di Miguel
Cari Amici di Radio Spada,
Sarebbe da prendere con una sana risata. Converrebbe farlo se l’ultima sparata bergogliana – arricchita dai noti richiami al “concilio” – non fosse l’ultimo passo del solito zoppo cammino della rivoluzione.
Una rivoluzione – un po’ caciarona, parecchio sciatta ma sempre velenosa – che i neomodernisti posti ai veritici ecclesiali negli ultimi decenni hanno condotto e continuano a condurre. Prima andavano contro il buon senso, ora anche contro il buon gusto.
Ma torniamo al Sinodo italiano. Sì, Bergoglio lo vuole. E si farà. Al momento è un oggetto misterioso, ma si sa: coi misteri dei modernisti è sempre meglio camminare avendo la schiena rasente il muro.
R. Cristiano su Formiche.net chiarisce:
Nel contesto di un grande discorso che ha ricordato a tutti, dalle Americhe all’Africa fino all’Europa, che chi non accetta il Concilio Vaticano II è fuori dalla Chiesa, Bergoglio ha pronunciato poche ma decisive parole sull’Italia: “Dopo cinque anni, la Chiesa italiana deve tornare al Convengo di Firenze, e deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi […]
E cita addirittura un precedente articolo di Spadaro, Direttore della rivista – un tempo gloriosa – dei gesuiti italiani:
“Possiamo riconoscere il nostro compito oggi come discepoli di Cristo impegnati nelle tensioni della nostra moderna democrazia in due punti evidenziati dal Presidente (Mattarella, ndr): da una parte, contrastare le ‘tendenze alla regressione della storia’; dall’altra, fare la nostra parte per costruire il Paese come ‘comunità di vita’, curando le ferite dei legami spezzati e della fiducia tradita. E questo potrà avvenire solamente grazie a un largo coinvolgimento del popolo di Dio, in un processo sinodale non ristretto né alle élites del pensiero cattolico né ai contesti (specifici e importanti) di formazione”.
Al club degli “attenti osservatori” di questo passaggio non poteva non aggiungersi Melloni, che oggi su Repubblica sentenzia:
Il nuovo cammino sinodale tedesco ora in corso aggiunge paure sia a chi teme che quello dell’Italia diventi il modello di un severo disciplinamento romano sia a chi paventa la saldatura con istanze massimaliste che crescono vigorose dove si nascondono I problemi. Tuttavia l’annuncio del Papa apre perla chiesa italiana e per la prossima presidenza Cei la possibilità di ritornare ad interrogarsi sulla comunione nella sequela del vangelo: fuori dal collateralismi, fuori dal rimpianti, fuori dal semplicismo che divide dottrina e pastorale […]»
Se il buon giorno si vede dal mattino, stiamo freschi.
Il “Concilio che non finisce mai” è sempre lì a minacciare nuovi tracolli ecclesiali, con tanto di corifei pronti a celebrarne i disastri. La filiera tossica parte da là, da lontano.
Anche per questo è difficile non associarsi alla risposta che la pagina Facebook di Radio Spada ha dato all’ultimo svarione vaticano. La riporto e vi saluto. Da meditare:
Una nota. Bergoglio pare aver detto, citiamo dall’Ansa, frasi del tipo:“O tu stai con la Chiesa e pertanto segui il Concilio”, “o se lo interpreti a tuo modo non sei nella Chiesa, il Concilio non va negoziato”, “Per favore nessuna concessione a coloro che cercano di presentare una catechesi che non sia in accordo con il magistero della Chiesa”.
Il favore glielo facciamo subito e – a differenza di altri – saremo chiari e diretti.
Ribadiamo: non rigettiamo solo lo “spirito”, le “conseguenze”, gli “eccessi successivi” ma proprio la lettera dei testi conciliari (vaticansecondisti) che si oppongono alla Dottrina Cattolica.
Respingiamo senza esitazione l’ecumenismo indifferentista (tutto), la cosiddetta “libertà religiosa”, la collegialità orizzontale.
Rifiutiamo la liturgia conciliare (e non solo il Novus Ordo mal celebrato, ma proprio la liturgia che da quel conciliabolo è uscita, anche quella “ben celebrata”, mascherata da incensi, ori e pizzi). Insomma, vogliamo esser inequivocabili: sì sì no no.
Ci “scomunichino” pure: su questa materia siamo in compagnia di 2000 anni di Papi, Dottori e Santi.
Hasta luego!
Per approfondire la crisi di fede nella Chiesa e nella società: QUI.
Foto di Saeeed Karimi da Pexels