Veneratissimo dai cristiani d’Oriente come d’Occidente, san Giorgio, patrono dei militi cristiani, patì il martirio verso l’anno 303 durante la tremenda persecuzione di Diocleziano. La leggende ha talmente avvolto la vicenda umana di questo gran Santo che la Chiesa Romana proscrisse gli Atti del suo martirio come indegni di fede e, cosa alquanto particolare, nell’ufficio del Breviario non ne legge neppure la vita, come invece fa per tutti gli altri Santi. A Lydda, in Palestina, ancora oggi si può venerare il suo sepolcro, glorioso per la spoglia che contiene e per i miracoli che vi si operano.

Gustave Moreau, San Giorgio e il drago, 1889-90, London National Gallery (wikimedia.org)

Icona macedone con san Giorgio e il drago, 1550-99, Museo Benaki, Atene (wikimedia.org)

Donatello, San Giorgio, 1415-18, Museo Nazionale del Bargello, Firenze (wikipedia.org)

Paolo Veronese, Martirio di San Giorgio, 1564, San Giorgio in Braida, Verona (wikimedia.org)

I. Incomparabile s. Giorgio, che professando fra i disordini della milizia idolatra il cristianesimo il più perfetto, e dispensando ai poveri tutte le sostanze, di cui per la morte di vostra madre diveniste unico erede, mostraste col fatto di non ambire altra gloria che quella di vero discepolo del Redentor crocifisso, impetrate a noi tutti la grazia di viver sempre nella santità anche fra i compagni più discoli, e di non impiegare le nostre sostanze che nel sussidio dei nostri fratelli. Gloria.

II. Incomparabile s. Giorgio, che dopo avere con eloquenza tutta divina confusi tutti coloro che male sentivano del cristianesimo, li commoveste ancora salutarmente col sostener sempre intrepido, anzi giojoso, il laceramento delle ruote appuntate che profondi solchi segnavano nel vostro corpo e scorrer facevano a rivi il vostro sangue, impetrale a noi tutti la grazia di confondere coll’esempio, più ancora che colle parole, tutti coloro che sparlano della religione e della pietà, e di essere sempre disposti a tollerare qualunque male per sostenere una causa così santa. Gloria.

III. Incomparabile s. Giorgio, che miracolosamente risanato dalle vostre piaghe, non solo trionfaste dell’ostinazione dei personaggi i più importanti, che convertironsi per opera vostra, ma costringeste ancora i demonj a confessare la stupidezza delle statue che essi animavano, quindi a lasciarle cadere in pezzi a un semplicissimo vostro cenno, prima di consumare sotto la spada il sacrifizio di vostra vita, impetrate a noi lutti la grazia di opporci sempre coraggiosamente a tutte le suggestioni dell’inferno, e di trionfare sempre compiutamente di tutti quanti i suoi sforzi. Gloria.

(Can. Giuseppe Riva)

Raffaello, Raffaello, San Giorgio e il drago, 1505, National Gallery of Art, Washington (wikipedia.org)

Lieven van Lathem, San Giorgio e il drago, 1471, Getty Center (wikimedia.org)

Lancelot Blondeel, Leggenda di san Giorgio, 1535-40, Groeningemuseum, Bruges (wikimedia.org)

Michiel Coxie, Martirio di san Giorgio, 1580, Cattedrale di San Rombaldo, Malines (wikimedia.org)

O Giorgio! tu sei l’onore della milizia cristiana. Il servizio di un principe della terra non ti ha fatto dimenticare ciò che dovevi al re del cielo. Tu hai versato il sangue per la fede di Cristo, ed a sua volta Cristo ti ha fatto capo e condottiero delle armate cristiane. Sii il loro sostegno di fronte alle schiere nemiche, e assicura la vittoria ai difensori della giusta causa. Proteggili sotto le pieghe del tuo stendardo, ricoprili col tuo scudo, e spargi il terrore davanti a loro. Il Signore è il Dio degli eserciti, e la guerra entra spesso nei piani della Provvidenza, ora per un fine di giustizia, ora per quello di misericordia. Comandanti e soldati hanno bisogno dell’aiuto celeste. Muovendo guerra, sembrano spesso compiere un’opera umana, mentre, in realtà, eseguono quella di Dio. È per questo motivo ch’essi sono più disposti degli altri uomini a sentimenti di generosità, e che il loro cuore è più religioso. Il sacrificio, il pericolo, li elevano al di sopra di loro stessi: infatti i soldati occupano una gran parte nelle gloriose liste dei Martiri.
Ma la milizia della terra non è sola a lottare quaggiù: ve ne è un’altra, nella quale sono arruolati tutti i fedeli di Cristo. San Paolo, parlando di essi, ha detto: “Anche il lottatore non ottiene la corona se non ha lottato secondo le regole” (2Tm 2,5). Ascoltando le esortazioni che ci rivolge il medesimo Apostolo, dovremo dunque ben prepararci alle lotte di questo mondo. Egli ci dice: “Prendete l’armatura di Dio onde possiate tenere fronte nel giorno cattivo, e, dopo avere riportato una piena vittoria, restare saldi in piedi. State quindi pronti, cinti i fianchi con la verità, rivestiti della corazza della giustizia, e calzati i piedi con la alacrità, che dà il Vangelo di Pace. Di più, impugnate lo scudo della fede, col quale potrete estinguere i dardi infuocati del maligno; prendete l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio” (Ef 6,13-17).
Noi perciò siamo guerrieri come te! Il nostro divin Capo risuscitato, vuole passare in rivista il suo esercito prima di salire al cielo: presentaci a Lui! Ci ha ammesso tra i ranghi della sua guardia, nonostante le nostre passate infedeltà: sta a noi, adesso, di renderci degni di un tale onore. Possediamo il pegno della vittoria nella santa Eucaristia: come potremmo allora lasciarci vincere? Veglia su noi, coraggioso guerriero! Che le tue preghiere ci aiutino, mentre i tuoi esempi c’incoraggeranno a marciare contro Satana, come tu hai fatto. Per lui è temibile ogni parte della nostra armatura, preparata per noi dallo stesso Gesù che l’ha bagnata del suo sangue: fortifica il nostro coraggio, affinché possiamo, come te, presentargliela intatta nel giorno in cui c’inviterà al riposo eterno.
Tutta la cristianità ha bisogno che ti ricordi dell’ossequio che essa ti prodigò per il passato. L’antica devozione verso di te si è purtroppo indebolita, e per molti cristiani la tua festa passa inosservata. Non te ne irritare, o Martire santo; imita il tuo Maestro che fa sorgere il sole per i buoni e per i cattivi; abbi pietà del mondo, in seno al quale è stato seminato l’errore, e che in questo momento si agita in convulsioni così terribili. Considera con un sentimento di compassione l’Inghilterra che il drago infernale ha sedotto; riscatta finalmente “l’Isola dei Santi” dal suo giogo ignominioso. I suoi antenati te lo domandano dal cielo, potente guerriero! I loro figliuoli te ne supplicano dalla terra. È in nome di Gesù risorto, che tutti ti scongiuriamo di aiutare la redenzione di un popolo che fu tuo.

(dom Prosper Guéranger)

Immagine in evidenza: Alessandro Gherardini, San Giorgio in gloria, 1705, San Giorgio alla Costa, Firenze / wikimedia.org

San Giorgio e i Martiri militari: modelli per i soldati di Cristo Re

[VITA EST MILITIA] San Giorgio