dei metropoliti.
I due animali vengono benedetti dall’Abate della Congregazione dei Canonici regolari del Laterano o dal Cardinale titolare della Basilica di Sant’Agnese fuori le mura.
Concluso il pontificale l’Abate depone i paramenti della messa e, assunto il piviale, si siede al faldistorio. Nel frattempo i mansionari del Laterano prendono i due candidi agnelli tutti ornati di fiori e nastri bianchi e rossi, e li pongono sulla mensa dell’altare, uno dalla parte del Vangelo, l’altro da quella dell’Epistola.
Quindi si canta l’antifona:
Stat a dextris eius Agnus nive candidior. Christus sibi sponsam et martyrem consecravit
Concluso il canto, l’Abate pronunzia sui due animali le orazioni:
V. Adjutorium nostrum in nomine Domini.
R. Qui fecit cœlum et terram.
V. Dominus vobiscum.
R. Et cum spiritu tuo.
Oremus.
Omnipotens et misericors Deus qui per Moysen famulum tuum Pontificibus tabernaculos servientibus, indumenta instituisti: et per sanctos Apostolos tuos Sacerdotibus et Pontificibus evangelicis vestimenta sacra providisti: effunde tuam sanctam benedictionem super hos agnos, de quorum vellere sacra Pallia pro Summis Pontificibus, Patriarchis, et Archiepiscopis conficienda sunt: ut qui eis utuntur una cum plebe sibi commissa per intercessionem beatæ Virginis et Martyris Agnetis, super cujus tumbam oramus, ad æternam benedictionem perducantur. Per Christum Dominum nostrum. Amen.
Oremus.
Omnipotens sempitérne Deus, qui infírma mundi éligis, ut fórtia quæque confúndas: concéde propítius; ut, qui beátæ Agnétis Vírginis et Mártyris tuæ sollémnia cólimus, ejus apud te patrocínia sentiámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Quindi asperge ed incensa i due agnelli (prima quello posto in cornu Evangelii poi quello posto in cornu Epistolæ).
Terminata la funzione i mansionari riprendono i due agnelli e assieme alla delegazione del Capitolo li portano al Sommo Pontefice che li benedice nuovamente e comanda siano condotti al monastero di santa Cecilia in Trastevere perché le monache li nutrano e li custodiscano, fino alla tosatura che avviene a Pasqua. 
La lana trattata secondo antichi ed immutati procedimenti, servirà per la tessitura dei Palli. Questi saranno portati in San Pietro alla Natività del Battista e posti sulla tomba del Principe degli Apostoli dove alla Vigilia dei santi Pietro e Paolo verranno benedetti dal Papa che poi li invierà ai Patriarchi e ai Metropoliti.
«Così, – commenta il Gueranger – il semplice ornamento di lana che quei Prelati porteranno sulle spalle come simbolo della pecora del buon Pastore, e che il Papa prende sulla tomba stessa di san Pietro per inviarlo ad essi, recherà fino agli estremi confini della Chiesa il duplice sentimento della forza del Principe degli Apostoli e della dolcezza virginea di Agnese».


Pio XII benedice i palli

Il Cardinale Tisserant impone il pallio a un metropolita
Ad honorem omnipotentis Dei, et beatae Mariae semper Virginis, ac beatorum Apostolorum Petri, et Pauli, Domini nostri N. Papae N. et sanctae Romanae Ecclesiae, nec non Ecclesiae N. tibi commissae, tradimus tibi Pallium de corpore beati Petri sumptum, in quo est plenitudo Pontificalis officii, cum Patriarchalis (vel Archiepiscopalis) nominis appellatione; ut utaris eo intra Ecclesiam tuam certis diebus, qui exprimuntur in privilegiis ab Apostolicaa Sede concessis. In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen

Testi a cura di Giuliano Zoroddu
Fonte delle immagini : caeremonialeromanum.com