Una premessa fondamentale: del peccato dell’uomo ci dispiaciamo ma non siamo usi a far improbabili stracciamenti di vesti. Poco ci interessa il pettegolezzo e siamo ben coscienti di quanto la storia della Chiesa trabocchi di santi che dopo cadute immense si sono alzati cento volte migliori. Ancora: sebbene la notizia sia sbandierata da parte rilevante della stampa ufficiale ispanofona e catalanofona, la prendiamo con le usuali pinze.

Ciò che pesa non è la probabile fuga, che ci interessa il giusto, del vescovo Novell con chi si dirà ma come il solito mondo di mezzo ecclesiale – perennemente alla ricerca di eroi di cartapesta – ha fatto passare la notizia della “deposizione”.

Si dice che avesse un’altra vita, si concedeva, ma in fin dei conti sembravano tutte scuse. E via col darsi di gomito. Il vescovo Novell era stato nominato da Ratzinger (come Ravasi del resto, insieme a un mezzo esercito di ultraprogressisiti), aveva detto qualcosa contro l’ideologia LGBT e l’aborto (troppa grazia!). Insomma era il candidato ideale al neomartirio neoconservatore di fuori e neomodernista di dentro.

Il riflesso pavloviano ha dato presto la stura alle congetture più epiche, con Roma che punisce il buon ordinario catalano, con sullo sfondo la lotta a chi non si piega, come se per reggere una diocesi non bisognasse ardere frequente ed abbondante incenso alla non-dottrina del concilio. Se vale per lo sperduto Kazakistan, dove lo stesso Mons. Schneider pratica l’ecumenismo modernista con una certa disinvoltura (vedere qui e qui), immaginatevi nell’ex-Cattolicissima Spagna. Insomma: il solito caravanserraglio di congetture e allucinazioni per cui si vede quello che non c’è e non si vede quello che c’è, si cerca disperatamente un pronunciamento cattolico nell’opera pastorale di un vescovo ma poi ci si guarda bene dal constatarne i mortiferi difetti.

Ed eccoci dunque al punto, in verità il meno rilevante. Che fine ha fatto il vescovo Novell? Secondo molte fonti di stampa si troverebbe a Manresa con la sua amata, Silvia Caballol. La donna, che non abbiamo il piacere di conoscere, viene definita psicologa, scrittrice erotica, separata, con due figli. Alcuni, per determinati temi trattati nei suoi volumi, la inquadrando come autrice erotico-satanica, forse per il suo L’inferno nella lussuria di Gabriele, El Infierno en la Lujuria de Gabriel (fonte dell’immagine in evidenza).

Vedremo quanto verrà confermato o smentito; la prossima volta però il mondo di mezzo vada più cauto con le canonizzazioni. Non solo quelle dei morti (e ci sarebbe molto da scrivere) ma anche quelle dei vivi.



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