di Giuliano Zoroddu

In questi giorni è passata in Parlamento la riforma che fa cadere il vincolo dei venticinque anni d’età per l’elezione del Senato della Repubblica: ne basteranno diciotto. Così mi è venuta in mente la figura di Luigi Antonio di Borbone, al quale per entrare nel Senato della Chiesa Romana, ossia il Collegio Cardinalizio, di anni d’età ne furono sufficienti solamente otto. Di lui andiamo oggi a parlare.
Luis Antonio Jaime de Borbón y Farnesio nacque a Madrid il 25 luglio 1727 da Filippo V di Spagna e dalla sua seconda moglie Elisabetta Farnese. Per desiderio di quest’ultima, alla morte del cardinale Diego de Astorga y Céspedes nel 1734, fu proposto al Papa come nuovo Arcivescovo di Toledo e Primate delle Spagne.
Poiché il principe aveva solo sette anni, Roma cercò di far naufragare la proposta. Invano.
L’anno successivo, il 10 novembre 1735, Clemente XII (noto per esser stato il pontefice che per primo condannò la Massoneria) lo nominava Amministratore Apostolico dell’Arcidiocesi Primaziale di Toledo, creandolo poi, il 19 dicembre dello stesso anno, Cardinale Diacono di Santa Maria alla Scala. Aveva solo otto anni. Privo di qualsiasi ordine sacro, il governo della chiesa che gli era stata affidato, venne espletato per mezzo Bernardo Froilán Saavedra, Arcivescovo titolare di Larissa, in attesa che il Cardinale, raggiunta l’età canonica, potesse essere in grado di ricevere gli ordini e di governare da sé.
Alle stesse condizioni, Benedetto XIV il 19 settembre 1741, lo elesse Amministratore Apostolico di Siviglia, governando quella Chiesa per mezzo di Gabriel de Torres y Navarra, arcivescovo titolare di Melitene.
Presa coscienza di non avere alcuna vocazione alla vita clericale – la caccia era la sua grande passione – il 18 dicembre 1754, ventisettenne, rinunziò a tutte le dignità, cardinalato compreso, ottenendo una pensione da ricavare dalle rendite della Primaziale di Toledo.
Conte di Chinchón dal 1761, aumentò grandemente le sue ricchezze e, impianta la corte nel palazzo di Boadilla, vi fece il ritrovo degli artisti più brillanti del secolo. Tra questi il Goya.
Nel 1776 sposò María Teresa de Vallabriga y Rozas, di trentadue anni più giovane di lui: un matrimonio morganatico (la sposa non aveva sangue reale) che escludeva la prole dalla successione al trono. La coppia ebbe quattro figli: due maschi e due femmine.
Morì il 7 agosto 1785, a quarantasette anni e, per disposizione del re, fu seppellito all’Escorial.
Suo figlio Luigi Maria (1777-1823) occupò più tardi tutte le funzioni che erano state di suo padre: Arcivescovo metropolita di Siviglia nel 1799, Cardinale Prete di Santa Maria alla Scala e Arcivescovo metropolita di Toledo nel 1800.


Figure già trattate sul sito (sono escluse le innumerevoli figure trattate sulla pagina Facebook)
Alfonso Petrucci, un cardinale congiurato alla corte di Leone X
Odet de Coligny de Châtillon, il cardinale ugonotto
Carlo Carafa, il terribile nipote di Paolo IV
Ippolito d’Este, Cardinal di Ferrara
Niccolò Coscia
Ippolito II d’Este


Immagine: Louis Michel Vanloo, Il Cardinale Infante Luigi Antonio di Borbone, 1537, Museo Nacional del Prado, Madrid (da wikimedia.org)