Volentieri offriamo ai lettori la traduzione di Radio Spada (dal tedesco e dal francese) di due testi relativi alle ipotesi di restrizione del Motu Proprio Summorum Pontificum che, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere imminente, forse già con un documento di venerdì 16 luglio.
Traduzione dal tedesco di un estratto dell’intervista al canonista Georg Bier, professore di diritto canonico e storia del diritto ecclesiastico all’Università di Friburgo. Katholisch.de, 14 luglio 2021
[…] Domanda: Ora ci sono ipotesi di piani per restringere nuovamente il “Summorum pontificum”. Papa Francesco se ne occuperà sicuramente anche in termini di continuità. Quali modi ci sarebbero per restringere nuovamente la forma preconciliare?
Bier: Il Papa può emanare una nuova legge e limitare le possibilità di celebrare la messa nel rito preconciliare. Il “Summorum pontificum” ha trasformato il permesso di eccezione in un diritto generale dei credenti. I Vescovi devono renderlo possibile, se necessario con l’appoggio della Sede Apostolica. La forma straordinaria e quella ordinaria del rito non sono del tutto uguali – perché devono sempre esserci messe in rito ordinario – ma attualmente non è richiesta alcuna autorizzazione speciale, ovviamente entrambe coesistono.
Una restrizione sarebbe ora possibile in molti ambiti: il Papa potrebbe reintrodurre un obbligo di permesso o imporre condizioni alla celebrazione della forma straordinaria, che potrebbero essere intese come restrizioni. In linea di principio, il Papa avrebbe anche la possibilità di abolire completamente questa forma di messa. Il Papa, in quanto supremo legislatore della Chiesa, può decidere ciò che ritiene più vantaggioso per la Chiesa. Probabilmente non abrogherà del tutto il “Summorum Pontificum”, perché non sono scomparse le sensibilità dei singoli gruppi che hanno portato all’adozione di questo motu proprio. Il Papa probabilmente non vorrà scontentare i sostenitori della forma preconciliare. Inoltre, Benedetto XVI vive. Sarà riluttante a contraddirlo apertamente. La continuità è stata molto importante per tutti i papi negli ultimi decenni, anche papa Francesco sottolineerà la continuità, come ha fatto con “Amoris laetitia”, per cui l’insegnamento della Chiesa non è stato modificato, secondo la mens papale, ma solo ulteriormente sviluppato. Quindi ci saranno restrizioni moderate nella migliore delle ipotesi, ma in linea di principio il Papa ha tutte le opzioni.
Traduzione dal francese di un ampio estratto dell’articolo Quelles seront les restrictions apportées à Summorum Pontificum? FSSPX.news, 14 luglio 2021.
Riguardo al documento romano che dovrebbe restringere il Motu Proprio Summorum Pontificum, ci sono molte speculazioni e ipotesi.
Data della pubblicazione: Mons. Roland Minnerath ha dichiarato il 26 giugno ai fedeli che esprimevano la loro disapprovazione dopo l’espulsione dei sacerdoti della Fraternità San Pietro dalla sua diocesi di Digione, che avrebbero avuto “un nuovo Motu Proprio, nei prossimi giorni o settimane”.
Ci sono anche molte speculazioni sul contenuto di questo documento romano. Sono alimentate dalle recenti dichiarazioni degli oppositori del Motu Proprio. Il bollettino di Paix liturgique n° 805 del 28 giugno così riporta le parole del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, davanti a un gruppo di cardinali: “Dobbiamo porre fine per sempre a questa Messa! “
Allo stesso modo, Mons. Arthur Roche, nuovo Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha spiegato ridendo ai responsabili dei seminari a Roma e ai membri della Curia, tutti anglofoni: “Il Summorum Pontificum è praticamente morto! Ridaremo potere ai vescovi su questo punto, ma soprattutto non ai vescovi conservatori”.
Queste dichiarazioni sono in linea con Andrea Grillo, professore di liturgia al Pontificio Istituto Sant’Anselmo. Per questo bonario progressista, Summorum Pontificum ha introdotto uno stato aberrante di “eccezione liturgica”, che gli ha fatto dire sul sito Munera il 21 gennaio 2019: “Il peccato dell’Ecclesia Dei si chiama Summorum Pontificum . “
Non più un diritto, ma una tolleranza?
Il 2 giugno 2021 sul blog di Jeanne Smits abbiamo potuto leggere dalla penna di Diane Montagna, giornalista di Remnant, che il documento era alla sua terza versione, una versione “meno severa delle due precedenti”.
La prima versione stabiliva un limite minimo di età per la celebrazione della “forma straordinaria” [ vietata forse ai minori di 78 anni? NdR ], un po’ come l’indulto di Paolo VI che autorizzava i sacerdoti anziani a dire la messa tradizionale dopo la promulgazione del Novus Ordo . Questa prima versione prevedeva anche di porre gli istituti Ecclesia Dei sotto l’autorità della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Questo primo progetto è stato accompagnato, sempre secondo Diane Montagna, da una lettera di presentazione di papa Francesco “particolarmente dura e aggressiva” nei confronti della messa tridentina.
Citando fonti vaticane, ha aggiunto che il cardinale Luis Francisco Ladaria, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, si era fortemente opposto alla prima versione del documento, e che anche la lettera del papa era stata rivista.
La terza versione si accontenterebbe di un’autorizzazione preventiva per i sacerdoti diocesani, senza che sia ancora definito se debba essere data dal vescovo locale o da Roma.
Concederebbe alle comunità Ecclesia Dei la possibilità di celebrare secondo il rito tradizionale – pur chiedendo la loro adesione al Concilio e alle sue riforme – ma la libertà per tutti i sacerdoti di dire la Messa tridentina che il Summorum Pontificum ha riconosciuto in loro, sarebbe abolita. Passeremmo così da diritto riconosciuto a tolleranza concessa.
In caso di controversia, i ricorsi sarebbero esaminati non dalla Congregazione per la Dottrina della Fede ma dalla Congregazione per il Culto Divino, il cui nuovo prefetto, mons. Roche, è «noto come risoluto oppositore della messa tradizionale e al Motu Proprio Summorum pontificum ”, come scriveva Yves Daoudal sul suo blog il 28 maggio.
Non possiamo che ribadire quanto dichiarato da FSSPX.Actualités (28 maggio): una tale restrizione al Motu Proprio di Benedetto XVI, sarebbe perfettamente “abusiva”, e poiché andrebbe contro il bene comune della Chiesa, sarebbe “nulla”. Sebbene la Fraternità San Pio X non possa sentirsi preoccupata, «si rammaricherebbe profondamente di tale limitazione, perché sarebbe un passo indietro sulla via del ritorno alla Tradizione che ritarderebbe la soluzione della crisi della Chiesa». […]
(Fonti: Paix liturgique / J. Smits / AM Valli – tradotto da J.Smits e benoitetmoi / FSSPX.Actualités / DICI n° 410 – FSSPX.Actualités)
Immagine in evidenza: Kaiser Guilherme II, CC BY-SA 3.0, attraverso Wikimedia Commons