
di Massimo Micaletti
Tutti conosciamo la favola del lupo e dell’agnello, in cui Fedro denuncia la violenza contro la ragione e l’innocenza. Il lupo tenta dapprima di giustificare l’attacco con dei pretesti, con offese in realtà mai ricevute, per passar da vittima; infine “respinto dalla forza della verità” – così scrive Fedro – rompe gli indugi e con un atto di violenza sbrana il povero agnello.
Nella vicenda del DDL Zan sta accadendo esattamente questo.
Dapprima, si è tentato (e si tenta ancora, ma senza troppa convinzione) di portare vicende di omofobia tutte rivelatesi in breve tempo fasulle e pretestuose, e ora, visto che l’espediente propagandistico non centra bene il bersaglio, semplicemente si porta avanti a cannonate e tappe forzate in parlamento l’approvazione di una norma discriminatoria e violenta.
Il peggior profilo del DDL Zan – l’hanno detto altri prima e meglio di me – è il voler inculcare con violenza anche e soprattutto nelle scuole ideologie contrarie alla ragione e all’evidenza biologica, rivelatesi fallimentari anche sul piano psicologico e sociologico (chissà perché nei Paesi considerati più gay friendly il tasso di suicidio tra le persone con tendenze omosessuali è molto alto[1], chissà perché nelle relazioni tra persone dello stesso sesso i tassi di violenza sono più elevati che in quelle tra persone di sesso diverso[2]…). L’attacco alla ragione è la prima spia della violenza, che è appunto l’uso della forza al di là del bene, del vero e del giusto: la forza dei numeri in Parlamento (un Parlamento, peraltro, lontanissimo dal reale orientamento politico del Paese) crea uno strumento di paura e coercizione – qual è la legge ingiusta – per schiacciare il dato di fatto e di natura della differenza biologica tra i sessi, della complementarietà scritta nella carne e nel sangue, del diritto e dovere dei genitori di educare i propri figli alle evidenze di ragione e senza che qualcuno a scuola si presenti a raccontare che un maschio coi capelli lunghi è una femmina perché lo dice lui. Il lupo vuol mangiare l’agnello e nei suoi rozzi argomenti assalta la ragione: “tu che stai sotto mi stai intorbidendo l’acqua”, “sei mesi fa mi hai offeso”,“tuo padre mi ha offeso”. E’ questo il vero segno che per l’agnello si mette male, non il fatto in sé che abbia incontrato un lupo. Il predatore mangia la preda per istinto, per bisogno – per diritto di natura, verrebbe da dire – ma nel racconto di Fedro il predatore esibisce una ipocrisia di fondo che lo rende solo più abietto: forse perché il lupo non vuol sentirsi come tale, vuol rendersi presentabile ma non sono quelli suoi panni e, persa la pazienza, uccide la pecorella e fine. Mente, il lupo, e le menzogne non funzionanoe appaiono sinistramente ridicole e tragica è la difesa dell’agnello che cerca di ragionarci e spiegare a chi non vuol sentire né ragioni né ragione.
Verrebbe da chiedersi dov’è il pastore dell’agnello mentre il lupo s’avvicina, ma questa è un’altra storia. O forse questa è la storia.
Dopo decenni in cui chi ha sempre difeso la ragione e il minimo buon senso ha abdicato al suo ruolo ed ha abdicato non nei massimi sistemi – i documenti del Magistero – ma nelle parrocchie, nei seminari, nelle omelie, negli oratori, nelle varie spiritualità che compongono il mosaico della Chiesa; dopo che il pastore s’è perso in convegni, sociologia, trattatelli su mondi fantastici e dove trovarli; dopo che la verità sulla famiglia, sui Sacramenti e sul bene è affondata per i nove decimi in una indecifrabile brodaglia nella quale galleggiano elementi minimi di buon senso e reflui di mondanità; dopo che tutto questo è accaduto e continua ad accadere, che fine attende quei genitori, quei sacerdoti, quegli uomini di retta ragione e retta dottrina che rischiano il carcere se si azzardano a dire che nel bagno delle femmine un maschio non può entrarci? Faranno la fine dell’agnello col lupo: azZannati.
Ma per i cristiani non è la prima volta e non sarà l’ultima.
[1] Tra i molti, cfr https://www.amhf.org.au/new_study_sheds_light_on_lgbt_youth_suicides
[2] https://www.radiospada.org/2016/02/sposati-e-sii-sottomesso/
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