Santa Caterina da Siena, madre e maestra del Terz’Ordine di san Domenico, profetessa e condottiera, consigliera di Papi, celeste proteggitrice del Romano Pontificato di cui fu la salvatrice, patrona del centro dell’impero di Cristo, l’Italia, non rifulge unicamente per la santità sublime che le meritò l’appellativo di “portento di tutti i secoli” (Cornelio a Lapide) e per le gesta che la rendono “la più grande donna che abbia formata il Cattolicismo” (Card. Alfonso Capecelatro), ma anche per la potenza taumaturgica da Dio concessale. Per imitarne le virtù e per ottenerne il favore, è cosa buona pregare questa Serafica Vergine.
Di seguito alcuni testi da impiegare per farle una novena o un triduo*.
Un testo lungo:
I. Per quello spirito di orazione che voi aveste fin da bambina, per cui in essa metteste tutte le vostre delizie, e coll’angelica salutazione tante volte da voi ripetuta quanti erano i gradini delle scale che vi avveniva di ascendere, ossequiaste continuamente la santa vergine Maria, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di amare anche noi a vostro esempio l’esercizio della preghiera, e di farla sempre con quelle condizioni che la rendono degna d’esaudimento. Gloria.
II. Per quell’affetto particolare che voi portaste, o gran santa, alla virtù della purità per cui di otto anni vi consacraste al Signore con voto irrevocabile e rigettaste in progresso, col radervi il capo, col gemere, col sospirare, le più onorevoli offerte di vantaggiosissimo collocamento, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di essere sempre ancor noi puri di mente, di cuore e di costume, e di abborrire con odio sommo tutto quello che offende anche leggermente una virtù così sublime che solleva gli uomini alla sfera degli angeli, e li rende l’oggetto più caro delle divine compiacenze. Gloria.
Ill. Per quello spirito di ritiro che voi aveste, o gran santa, per cui non desideraste mai d’esser veduta da altri che dal vostro Gesù, e distratta da continue occupazioni nella vostra famiglia sapeste fabbricarvi una tal solitudine nel vostro cuore da aver sempre la mente occupata da pensieri di paradiso, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di amare anche noi la solitudine e il ritiro, malgrado lutti gli inviti che ne farà il mondo di partecipare ai suoi spettacoli, alle sue pompe, e di aver sempre rivolti a Dio i pensieri della nostra mente in mezzo a tutte le occupazioni anche più distrattive del nostro stato. Gloria.
IV. Per quello spirito di penitenza che voi aveste o gran santa, fin dagli anni della vostra infanzia, quando puniste colle più ingegnose e afflittive mortificazioni la vostra condiscendenza di una sola volta a chi vi consigliava la delicatezza e l’abbigliamento, quindi associata al Terz’Ordine Domenicano, edificaste tutto il mondo coll’astenervi perpetuamente dal vino e dalle carni e quasi ancora dal sonno, non alimentandovi d’altro che di erbe crude, non dormendo se non pochissimo, e sulle tavole, per impiegare tutte le ore in orazione, col portar sempre d’intorno al vostro corpo un doloroso cilicio e macerare la vostra carne con tre discipline ogni giorno, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di praticar sempre fedelmente quelle astinenze e quei digiuni che ne comanda la Chiesa, di tollerar con pazienza tutto quello che di afflittivo si degnerà Iddio di ordinare a nostro bene, e di mortificare spontaneamente lulle le inclinazioni perverse del nostro cuore e i desiderij smoderati dei nostri sensi, affine di avere anche noi qualche somiglianza col nostro modello crocifisso. Gloria.
V. Per quella eroica carità che vi mosse, o gran santa, a servire spontaneamente e medicare di propria mano le povere inferme abbandonale da tutti per la schifosità, pel fetore che tramandavano dalle loro piaghe, e dalle quali non foste rimeritata che con ingiurie, villanie e calunnie le più disonoranti, otteneteci dal Signore la grazia di essere sempre anche noi egualmente pronti a soccorrere il nostro prossimo in ogni sua necessità ed a perdonare generosamente, anzi contraccambiare con beneficj, tutti gli oltraggi che ci venissero fatti, affinché meritiamo in questa vila e nell’altra la beatitudine promessa ai veri mansueti e ai veri misericordiosi. Gloria.
VI. Per quell’ammirabil fortezza che col raddoppiamento delle orazioni, delle austerità e del fervore voi dimostraste, o gran santa, contro tulle le podestà dell’inferno che scatenale contro di voi vi perseguitarono per tanto tempo colle immagini più indegne nelle tentazioni più violente, e per la quale riportaste in premio del divin vostro sposo, oltre la famigliarità di parlare e di trattare co’ suoi santi e colla stessa sua madre Maria, i rapimenti, le estasi, le rivelazioni e le più intime comunicazioni con lui, fino ad essere col dono sensibile di un ricco anello dichiarata sua sposa, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di essere anche noi egualmente forti contro gli assalti dei nostri spirituali nemici, affinché sia premio della nostra fedeltà il crescere sempre ogni dì nell’amore divino, fino a meritarci con sicurezza l’unione inseparabile col sommo Bene. Gloria.
VII. Per quel lume soprannaturale di cui foste miracolosamente dotata, o gran santa, per cui poteste servire con molte lettere di consigliera agli stessi romani pontefici, e venire personalmente da loro consultata e scoprir loro quello che avevano risoluto nel proprio cuore, ed ottenere da loro la riconciliazione con Firenze già fulminata di anatema, ed il ristabilimento della santa Sede in Roma di cui era già priva da settan’anni, otteneteci dal Signore la grazia di conoscere sempre nei nostri dubbii quello che è più conforme ai voleri di Dio e più conveniente alla salute dell’anima nostra, affinché dalle nostre risoluzioni derivi l’accrescimento del nostro fervore davanti a Dio e della nostra utilità riguardo al prossimo. Gloria.
VIII. Per quella singolarissima divozione che voi aveste, o gran santa, a Gesù Cristo sacramentato, per cui foste più volte comunicata di sua mano e dissetata al suo costato col divino suo sangue; quindi, perduto il gusto degli alimenti, duraste per otto anni dal principio della quaresima fino al giorno dell’Ascensione senza cibarvi di altro che della santissima Eucaristia; otteneteci, vi preghiamo, la grazia di portare al santissimo sacramento un amore simile al vostro, onde facciamo nostra delizia il trattenerci alla sua presenza, il riceverlo nel nostro petto e il procurargli in ogni circostanza la maggior possibile glorificazione. Gloria.
IX. Per quell’ amore straordinario che voi aveste ai patimenti, per cui ascriveste a gran ventura il soffrire nelle invisibili stimmate tutti i dolori di un corpo crocifisso, e, sorpresa dall’ultima infermità, vi rendeste spettacolo di ammirazione a tutto il mondo, per la serenità, per la gioja, con cui soffriste i tormenti più spaventosi, otteneteci dal Signore la grazia di ricevere con cristiana rassegnazione, anzi con santa allegrezza, tutte le croci con che Iddio si compiacerà di visitarci, affinché, dopo avere portala la mortificazione di Cristo nelle nostre membra, possiamo con voi partecipare alla pienezza della sua beatitudine nella casa dell’eternità. Gloria.
Antiphona. O Virgo, maxima gloria præstans, cuius sacra stata orbis universus celebrat, quam Angeli cum laudibus efferunt, ac cæteri superni cives admirantur: age apud Deum, quo mentes nostræ semper divinis præceptis obtemperent, nosque virtutibus aliisque bonis augeat.
V. Ora pro nobis, beata Catharina.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus.
Deus, qui beatæ Catharinæ virginitatis et patientiæ speciali privilegio decoratæ malignantium spirituum certamina vincere et in amore tui nominis inconcusse permanere tribuisti; concede quæsumus, ut eius imitatione calcata mundi nequitia et omnium hostium superatis insidiis ad tuam secure gloriam transeamus. Per Christum Dominum nostrum. Amen.
E uno più breve:
O ammirabile santa Caterina, che meritaste di fare di tutta la vostra vita un nobilissimo olocausto, ispirandovi costantemente ad un ardentissimo amore per Gesù, l’Agnello immacolato, e per la sua diletta Sposa la Chiesa, di cui affermaste e sosteneste strenuamente i diritti in tempi turbolenti, impetrate anche a noi la grazia non solo di passare illesi in mezzo alla corruzione del mondo, ma anche di restare incrollabilmente fedeli alla Chiesa con la parola, con l ’opera e con l ’esempio, di vedere sempre e di mostrare anche agli altri nel Vicario di Cristo come l’àncora nelle tempeste della vita, come il faro, che nella notte dei tempi e delle anime indica il porto della salute.
Indulgenza di 300 giorni; plenaria, alle solite condizioni, se recitata per un mese intero (S. Paen. Ap., 12 dec. 1940).
*Secondo il calendario tradizionale la festa di santa Caterina ricorre il giorno 30 aprile, quindi la novena inizia il 21 aprile (il triduo il 27 aprile) e si conclude il 29 aprile, festa di san Pietro Martire domenicano e inizio della Prodigiosa Novena alla Madonna del Rosario di Pompei. Nulla vieta ai fedeli di fare una novena o un triduo alla Serafica Vergine in qualsiasi altro periodo dell’anno.
Immagine : Giovanni Odazzi, S. Caterina è presentata al Cristo dalla Vergine Maria per le nozze mistiche, XVIII sec., Cappella di S. Caterina, Basilica S. Sabina, Roma / scuolaecclesiamater.org