dagli Annali di Nostra Signora di Lourdes (Anno VIII -11 Luglio 1882 – Fascicolo VII)
A molti verrà spontanea la domanda: Perché mai la Vergine volle esporsi ai disagi e ai pericoli di sì lungo viaggio e disastroso? Ogni istante della vita di Maria è fecondo di misteri e lascia al devoto ammiratore un utile insegnamento. Per la qual cosa non dobbiamo pensare che a questo viaggio si accingesse per semplici convenevoli, né soltanto per congratularsi con Elisabetta della sua sorte, e per raccontarle le meraviglie che nella bell’anima di lei aveva operato il Signore; ma principalmente per apportare al Precursore del Messia un raggio di quella grazia di cui ella era divenuta la tesoriera. «Non fu la parentela, o l’intimità la causa di quel viaggio e della lunga permanenza, disse sant’Ambrogio, ma il vantaggio di sì gran profeta, cioè del Battista» (L. 2 comm. in Luc.).
Ed eccovi come Maria comincia ad esercitare nel mondo l’uffizio di aurora, che, giusta la frase della Chiesa, sparse sulla terra l’eterno lume Cristo Nostro Signore (In Praefat. B. V.).
Ella già va a dileguare per la prima volta le tenebre del peccato, santificando il Precursore nell’utero della madre, e (cosa insolita, e che mai più non si legge nella sua vita) ella si dà fretta, per istrappare un’anima alla servitù del demonio.
Oltre a ciò, la carità essendo fiamma che tende a diffondersi, Maria che avea nel suo seno la carità personificata, non poteva in sé contenerla senza che la comunicasse anche ad altri.
Chi mai avrebbe pur lontanamente sospettato, al vedere questa ebrea donzella affannarsi con passo frettoloso a percorrere quegli aspri sentieri, che essa era l’alba foriera del nuovo giorno, la più grande creatura che mai abbia abitato la terra, in una parola la Madre di Dio? I sapienti del mondo, i doviziosi, i grandi agli occhi degli uomini, che pur sono stolti e poveri e piccoli in faccia a Dio, se si fossero imbattuti per via in questa santa donzella, non l’avrebbero degnata, non che di un saluto, di uno sguardo: eppure ella era la Madre della Sapienza Incarnata, Colei che albergava nel suo seno l’Eterno Amore!
Giunta dunque Maria alla casa della sua parente, la salutò; e questa corsele incontro, e meravigliata a quell’inaspettato arrivo, l’abbracciò caramente, e le fece mille liete accoglienze. “E udendo Elisabetta il saluto di Maria, il bambinello Giovanni saltellò nel seno di lei, ed essa medesima fu ripiena di Spirito Santo, ed esclamò con un grido di gioja: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo ventre. E donde a me tanto onore che venga a me la Madre del Signor mio? Perocché ecco che appena il tuo saluto risonò al mio orecchio, esultò di gioia il fantolino nelle mie viscere. E te beata che credesti, poiché si adempiranno in te quelle promesse che ti furono fatte da Dio.
Che sublimità di pensieri per chi li contempla nella semplicità del proprio cuore, però impenetrabili all’occhio indagatore del superbo! Dappoiché chi avea detto ad Elisabetta che quella modesta fanciulla era già la Madre di Dio? Donde aveva ella saputo che Maria avea creduto a Dio per poterla chiamare perciò beata? Non altri che lo Spirito Santo, il quale le avvalorò gli occhi dell’anima per iscorgere nella sua parente qualche cosa «alta più che creatura». Il perché in queste profetiche parole di Elisabetta abbiamo una splendida confessione della divina maternità di Maria, una nobile testimonianza, che fu come il primo anello di quella catena che dura da diciannove secoli e durerà quanto il mondo.
Miriamo più addentro di quanto valore fu questa visita di Maria, affinché si desti in noi il desiderio di essere fatti degni in questo duro esiglio, non dirò già della sua beata presenza, ma di quelle visite spirituali che suol fare alle anime colla sua grazia abbondante, Imperciocché lo stesso fu il metter piede in quella casa e il dar principio ad una serie di portenti, come avveniva dell’Arca santa, la quale ove che posava era apportatrice di benedizione. Elisabetta infatti è ripiena di Spirito Santo, e da celeste lume illustrata è messa a parte dei segreti consigli di Dio. Il bambinello Giovanni dal chiostro del grembo materno si accorge della presenza di Gesù, senza vederlo, e, nel modo che gli è permesso, gli manifesta la sua riconoscenza: ed entrambi si salutano scambievolmente come due cari amici che si riveggono dopo lunga assenza. Elisabetta si rallegra all’arrivo di Maria, il Battista a quello di Gesù, e con doppio miracolo profetano le madri collo spirito dei bambini.
Gl’increduli che hanno un cuore impastato di cinismo, e freddo siccome il ghiaccio, non veggono in quei salti del fanciullino Giovanni che dei guizzi cui la materia animata fa nell’utero di una donna ; ma la Chiesa cattolica, che imprime un suggello di sublimissima poesia in ciò che tocca, vede in quei salti il giubilo del Battista infantilmente mostrato al sentirsi presso del suo Dio, ed un vivo ringraziamento a quella celeste Aurora che gli recava il Sole di giustizia per liberarlo, prima che nascesse, dalla colpa di origine.
E qui son degne di udirsi le riflessioni che ci lasciò a tale proposito la penna eloquentissima del Grisostomo. « Vedi, egli dice, quanto mirabile sia questo mistero. Giovanni non è ancor nato, e già parla coi balzi di gioia ; non gli si concede di esprimersi, eppure coi salti si fa sentire; ancor non respira, e già annunzia Dio; non vede luce, e già mostra il sole ; non ancora è libero, e fa l’ uffizio di Precursore. Egli non soffre di essere più a lungo in prigione alla presenza del Redentore, ma vuol rompere i ceppi e additare al mondo il Messia, dicendo: Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. (In Metaphr. mens. jul.)
Or bene, tutti questi prodigi, e quei tanti più che si operarono invisibilmente nelle anime di quella avventurata famiglia si dovettero alla visita di questa benedetta Verginella di Nazaret: di guisa che poté dire di lei Elisabetta, come Salomone della sapienza : Insieme con essa tutti i beni mi piovvero in seno.
E questo senza dubbio sarà il motivo, pel quale la festa della Visitazione di Maria Vergine è universalmente conosciuta dal popolo cattolico sotto il titolo di Madonna delle Grazie: perché in questo tratto della sua vita cominciò a mostrarsi splendida in comunicar quella grazia che trovò nel divenire Madre di Dio. E siccome i doni del Signore sono senza pentimento, come saggiamente osservò Bossuet, così avendo egli una volta disposto che la volontà di Maria cooperasse efficacemente a dar Gesù Cri. sto agli uomini, è da credere che questo suo primo disegno più non si muti, e noi seguiamo a ricevere sempre i doni di Dio per mediazione di Maria. Laonde soleva dire san Bernardo: Cerchiamo la grazia, e cerchiamola per intercessione di Maria.
Fonte immagine : wikimedia.org