di Redazione

riportiamo volentieri questo studio breve ma molto indicativo sulla condizione dei figli nelle coppie omosessuali. L’articolo è apparso sul Blog Nelle Note e potete leggere l’originale qui.

Nonostante le affermazioni politicizzate delle principali associazioni di scienze sociali, tutti gli studi scientificamente validi su campioni casuali di bambini affidati a genitori dello stesso sesso hanno trovato prove di maggiori problemi rispetto a quelli cresciuti da un uomo e una donna.
I quattro più grandi set di dati statisticamente rappresentativi utilizzati per affrontare la domanda (il censimento canadese, con circa due milioni di casi; il National Health Interview Survey, con 1,6 milioni di casi; il National Longitudinal Survey of Adolescent Health, con 20.000 casi; il New Family Structures Survey, con 3.000 casi) hanno tutti scoperto che i bambini con genitori dello stesso sesso stanno sostanzialmente peggio. La maggior parte delle misure mostra almeno il doppio del livello di disagio rispetto ai bambini con genitori di sesso opposto su una serie di condizioni psicologiche, esiti evolutivi ed emotivi. Rispetto ai genitori di sesso opposto i bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso hanno più del doppio di rischio di incorrere in problemi emotivi, compreso depressione, ansia, e problemi comportamentali, difficoltà di relazione con i coetanei e    di concentrazione. Inoltre hanno più del doppio di probabilità di dover ricorrere a trattamenti per problemi psicologici (Fig. 1). Secondo un recente studio (Sullins 2021) tutti gli indicatori di problematiche emotive, psicologiche e di apprendimento sono risultati di gran lunga inferiori nei bambini che crescono in famiglie padre-madre non separati rispetto sia a quelli cresciuti con genitori dello stesso sesso conviventi che sposati (Fig. 2). Parte di queste differenze possono essere collegate ad una maggiore instabilità delle coppie dello stesso sesso che è una caratteristica di questo tipo di relazione, ma ciò non spiega completamente il fenomeno. Di particolare rilevanza è l’incidenza dei disturbi dell’attenzione (ADD) che è risultata molto maggiore nei bambini di coppie dello stesso sesso che coabitano (16%) o che sono sposate (21%) mentre nelle famiglie padre-madre l’occorrenza di questo disturbo è inferiore al 6%.
I maggiori problemi emozionali dei bambini cresciuti in famiglie dello stesso sesso vengono confermati anche da studi filo LGBT dopo che sono stati depurati degli errori di campionamento (Sullins 2015, 2017). Il rischio di problemi emozionali è risultato doppio nei bambini cresciuti da genitori omosessuali conviventi e quadruplo in quelli omosessuali sposati rispetto a quelli cresciuti in famiglie di sesso opposto regolarmente coniugate (Reczek et al. 2017).
Ed allora su cosa si basa l’apparente consenso sulla “non differenza” fra contesti familiari dello stesso sesso e di sesso opposto? Gran parte degli studi a sostegno di questa teoria si basano su campioni di convenienza che non sono rappresentativi. Ad esempio il National Longitudinal Lesbian Family Study (NLLFS), su cui si basano almeno 28 studi peer-reviewed che sostengono la teoria della “non differenza” è composto da soli 78 bambini, monitorati nel corso di quasi 30 anni. Le loro madri non sono affatto rappresentative degli americani e nemmeno delle lesbiche: sono più bianche (94%), più istruite (67% sono laureate), di status socioeconomico più elevato (82% ricopre posizioni professionali o manageriali) e più motivate politicamente rispetto a lesbiche che non frequentano gli eventi o le biblioteche in cui è stata sollecitata la loro partecipazione.
Tutto ciò che è correlato con il livello di istruzione, ad esempio: migliore salute, genitorialità più deliberata, maggiore accesso al capitale sociale e opportunità educative per i bambini, sarà distorto nelle analisi. Qualsiasi affermazione su una popolazione basata su un sottogruppo che non rappresenta l’intera categoria, sarà distorta, poiché il suo campione è molto meno diversificato.
Ma non c’è solo la distorsione (bias) del campionamento, ma anche    quella della desiderabilità sociale. Questi studi si basano su questionari sul benessere dei bambini a cui rispondono i genitori stessi. E’ assai improbabile che i genitori omosessuali reclutati (o autoselezionati) per questo genere di indagini non siano a conoscenza dello scopo e delle implicazioni delle ricerche e che pertanto non siano influenzati dal desiderio di difendere la propria situazione familiare , specie se fanno parte di una minoranza sessuale politicamente motivata; è normale e comprensibile, ma si deve tenere presente che ciò può inficiare gravemente la validità di uno studio (bias della desiderabilità sociale). Nonostante ciò, il campione del NLLFS è comunque interessante perché costituto da bambini oggi adulti che possono rispondere autonomamente ai questionari. Quando ciò è stato fatto è risultato che fra questi giovani c’è una maggiore incidenza di ansia e depressione anche se tale dato viene parzialmente oscurato tramite un artificioso innalzamento del livello di significatività richiesto (Gartrell et al. 2018). Anche questo ci fa capire la tendenziosità di alcuni ricercatori e la scarsa attenzione nei processi di peer review in un campo dominato da militanti più alla ricerca di conferme alle proprie convinzioni ideologiche che al benessere dei bambini.
In sintesi le ricerche più serie e robuste mostrano che crescere con genitori omosessuali espone i bambini a maggiori rischi rispetto a vivere in una famiglia naturale confermando il fatto che padri e madri contribuiscono in un modo unico e differenziato alla crescita psicofisica dei bambini e che tali ruoli non sono interscambiabili.

Fig. 1) Confronto fra famiglie padre-madre e dello stesso sesso riguardo ai problemi emotivi in %.(Sullins 2015).

Fig. 2) Condizione psicologica dei bambini a seconda del tipo di famiglia

Riferimenti:
Reczek, C., Spiker, R., Liu, H., & Crosnoe, R. (2017). The promise and perils of population research on same-sex families.Demography,  54(6), 2385-2397.
Regnerus, M. (2020). Understanding How the Social Scientific Study of Same-Sex Parenting Works.  Roczniki Nauk Społecznych,  48(3), 43-60.
Sullins, D. (2015). Emotional problems among children with same-sex parents: Difference by definition.  British Journal of Education, Society and Behavioural Science,  7(2), 99-120.
Sullins, D. (2015). The unexpected harm of same-sex marriage: a critical appraisal, replication and re-analysis of Wainright and Patterson’s studies of adolescents with same-sex parents.  Replication and Re-Analysis of Wainright and Patterson’s Studies of Adolescents with Same-Sex Parents (August 2015).
Sullins, D. (2017). Sample errors call into question conclusions regarding same-sex married parents: A comment on “Family structure and child health: Does the sex composition of parents matter?”.  Demography,  54(6), 2375-2383.
Sullins, D. P. (2021). The Case for Mom and Dad.  The Linacre Quarterly,  88(2), 184-201.
Sullins, D. (2021). Are Children Harmed with Same-Sex Parents?   The Full Mandiner Interview (July 22, 2021).