Risurrezione, morte e nascita di Gesù erano ordinate alla nostra salvezza. Volle perciò tornare in vita nel momento più opportuno al compimento dell’opera redentrice.
Se infatti fosse risorto pochi istanti dopo essere spirato, sarebbe rimasto il dubbio di una morte solo apparente. Al contrario, se avesse dilazionato troppo l’ora del suo risveglio dai morti, i primi discepoli avrebbero potuto perdere la fede, e il suo tanto patire sarebbe risultato inutile.
Risuscitò il terzo giorno affinché non restassero dubbi circa la realtà della sua morte, né la fede di chi sperava in lui restasse delusa.
Per concludere, facciamo qualche riflessione applicabile a ciascuno di noi.

I. Studiamoci di risorgere con sollecitudine dalla morte spirituale prodotta dal peccato; torniamo a una vita virtuosa, mediante la penitenza. Ci esorta l’Apostolo: «Svégliati, tu che dormi; risorgi dai morti; e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14). È la prima risurrezione, cui allude l’Apocalisse: «Felice e santo chi partecipa della prima risurrezione! Su costui la seconda morte non ha alcun potere» (Ap 20, 6).

II. Non rimandiamo la conversione sino al momento della morte: «Non indugiare a pentirti, non rimandare da un giorno all’altro» (Sir 5, 7). Forse, gravato dalle infermità, non riusciresti a provvedere alla tua salvezza. Oltre a ciò, perdi una parte dei meriti di cui si arricchisce la Chiesa, mentre l’ostinazione nel peccato aggrava l’infermità dell’anima. Quanto più a lungo uno resterà sotto il dominio del diavolo – osserva Beda il Venerabile -, tanto più difficilmente Satana rinuncerà alla preda.

III. Riottenuta la vita di grazia, vediamo di non contaminarla nuovamente; vi sia in noi cioè il proposito di evitare le colpe mortali. Simili al Cristo che, risorto dai morti, più non si assoggetterà alla morte (cf. Rm 6, 29), «anche voi – ci raccomanda san Paolo – pensate che siete morti nei confronti del peccato e che dovete vivere per Iddio in Gesù Cristo. Non regni dunque la colpa nel vostro corpo mortale, in modo da tenervi tuttora soggetti alle sue concupiscenze. Non abbandonate le vostre membra al servizio del peccato, sì che non diveniate strumento di iniquità. Offritevi interamente a Dio, come viventi, da morti che eravate, e fate servire a Dio le vostre membra, come strumenti di giustizia» (ib. 11-13).

IV. Sia nobile la nuova vita in grazia, evitando le occasioni che portarono la morte nell’anima. «Come Cristo è risuscitato dai morti a gloria del Padre, così noi pure dobbiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6, 4): una vita ispirata alla giustizia [soprannaturale], che rigenera l’uomo spiritualmente e lo conduce alla gloriosa eternità.


Immagine : Resurrezione di Cristo (dalla serie della Vita di Cristo); arazzo; lana, seta e argento dorato; 1783-1784; Palazzi Apostolici Vaticani, Seconda Loggia, Appartamento Pontificio di Rappresentanza; Manifattura: San Michele; soggetto: Anthony van Dyck (1599-1641); cartone: Pier Paolo Panci; arazziere: Giuseppe Folli ©Musei Vaticani / vaticannews.va