Prima di passare oltre, consigliamo di approfondire con alcuni testi già pubblicati nei giorni scorsi:
- Ratzinger, Bergoglio, Draghi e “autorità politica mondiale”: l’intreccio tra neomodernismo e burocrazia
- La (pericolosa) superficialità dell’ottimismo pro-Draghi, anche tra i cattolici “conservatori”
- «Segnatevi questa previsione sul Governo Draghi e ne riparliamo tra qualche mese»
In particolare il primo articolo, con una serie di fatti inoppugnabili, mostra in maniera chiara quale sia l’orizzonte ideale dell’ex Governatore della BCE, un orizzonte simile – per diversi aspetti – a quello della cordata neomodernista che occupa la Gerarchia ecclesiastica da decenni.
In questi giorni al coro santosubitista si sono affiancati abbozzi di conversioni politiche, imbarazzanti tentativi (di antieuristi militanti) volti a far quadrare le loro posizioni col cerchio francofortano e chi più ne ha più ne metta. Sovranisti e populisti illuminati, si dirà.
Draghi però ieri in Senato è stato inequivocabile: Russia cattiva nel campo dei diritti umani, (nuova) America bideniana buona, Euro irreversibile, ideologia verde à gogo.
Ma tra i fiduciosi spunta pure il ratzingerissimo (e antibergoglianissimo) Gotti Tedeschi. Annota F. Boezi su Il Giornale (grassettature nostre):
Sul rapporto tra il pontefice e l’ex presidente della Bce, Gotti Tedeschi afferma che “sarà, o diverrà, un rapporto pragmatico, riferito cioè alla concreta soluzione dei problemi, senza pregiudizi ideologici. Per fare solidarismo e distribuire ricchezza , bisogna prima crearla. Son convinto, anzi non ho dubbi, che Draghi farà anzitutto il bene del Paese nelle complesse circostanze in cui si trova ad operare“. […] Come ha fatto notare Andrea Muratore su InsideOver, la “dottrina Draghi” comprende pure un commento a Caritas in Veritate. Un’enclica cui Ettore Gotti Tedeschi ha contribuito. L’economista è convinto che Draghi possa basarsi in economia sulle tesi ratzingeriane: “Ne son certo perché sono tesi razionalissime. Per Benedetto XVI – continua Gotti Tedeschi -, l’economia è solo uno strumento in mano all’uomo, è l’uomo che, dando senso all’uso dello strumento, lo trasforma in un mezzo per realizzare il bene comune. Benedetto XVI in Caritas in Veritate sollecita l’uomo a imparare a gestire gli strumenti a sua disposizione. Altrimenti saranno gli strumenti a gestire l’uomo, prendendo ‘autonomia morale’. Ed è evidente – chiosa l’ex presidente dello Ior – che uno strumento non possa avere autonomia morale. Il messaggio finale di Benedetto XVI – chiosa il banchiere -, con cui conclude Caritas in Veritate, è che una crisi come quella attuale non si risolve cambiando gli strumenti, ma anzitutto cambiando il ‘cuore’, l’intento morale dell’uomo che li usa”, Dobbiamo aspettarci un Draghi ratzingeriano.
Riportiamo in conclusione – repetita juvant – un estratto del commento di Mario Draghi a Caritas in Veritate, pubblicato su L’Osservatore Romano nel 2009:
In questo contesto il Papa richiama la necessità di un’autorità politica mondiale, evocata già da Giovanni XXIII, come pure, in termini diversi, da Kant più di due secoli fa. È una indicazione coerente con la consapevolezza che con la globalizzazione le esternalità si moltiplicano a un ritmo impensabile solo pochi decenni fa – si pensi al caso paradigmatico del clima – e impongono in prospettiva un orizzonte planetario di governo.
Buona notte.
Per approfondire:
- La Questione monetaria
- L’idolatria finanziaria – O del culto di Mammona
- Abbattere gli idoli contemporanei. Non moriremo liberal
- Cosa Vostra. Dalla Pro Deo alla “mafia di San Gallo”. Gli “affari riservati” della “chiesa della misericordia”
- Processo al liberismo in quattro saggi
Foto in evidenza: screenshot “Fuori dal Coro”