La basilica di Santa Prassede è forse la chiesa più antica di Roma. Secondo la tradizione sarebbe l’evoluzione della casa del senatore cristiano Pudente che ospitò l’Apostolo san Pietro. Una tradizione che trova conferma negli scavi archeologici condotto nel sottosuolo del tempio. In questa chiesa, sacra al nome di una vergine gloriosa per la cura prestata ai martiri (vedi qui la sua storia), ha casa una Reliquia della Passione del Re dei Martiri: la Colonna della Flagellazione cui fu legato Gesù.
La portò a Roma il cardinale Giovanni Colonna, legato di Onorio III in Oriente e titolare di Santa Prassede, nel 1223. Questi, nel contesto dell’assedio di Damietta avrebbe riscattato dai Saraceni la preziosissima reliquia, che secondo antichissime testimonianze risalenti fino al secolo IV, era custodita a Gerusalemme.
L’attuale collocazione all’interno della nicchia, risale al 1699: in precedenza era al centro della cappella. Nel 1898 fu poi posta all’interno della teca che ancora oggi la contiene.
Materialmente si tratta di una colonna di diorite marmorizzata (tutti gli autori concordano sul fatto che la colonna della flagellazione fosse “marmorea”) alta 63 cm, misura standard delle colonne per flagellazione. Un’analisi geologica ha appurato anche l’origine dell’oggetto: le cave di Faiz Abd El Shebid in Egitto. Evidenze che dimostrano la autenticità della reliquia, la quale però, a detta di Michael Hesemann[1], non fu presa a Gerusalemme, ma a Costantinopoli dove già si trovava da qualche tempo, come risulta da varie testimonianze. I reggitori latini della città imperale l’avrebbero donata al porporato perché propiziasse loro il Pontefice, cui notoriamente era vicino.


Orazione alla Colonna

Deus, qui pro salute nostra in assumptæ carnis infirmitate ad columnam alligari,et flagellis cædi voluisti: concede propitius; ut qui ejusdem columnæ solemnia celebramus,pretiosi sanguinis tui fructum consequi mereamur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculorum. Amen.


O Dio, che nella debole natura umana da te assunta, volesti essere legato alla Colonna e percosso con i flagelli: a noi che celebriamo la festa solenne della medesima Colonna concedi di meritare il conseguimento del frutto del tuo Preziosissimo Sangue: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


[1] Cfr. M. HASEMANN, Testimoni del Goglota. Le reliquie della passione di Gesù, Edizioni San Paolo, 2003, pp. 185-210

Immagine da istanbulperitaliani.it