Chiacchierata col Guelfo Rosa
RS: L’appassiona il dibattito sul ddl Zan?
GR: Più che un dibattito è quasi un coro di idee sbagliate sulla libertà. Da una parte quelli che declinano la libertà come un’audeterminazione senza limiti, in grado di valicare l’ordine della natura, anzi di ricrearlo; dall’altra – persino secondo certi esponenti cattolici – come un diritto intrinseco estendibile al punto da confondere il concetto stesso di verità: ovvero l’idea folle che ci si debba opporre ai provvedimenti del ddl Zan non perché postulino una visione falsa della realtà ma perché limitanti la libertà di espressione, quasi fosse questo il criterio ultimo. Ho visto post di movimenti contrari al ddl che mi facevano ideologicamente orrore, per certi versi quasi più devastanti della proposta contraria. La confusione dei piani tra libertà e verità è, del resto, il grande problema della modernità, vedere Dignitatis Humanae. Le due false idee di libertà qui esposte solo due lati della stessa medaglia. Consiglio per chiarirsi le idee di leggere tra l’altro: Sodoma distrutta. Le parole di Santi e Papi contro l’omosessualismo, o Dal divorzio al gender- Famiglie centrifugate e identità liquida: una dissoluzione dalle origini remote, oppure Abbattere gli idoli contemporanei. Non moriremo liberal.
RS: Come finirà?
GR: Dite a livello parlamentare? Finirà di sicuro con una frattura, il tempo delle ipotesi di compromesso è finito. E da un certo punto di vista è un bene: lo spettacolo offerto da un Salvini liberal-gay-friendly che correva verso soluzioni cerchiobottiste non è inedito, ma in ogni caso davvero penoso. Ora è da vedere chi la spunterà, certo le possibilità di una vittoria del fronte del sì sono scese, perché il voto segreto è sempre un’incognita.
RS: Dopo aver toccato le grandi questioni filosofiche, passiamo alla bassa politica parlamentare?
GR: Vedete, non c’è bisogno di ripetere che la vicenda Zan sembra intrecciarsi con partite più alte: dalla stabilità della maggioranza sulla via dell’elezione del presidente della Repubblica (la “destra” ha il 45% dei grandi elettori), agli scarsi risultati del partito di Renzi, fino alla sua eterna rivalità con Letta. Ma forse c’è una variabile in più che pochi considerano.
RS: Ovvero?
GR: La variabile Conte. L’uomo è a un passo dal farsi un partito o dal conquistarne uno, ed è notoriamente vicino all’attuale gerarchia vaticana. Non credo si possa escludere a priori che qualche contatto ci sia stato. Lo si è detto: il voto segreto dà spazi di manovra, in particolare in un quadro politicamente esplosivo come questo.
RS: Che fare?
GR: Non illudersi. C’è qualcuno così sprovveduto da ritenere che eventualmente “vinta” questa battaglia sia finita la guerra? No: è solo questione di tempo. Nella nostra società il Cattolicesimo è sotto certi aspetti strettamente minoritario, non si pensa più da cattolici: questo è il problema. Lo si è visto per gli argomenti portati anche da larga parte del fronte del no al ddl. Questo ci rende estremamente vulnerabili nelle battaglie mondane, seppur potenzialmente fortissimi se sapremo essere fedeli. Quindi vi dico: è tempo di salvare (bene!) i semi, non di lanciarsi in scomposte trebbiature, in caotiche corse nei campi. Tornate cattolici, formatevi. Magari leggendo testi come Vademecum Cristiano. Manuale di guerra per essere fedeli a Cristo nella società dell’apostasia di San Giovanni Bosco.
Saluti!
Immagine in evidenza da AlessandriaOggi.