Vita di San Gennaro dal Breviario Romano
Infierendo Diocleziano e Massimiano contro i Cristiani, Gennaro, vescovo di Benevento, fu condotto a Nola davanti a Timoteo, prefetto della Campania, perché professava la fede cristiana. Là, sottoposta la sua costanza a varie prove, e gettato in una fornace ardente, ne uscì sì bene illeso, che la fiamma non gli bruciò né l’abito e neppure un capello. Quindi il prefetto, furibondo, ordinò di squartare il corpo del Martire fino a rompere le articolazioni dei nervi e delle membra. Frattanto il suo diacono Festo e il lettore Desiderio presi e incatenati, sono trascinati insieme col vescovo davanti al carro del prefetto fino a Pozzuoli, e gettati nella stessa prigione in cui si detenevano Sosio di Misene e Proculo di Pozzuoli, diacono, Eutiche e Acuzio, laici, tutti condannati alle belve. Il giorno dopo furono tutti esposti alle fiere nell’anfiteatro; ma queste, dimentiche della loro naturale ferocia, si accovacciarono ai piedi di Gennaro. Timoteo attribuendolo a incantesimi, pronunziò contro i Martiri di Cristo la sentenza capitale; ma divenuto cieco all’istante, e ricuperata subito la vista per le preghiere di Gennaro, a questo miracolo abbracciarono la fede di Cristo quasi cinquemila uomini. Tuttavia l’ingrato giudice non raddolcito punto dal beneficio, anzi furibondo per tanta moltitudine di conversioni, e fanatico osservatore dei decreti imperiali, ordinò che il santo Vescovo coi compagni fossero colpiti di spada. Le città circonvicine, desiderando ciascuna adottarsi uno di essi per patrono presso Dio, ebbero cura di seppellirne i corpi. I Napolitani, dietro avviso celeste, rilevarono il corpo di Gennaro; il quale fu trasferito prima a Benevento, poi nel monastero di Monte Vergine, e infine a Napoli dove, collocato nella chiesa principale, è glorificato da molti miracoli. Fra i quali è da ricordare in primo luogo l’estinzione di vortici di fiamme che uscirono una volta dal monte Vesuvio, gettando spavento e distruzione non pure nelle regioni vicine, ma anche nelle più lontane. E, ancora più splendido, il fatto del suo sangue, che si conserva rappreso in un’ampolla di vetro, il quale fino ai nostri giorni, allorché si pone davanti al capo dello stesso Martire, si vede miracolosamente liquefare e bollire, come se venisse versato al presente.

Andrea Vaccaro, San Gennaro, 1635, Museo del Prado, Madrid
[fonte: wikimedia.org]
DIVO JANUARIO
Episcopo , et Martyri
Praecipuo Civitatis et Regni Neapoletani Patrono
RESPONSORIUM.
Ad Januarii Sanguinem,
Qui ter quotannis aestuat
Si damna te dejiciant,
Devota Siren advola.
Nam vase clausus vitreo
Vesaevi flammas edomat,
Et procul arcet praelia,
Et morbos , et contagia.
Æquatas solo vidimus
Urbes concussas impetu,
Suisque orbatas Civibus:
Ta sola stas incolumis.
Nam vase …
Quot Regna turpis haeresis
Falso foedavit dogmate?
Tu Siren gaudes titulo
Semper Christi Fidelissima.
Nam vase …
Intentent Stygis agmina
Furores, clades, funera
Mala, dolosque, concident
Effracta tanto Vindice.
Nam vase …
ANTIPHONA
Columen Civium, Praesul, tuorum:
Domitor ignis, Terror ferarum.
Praesidi lumen olim qui dedisti:
Accipe vota supplicum, et semper
Renova nobis eadem portenta:
Ut tota Fides niteat, et Siren
Gaudia promat.
V. Testimonia tua Domine.
R. Credibilia facta sunt nimis.
OREMUS.
Deus, qui per Beati Januarii Martyris tui, atque Pontificis confessionem, et Sanguinem admirabili testimonio, ac triumpho Ecclesiae tuae Fidem illustrare dignatus es: quaesumus, ut ejusdem nos Fidei consortio, et Patrocinio munitos, triumphi etiam, et gloriae participes efficias. Per Dominum etc.

Affresco di San Gennaro, IV sec., Catacombe di San Gennaro, Napoli
[fonte wikimedia.org]
SUPPLICA A S. GENNARO
O mio Glorioso Martire S. Gennaro, io vostro indegno servo umilmente vi ringrazio, e riverisco con tutto l’affetto del cuore , e dell’anima. Vi riconosco per Protettore, per Padrone, e liberatore nostro anzi per più che nostro Padre, mentre per più di 15 secoli ci avete sempre amorosamente protetti, e liberati da tanti mali. Vi ringrazio dunque dell’amore cosi costante che ci conservate dal Paradiso.
Mi rallegro degli onori, che godete in questo Mondo, il quale da per tutto vi ammira per Martire favoritissi, mo del Signore : mentre col prodigio del vostro vivo, e miracoloso sangue ha voluto la Divina Onnipotenza dichiarare all’Universo l’altezza del vostro merito, e l’eminenza della vostra Santità. Mi rallegro molto più della sublime gloria che state godendo in Cielo. Mi rallegro anco meco stesso di avervi per Padre, e protettore, e di ritrovarmi sotto la vostra potentissima, ed amorevolissima protezione.
Vi domando umilmente perdono del molto che ho mancato nel riverirvi, ed amarvi per lo passato. Vi supplico per tutti gli bisogni temporali, e spirituali di questa Città , e Regno , che vivono sotto il vostro patrocinio.
Vi raccomando l’Anima mia; impetratemi in vita il santo timor di Dio, con vero dolore, e pentimento de’ miei peccati, con una vera emendazione nell’ avvenire. Impetratemi al fine una buona mora te. Difendetemi in quel passo tremendo dagli nemici Infernali, tutte le tentazioni. Fate che io spiri con un cuore pentito de’ miei peccati, acciocché per la vostra intercessione venga nel Cielo con voi à godere, e lodare la Divina Misericordia per tutta l’eternità. Amen.
Salve Defensor patriae , Januari sanctissime,

Busto reliquiario di san Gennaro
[fonte diocesinocerasarno.it]
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