di Giuliano Zoroddu

La festa dell’Assunzione di Maria Santissima fu fin da antico solennissima in Roma. L’introdusse Sergio I (687-701) e Leone IV (847-855) la dotò di ottava. Il Pontefice celebrava la messa in Santa Maria Maggiore, dopo aver preso parte alla fastosissima processione della notte precedente.
I rituali avevano inizio la mattina del 14 agosto, quando il Papa si recava nell’oratorio di san Lorenzo nel Patriarchio, ove fatte sette genuflessioni all’immagine acheropita del Salvatore, ne baciava i piedi e scopriva il volto al canto del Te Deum.
Portata dai Cardinali Diaconi e scortata da dodici ostiari coi ceri accesi, seguiti dal suddiacono regionario colla croce stazionale, dal clero palatino, dal primicerio con la schola cantorum, dal Praefectus Urbi con dodici romani (sei con la barba e sei sbarbati) in rappresentanza del Senato, e dal popolo tutto, l’icona attraversava la Via Sacra fino alla chiesa di Santa Maria Nuova, sotto il cui portico in atto di adorazione i piedi del Salvatore venivano lavati con aromi, e di qui a Sant’Adriano, dove riceveva un’ulteriore lavanda. Tappa finale era la Basilica Liberiana per la celebrazione della messa stazionale da parte del Pontefice.
Queste cerimonie, sentitissime dal popolo romano, subirono nel corso del Medioevo, vari arricchimenti da un lato, ma non mancarono gli abusi, soprattutto a motivo delle turbolenze che scossero Roma segnatamente durante la permanenza della Santa Sede ad Avignone. Così san Pio V pensò bene di abolire la processione.
Rimase solamente la solenne messa in Santa Maria Maggiore, poi sanzionata da Sisto V nella sua costituzioni sulle riorganizzazione delle stazioni.
La celebrazione della messa spettava al Cardinale Arciprete. Il Sommo Pontefice vi assisteva al trono in manto bianco, contornato dal Sacro Collegio.
La predica fino al 1828 era tenuta dal Procuratore dell’Ordine di Santa Maria della Mercede, come stabilito da Clemente XI nel 1718. Leone XII però trasferì questo onore ad un convittore del Collegio dei Nobili (istituito dai Padri Gesuiti sotto il suo pontificato), il quale teneva il sermone in berretta e cappa con fodera di seta cremisi.
Alla fine della messa, che non prevedeva particolarità, il Pontefice e i Cardinali versavano rispettivamente cinquanta e uno scudo d’oro alla Confraternita del Gonfalone per il riscatto degli schiavi.
Questa Cappella Papale, per volontà di Benedetto XIV, era seguita dalla benedizione del popolo dalla loggia della Basilica, che era stata fatta costruire dal medesimo Pontefice nel 1741.
I diari dei cerimonieri ci tramandano alcune date: Giulio II tenne Cappella Papale alla Liberiana il 15 agosto 1509; così pure Paolo III nel 1538 e Gregorio XIII nel 1572 e nel 1573. Benedetto XIII nel 1724 celebrò messa egli stesso nella Cappella Borghesiana. Clemente XII, nel 1732, ordinò che vi si cantasse il Te Deum a motivo della presa di Orano in Algeria operata da Filippo V di Spagna. Leone XII stabilì che la cerimonia dovesse svolgersi nuovamente all’altare papale. L’ultimo Pontefice a tenere la Cappella Papale dell’Assunzione in Santa Maria Maggiore fu Pio IX nel 1869.
L’ingresso delle truppe italiane in Roma il 20 settembre dell’anno seguente, segnarono la fine del secolare rito, il cui svolgimento si spostò nella Cappella Palatina.

Riferimenti bibliografici: G. MORONI, Le cappelle pontificie, cardinalizie e prelatizie, Venezia, 1841; A. I. SCHUSTER, Liber Sacramentorum. Note storiche e liturgiche sul Messale Romano. Vol. VIII. I Santi nel Mistero della Redenzione (Le Feste dei Santi dall’Ottava dei Principi degli Apostoli alla Dedicazione di S. Michele), Torino-Roma, 1932.

Immagine : Proclamazione del dogma dell’Assunzione in Piazza San Pietro il 1° novembre 1950 [fonte: caeremonialeromanum.com].