Domenica 12 marzo, si è svolta nella Basilica Vaticana la solenne cerimonia per l’Incoronazione di Sua Santità.
Erano presenti 52 Em.mi Cardinali che, dopo aver assunto nell’Aula delle Congregazioni le cappe rosse seriche con pelli d’ermellino, si recavano all’Aula dei Paramenti per attendervi l’arrivo del Sommo Pontefice.
Circa le ore 8,30 il Santo Padre giungeva nell’aula e assunte le Sacre Vesti si recava nella Sala Regia ove saliva in sedia gestatoria e discendeva nell’atrio della Basilica accompagnato da solenne corteo.
Giunto nell’atrio della Basilica, ove in speciale tribuna presso la Statua di Carlo Magno erano le Missioni Straordinarie convenute per l’Incoronazione, accolto dal suono delle trombe d’argento e da vivissimi applausi. Sua Santità saliva sul trono eretto presso la Porta Santa e, assunta la mitra di lama d’oro, ascoltava un indirizzo di omaggio pronunziato da S. E. Rev.ma Monsignor Beniamino Nardone, Decano del Capitolo Vaticano, ammettendo quindi all’obbedienza il Rev.mo Capitolo e una rappresentanza del Clero della Basilica e impartendo poi l’Apostolica Benedizione. Quindi, assunta nuovamente la mitra preziosa risaliva in Sedia Gestatoria per entrare nel Tempio.
Mentre il Sommo Pontefice giungeva presso la porta maggiore del tempio, le A.. AA. Reali i Principi di Piemonte, con il loro seguito, discendevano dalla tribuna delle Missioni straordinarie muovendo verso il Corteo Papale. Al passaggio di Sua Santità, Sua Altezza Reale il Principe Umberto che indossava la grande uniforme militare con l’insegna dell’Ordine del Cristo, e S. A. Reale la Principessa Maria che indossava un ricchissimo abito di broccato d’argento con manto bianco, e tutti i componenti il seguito, anch’essi in abito di corte, devotamente genuflettevano. L’atto di filiale pietà era ammirato da tutti i presenti. il Santo Padre, visibilmente commosso, con particolare effusione e paterno affetto levava sulle Loro Altezze Reali la mano benedicente.
Il Santo Padre mentre la Cappella Musicale Pontificia cantava il «Tu es Petrus» faceva il Suo ingresso nella Basilica accolto da entusiastiche acclamazioni e si recava nella Cappella della Santissima Trinità ad adorare il Santissimo Sacramento solennemente esposto, quindi procedeva per il trono eretto nella Cappella di San Gregorio, nella quale erano già convenute, in speciali riparti le Missioni Straordinarie.


All’arrivo del Sommo Pontefice i collegi ecclesiastici romani eseguivano le «acclamationes» in latino e in greco. Sua Santità riceveva l’obbedienza dagli Eminentissimi Signori Cardinali e dai Patriarchi e dagli Arcivescovi e Vescovi assistenti al Soglio Pontificio impartendo infine la Benedizione Apostolica, quindi, mentre continuava il canto delle acclamationes, gli Eminentissimi Signori Cardinali indossavano ciascuno i paramenti sacri propri del loro Ordine. Il Santo Padre intonava poi l’Ora di Nona e, assistito dall’Eminentissimo Cardinale Gerlier, Diacono Ministrante, assumeva i Sacri paramenti per la Messa solenne.
Terminato il canto di Nona, sotto la direzione dell’Eminentissimo Cardinale Caccia Dominioni, Primo dell’Ordine dei Diaconi, il quale sorreggeva la ferula, piccolo bastone rosso con ornamenti d’argento, si ordinava la processione – alla quale partecipavano anche un centinaio di Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi – verso l’Abside della Basilica, ove nelle speciali tribune avevano già preso posto le Missioni straordinarie.
Il Santo Padre procedeva in Sedia Gestatoria sotto il baldacchino e fiancheggiato dai flabelli tra acclamazioni incessanti.
Durante il percorso il sacro corteo faceva tre soste e Ill.mo Rev.mo Mons. Calderari, Maestro delle Cerimonie, bruciava in cima ad una canna dorata dei batuffoli di stoppa cantando, rivolto al Sommo Pontefice: «Pater Sancte, sic transit gloria mundi».
Nel frattempo le Missioni Straordinarie si recavano nei reparti loro riservati presso la Cattedra di S. Pietro.
Giunta all’altare papale, la sedia veniva depositata in terra e il Sommo Pontefice dava l’abbraccio ai tre Eminentissimi Cardinali ultimi dell’Ordine dei Preti, quindi deposta la mitra, iniziava la Santa Messa recitando la Confessione, Dopo l’lndulgentiam il Suddiacono poneva il manipolo al braccio di Sua Santità che sedeva nella sedia rimasta nel mezzo, mentre gli Eminentissimi Cardinali Dolci, Vescovo Suburbicario di Palestrina, Gasparri, Vescovo Suburbicario di Velletri, e Granito Pignatelli di Belmonte, Vescovo Suburbicario di Ostia ed Albano e Decano del Sacro Collegio recitavano sul Pontefice le orazioni «Super Pontificem».
L’Em.mo Cardinale Primo Diacono, imponeva in seguito il Pallio al Sommo Pontefice fermandolo sopra il Fanone con tre spille d’oro gemmate.
Dopo l’incensazione dell’altare Sua Santità si recava al Trono ove riceveva l’ultima obbedienza dai Cardinali che Gli baciavano il piede e la mano, mentre il Santo Padre scambiava con essi l’abbraccio; i Patriarchi, gli Arcivescovi e i Vescovi Gli baciavano il piede e il ginocchio destro, e gli Abbati mitrati il piede.
Dopo tali omaggi, il Santo Padre leggeva l’Introito con l’orazione pro seipso e intonava il Gloria. Terminato il Gloria e detta dal Papa l’orazione della Messa in die coronationis e l’altra della III Domenica di Quaresima, l’Em.mo Cardinale Diacono preceduto dai Mazzieri e dai Cerimonieri, dagli Uditori di Rota e dagli Avvocati Concistoriali lenendo in mano la ferula, discendeva sulla tomba dell’Apostolo e intonava le litanie dell’Incoronazione ripetendo tre volte; «Exaudi, Christe» cui gli Assistenti rispondevano: «Domino nostro Pio a Deo decreto Summo Pontifici et Universali Papae vita».
Qui si cantavano le litanie della Incoronazione ed il coro e il popolo ad ogni invocazione rispondeva: «Tu illum adiuva». La Santa Messa proseguiva poi secondo il cerimoniale delle Messe papali: all’elevazione, mentre le trombe d’argento diffondevano dalle cupole la melodia del Sil-veri, il Sommo Pontefice faceva l’ostensione delle Sacre Specie e dopo l’Agnus Dei si recava al trono per la Comunione.
Tornava poi all’altare per le ultime orazioni, quindi impartita solennemente la Benedizione Apostolica e letto il Vangelo, assunta la Mitra preziosa, risaliva in Sedia e fiancheggiato dai flabelli, sotto il ricco baldacchino, traversava di nuovo il tempio, mentre devote acclamazioni echeggiavano entusiasticamente e le trombe d’argento suonavano la marcia del Longhi, che all’ingresso del Santo Padre nella Basilica essendo esposto solennemente il Santissimo Sacramento, non si era potuta eseguire. Il corteo papale era seguito da quello delle Missioni Estere aperto dalle LL. AA. RR. i Principi Ereditari d’Italia.
Per l’atrio, la Scala e la Sala Regia Sua Santità si recava nell’aula della Benedizione ove benignamente attendeva che i fedeli i quali gremivano il tempio fossero usciti ed avessero preso posto nei recinti loro riservali sulla piazza.


[…] Intanto si appressa ristante aspettato e invocato. Il vessillifero di Santa Romana Chiesa, nella rossa uniforme di Tenente Generale della Guardia Nobile, appare lassù nella Loggia della Benedizione dove sono fissi gli sguardi e i cuori, reggendo il sacro Vessillo che evoca le vittorie dei secoli cristiani. Questo suo apparire dai tempi lontani accanto al trono del Vicario di Cristo, come un dì dinnanzi agli eserciti e sulle galee crociate, assurge ad un significato storico e mistico insieme, che percuote le anime. Nunzio del Pontefice, il Vessillo della Chiesa è issato a destra della Loggia, su cui già incede il Vessillo del Regno che varca i tempi e l’orbe e domina l’eternità ed i cieli; la Croce. Sale dalla moltitudine un irrefrenabile grido di fierezza cattolica. Ai comandi militari, rispondono la fanfara reale e le brevi note dell’inno pontificio. Le truppe sono immobili nel presentat’arm. Le bandiere si chinano. La folla si prostra. Vola il canto «Corona aurea super caput eius».
Pio XII, che indossa la pianeta col fanone ed ha in ceno la mitra gemmata compare.
Prorompe un clamore di gioia che un subito silenzio sopraffà misteriosamente. L’E.mo Cardinale Granito Pignatelli di Belmonte Decano del Sacro Collegio recita le preghiere che precedono l’incoronazione. Quindi il Cardinale Canali toglie dal capo del Papa la Mitra e allora il Cardinale Caccia Dominioni primo Diacono, leva il triregno e lo impone al Sommo Pontefice, assiso in trono, pronunziando a voce alta e distinta; «Ricevi la tiara ornata di tre corone e sappi che sei il padre dei principi e dei Re, reggitore dell’orbe quaggiù. Vicario del Salvatore nostro, Gesù Cristo, al Qual- è l’onore e la gloria nei secoli dei secoli».
E il tricoronato, in una maestà che non è di questo mondo, si mostra in tutto lo splendore della Sua spirituale grandezza.
L’acclamazione si innalza come sull’ali dell’uragano e si ripercuote, e riprende sempre pili alta e travolgente; si fonde come in una invocazione suprema al Padre perché suggelli quel convito di gioia e di gloria con la sua parola di benedizione.
Il silenzio ritorna meraviglioso ancora. La voce alta del Papa s’alterna con quella di un coro che par rispondere da tutta Roma. Poi il gran gesto di propiziazione e di carità e … La benedizione di Iddio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda sopra di voi e vi rimanga per sempre.
Foto da Ceremonia y rúbrica de la Iglesia española e scuolaecclesiamater.org
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