Volentieri offriamo ai lettori questo estratto del (Sezione II: Sant’Alfonso M. de’ Liguori, Glorie di Maria) sulla curiosa vicenda riferita dal Cesario e dal P. Rho.
Quanto sia pietosa coi miseri peccatori questa nostr’avvocata, ben lo dimostrò con Beatrice monaca nel monastero di Fonte Eraldo, come si riferisce da Cesario (Lib. 7, c. 34) e dal P. Rho (In Ex.). Questa infelice religiosa, vinta dalla passione verso d’un certo giovane, concertò di fuggirsene insieme. E infatti un giorno la disgraziata se ne andò avanti ad un’immagine di Maria, ivi depose le chiavi del monastero, poich’ella n’era la portinaia, e sfacciatamente si partì.
Giunta in altro paese, ivi si diede a fare la donna pubblica e visse quindici anni in questo stato miserabile. Avvenne poi che in quella città s’incontrò col fattore del monastero, ed ella gli domandò, stimandosi già da colui sconosciuta, se conosceva Suor Beatrice. Ben la conosco, quegli rispose: è una monaca santa, ed ora è maestra di novizie. A questo parlare ella restò confusa e stupita, non sapendo intendere come ciò fosse. Onde per chiarirsi del vero, si travestì e si portò al monastero. Ivi fece chiamar Suor Beatrice, ed ecco che le comparve innanzi la SS. Vergine in forma di quella stessa immagine, a cui in partirsi dal monastero aveva consegnato le chiavi e le vesti. E la divina Madre così allora le parlò: Beatrice, sappi che io per impedire il tuo vituperio ho presa la forma tua, ed in tua vece, per questi quindici anni che sei vissuta lontana dal monastero e da Dio, ho eseguito il tuo impiego. Figlia, torna, fa penitenza, che il mio Figlio ancora t’aspetta; e procura con la buona vita di conservare il buon nome ch’io qui ti ho acquistato. Così disse e disparve.
Allora Beatrice rientrò nel monastero, riprese l’abito di religiosa, e grata a tanta misericordia di Maria visse da santa; e in morte poi manifestò tutto a gloria di questa gran regina.
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