Per celebrare devotamente e con frutto spirituale la festa del Ritrovamento della Sacrosanta Croce del Signore.
O croce santa, consacrata dai sudori e dal sangue del mio Salvatore, anch’io ti abbraccio. Tu sarai il mio rifugio, la mia luce, la mia scienza e tutta la mia sapienza. Non mi abbandonare, non ti allontanare mai da me, benché la mia carne ti tema e ti fugga. In te si trova la salute, la vita, la vittoria sui maligni Spiriti, l’allegrezza del cuore, la perfezione delle virtù. Tu hai confermato gli Apostoli, fortificato i Martiri, sostenuto le Vergini, santificato tutti i Giusti. Tu rallegri gli Angeli, difendi la Chiesa, riempi il Cielo, e, nel tremendo giorno dell’ultimo Giudizio, tu comparirai con Gesù per la gloria dei suoi eletti e per confusione eterna dei suoi nemici. Anima mia miserabile e peccatrice, che cosa hai trovato quando hai sfuggito la croce? Qualunque sforzo tu fai per schivarla, tuo malgrado sempre l’incontri, perché vivi in lungo di esilio e in una valle di lacrime. Scansandola da una parte, cadi dall’altra in una infinità di altre pene che ti rattristano, t’inquietano, ti turbano, ti abbattono e non ti lasciano alcuna speranza. Se ti abbandoni per cercare le dolcezze del mondo, perdi la pace del cuore, la consolazione interna, la sapienza celeste: il mondo ti divide, ti angustia, ti trascina dietro a sé. Se la fuggi per seguire le inclinazioni della carne, ti trovi in una continua incostanza e in una continua agitazione. se l’abbandoni per correre dietro alle vanità, rimani vuota, affamata, sempre bramosa, né mai contenta. intanto i beni dei quali tu facevi gran conto, si dileguano ad ogni istante: ora perdi la sanità, ora l’onore, indi le ricchezze, infine gli amici. Ciò che desideri, mai non giunge; e, se talvolta giunge, non dura. Tu non puoi fare nessun assegnamento sulla vita: la morte è accompagnata da spaventi e da tormenti, giacché quanto ti sta dintorno ti contamina la coscienza. Ad ogni passo trovi mille disgusti; e di tante inutili cure non ti rimangono spesso che lacrime amare, un dolore senza conforto, una perdita senza risorsa. Ecco, o croce santa, il pericolo in cui mi son trovato per averti fuggita quando a me ti sei presentata, per non averti abbracciata con tutto il mio cuore. O croce santa, luce del paradiso, sicuro asilo degli afflitti, accoglimi tra le tue braccia, e fa’ che per mezzo tuo io sia unito con Colui che sopra di te mi ha ricomprato. Così sia.
(Bartolo Longo, I Quindici Sabati del Ss. Rosario, Pompei, 1950, pp. 286-287)
Immagine: Michelangelo Buonarroti, Angeli con la croce, particolare de Il Giudizio Universale, 1536-1541, Cappella Sistina, Palazzo Apostolico Vaticano (fonte: icsrizzoli.it)