I. Ammirabile S. Rosa, eletta da Dio ad illustrare colla santità la più eccelsa la nuova cristianità dell’America e specialmente la capitale dell’immenso Perù, voi che, appena letta la vita di S. Caterina da Siena, vi prefiggeste di camminare sulle sue orme, e nell’età tenerissima di cinque anni vi obbligaste con voto irrevocabile alla perpetua verginità, e radendovi spontaneamente tutti i capelli, rifiutaste col linguaggio il più eloquente i più vantaggiosi partiti che vi vennero offerti appena giunta alla giovinezza, impetrate a noi tutti la grazia di tenere una tale condotta d’edificar sempre i nostri prossimi, specialmente con una gelosa custodia della virtù della purità, che è la più cara al Signore e la più vantaggiosa per noi.
Gloria.

II. Ammirabile S. Rosa, che non contenta di fare vostra speciale delizia l’esercizio dell’orazione, fino ad impiegarvi niente meno di dieci ore ogni giorno, foste anche cosi singolare nella pratica della penitenza da non cibarvi nell’età più tenera che di pane e di acqua, da obbligarvi nel quindicesimo anno a non usare mai carne in tutto il tempo di vostra vita, anzi di vivere le intere settimane col solo cibo degli Angeli, da non dormire che sulle tavole, non avendo per guanciali che dei mattoni involti in un sacco, da flagellarvi continuamente fino all’effusione del sangue, da portare sulla nuda carne una veste tessuta di crini di cavallo, da cingere sempre il vostro capo con una corona tutta ispida di acute punte, ottenete a noi tutti la grazia di deliziarci mai sempre nell’esercizio dell’orazione, che è la chiave di tutti i tesori, e dell’evangelica penitenza, che è il mezzo più sicuro per trionfare delle nostre passioni, e cosi avanzarci continuamente nella cristiana giustizia.
Gloria.

III. Ammirabile S. Rosa, che, chiudendovi spontaneamente in una cella da voi fabbricata in un angolo del vostro giardino, ma cosi angusta da non oltrepassare la larghezza di quattro piedi e la lunghezza di cinque, foste più volte visitata da S. Caterina da Siena, dal vostro Angelo Custode, da Gesù Cristo medesimo e dalla divina sua Madre, che vi diedero insieme le più tenere dimostrazioni di amore, e v’inondarono il cuore delle più pure consolazioni, voi che per quindici anni foste ogni giorno travagliata dalle più orride rappresentazioni dell’infernale nemico e dalle aridità le più desolanti, a cui si aggiungevano i corporali dolori prodotti dalle infermità più gravi; per quella umiltà profondissima con cui conservaste mai sempre un sentimento bassissimo di voi medesima; per quella eroica rassegnazione onde tramezzo a tutti i mali, lungi dal proferire lamenti, desideraste di patire ancor di più; per quella straordinaria allegrezza che voi provaste nel sentirvi assicurata della eterna salute, e rivelato il momento del vostro trapasso onde vi disponeste a farlo con maggior fervore e con maggior merito, per quella gioia veramente celeste che vi inondo l’anima al momento di vostra morte; per quell’amore singolarissimo alla penitenza per cui, rifiutando la morbidezza del guanciale, voleste esser depositata sopra le tavole ignude per più rassomigliare al Redentor crocefisso; finalmente per quei prodigi, onde il Signore illustrò la vostra morte, rendendo fragrante il vostro cadavere portato dagli stessi canonici di Lima sulle loro spalle al sepolcro, impetrate a noi tutti la grazia di ricevere sempre con sentimenti di umiltà e di riconoscenza tutti i divini favori, di essere sempre pazienti in tutte le avversità della terra, e di moltiplicare ogni giorno opere buone per assicurarci a un tempo stesso e l’eterna salute dell’anima nostra e la perpetua. glorificazione del nostro corpo
Gloria.

Dom Gueranger, L’anno liturgico – Santa Rosa da Lima

Immagine : Anonimo della Scuola di Cuzco, Santa Rosa da Lima col Bambino Gesù, XVIII sec., Fogg Art Museum, Harvard University (da wikimedia.org)