Il 24 maggio è per l’Ordine dei Predicatori la festa della Traslazione del santo Padre Domenico, avvenuta appunto in questo giorno del 1233. Di seguito, il racconto che si legge nel Breviario proprio dei Domenicani.
Migrata che fu nel regno dell’eterna gloria l’anima del santissimo Patriarca Domenico, il suo corpo, purissimo per il candore della verginità, fu posto in un’arca lignea e seppellito in un luogo umile a Bologna. Ma poiché quelle felici reliquie risplendevano per innumerabili miracoli, molti credettero di doverle trasferire in un luogo migliore e maggiormente decente. E fu stabilita la data per compiere il rito (il 24 maggio, martedì di Pentecoste).
Vi presero parte il venerabile Giordano, secondo Maestro dell’Ordine, l’Arcivescovo di Ravenna, il podestà di Bologna e una moltitudine immensa di clero e di popolo, proveniente anche dalle città vicine.
Aperto il sepolcro, un odore soavissimo avvolse le narici e le anime con una piacevolezza tale che pareva fosse stata aperta una dispensa di pregiatissimi unguenti piuttosto che la tomba d’un morto.
Allora l’ammirabile Giordano, e gli altri Frati assieme a lui, tra le lacrime, con somma devozione, estrassero le reliquie dalla primitiva arca e le riposero nella nuova e le racchiusero in un sepolcro di marmo.
Qui pure Dio onorificò l’uomo Apostolico (san Domenico) con innumerevoli prodigi divini.
Preghiera a san Domenico
che si recitava ogni martedì dell’anno
presso il suo sepolcro in Bologna
I. Splendidissimo lume della Chiesa di Dio, Santo padre Domenico, che ancora bambino prevenuto dal cielo con pienezza di doni sovrabbondanti serbaste sino all’ultimo la grazia battesimale, impetrateci virtù e forza di mantenere quanto abbiamo promesso a Dio nel battesimo. Pater, Ave, Gloria.
II. Ardentissimo zelatore della salute spirituale e corporale dei prossimi, Santo padre Domenico, che col vostro merito procuraste a tanti mendichi il necessario sostentamento, a tanti infermi la sanità, a tanti peccatori la grazia, a noi che siamo poveri di virtù e nelle vie dello spirito deboli ed incostanti, impetrate, vi supplico, fervore e lena per battere con coraggio il sentiero della perfezione cristiana. Pater, Ave, Gloria.
III. O Santo padre e patriarca Domenico, che dopo una vita immacolata e purissima foste assicurato da Dio di un buon fine, e invitato da Lui al beato immortale riposo, deh! chiedete per noi, non già questo pegno anticipato di sicurezza, che in alcun modo nol meritiamo, ma la grazia di vivere col santo timore di Dio, onde poi otteniamo dalla divina misericordia il gran dono della perseveranza finale. Pater, Ave, Gloria.
🔴 Omaggio a san Domenico nel Giubileo per l’VIII centenario dalla morte.
🔴 I quindici martedì di san Domenico
🔴 Le glorie dell’Ordine di San Domenico
Immagini : Messa in rito domenicano presso l’Arca di San Domenico celebrata durante il Giubileo per il VII centenario della confermazione dell’Ordine dei Predicatori (fonte: catholicvs.blogspot.com) – Nicola Pisano, Niccolò dell’Arca, fra’ Guglielmo, Arnolfo di Cambio, Michelangelo Buonarroti, Alfonso Lombardi e Jean-Baptiste Boudard, Arca di san Domenico, XIII-XVIII sec., Basilica di san Domenico, Bologna (fonte: wikipedia.org). Il corpo di san Domenico, sepolto – come egli aveva desiderato – nel coro di San Niccolò delle Vigne “sotto i piedi dei suoi frati ”, fu esumato e trasferito dal beato Giordano di Sassonia il 24 maggio 1233 in un sarcofago di marmo. Il beato Giovanni da Vercelli, VI Maestro Generale, ordinò la costruzione di un’arca più degna e il 5 giugno 1267 vi depose le reliquie del santo Fondatore. Lo splendido sepolcro eseguito da Niccolò Pisano e completato poi dà Niccolò di Bari, fu aperto il 15 febbraio 1383 – durante il generalato del beato Raimondo da Capua – per l’estrazione del capo: fu l’ultima volta che le ossa del santo Padre vennero alla luce. Le traslazioni successive (11 novembre 1411 – in una speciale cappella – e 25 aprile 1605 – nel luogo attuale) si compirono senza aprire la cassa. Il 17 aprile 1943, per sottrarli alla minaccia delle incursioni aeree, i preziosi resti furono riposti in un rifugio blindato e poi prelevati il 23 agosto 1946. Dopo accurata ricognizione radiologica e solenni celebrazioni, il 15 settembre, alla presenza del Cardinale Legato, del Maestro Generale padre Stanislao Gillet e del Capitolo elettivo dell’Ordine, vennero ricollocati nella candida arca marmorea.