di Redazione
Come avrete notato, sul sito di Radio Spada non c’è più pubblicità esterna. Alcuni se ne lamentavano e pure a noi non faceva impazzire, anche perché era difficile controllarne sempre i contenuti. Ma prima di entrare in questo tema facciamo un passo indietro.
La nostra associazione – è bene sempre ribadirlo – non gode di finanziamento pubblico alla stampa e non ha gruppi privati che la sostengano.
Non solo: come chiunque frequenti le nostre pagine ben sa, non chiediamo soldi o lasciti. Chi vuole trovare il pulsante per donazioni deve cercarlo bene. Abbiamo fatto in tutta la nostra storia una sola raccolta fondi ma non per noi: era rivolta a una persona in difficoltà di cui abbiamo pubblicato direttamente l’IBAN.
Radio Spada in questi anni ha affrontato minacce di azioni legali e il suo presidente ha ricevuto una ingiusta condanna a due mesi di detenzione per frasi che non ha scritto. L’associazione è oggetto continuamente di attacchi diretti e indiretti, di “vicini” e lontani. In questi anni abbiamo visto campagne antiradiospadiste finire in un pugno di mosche, chiacchiere a mezza bocca, fiumi di polemiche inconcludenti.
Nonostante tutto, nonostante il Covid (eventi ridotti all’osso, librerie chiuse, crisi economica) e le questioni legali, nonostante le pugnalate di chi questo progetto non lo voleva o non lo voleva più, Radio Spada è cresciuta visibilmente in diversi campi. Non semplicemente per i “numeri social” (che a volte rischiano di essere più un’illusione che una realtà), ma per i libri pubblicati e per tante altre cose che sono di fronte allo sguardo di tutti.
Sebbene le spese siano tante abbiamo deciso di provare a togliere la pubblicità esterna, che ci dava un piccolo ingresso in più. Ora Radio Spada vive solo delle quote e contributi dei soci e dell’attività libraria, con oltre 70 titoli stampati. Sì: è una nuova sfida che affrontiamo in primis con voi.
Due cose dunque vi chiediamo:
1. di pregare sempre per noi.
2. di promuovere i buoni libri che abbiamo stampato, diffonderli, leggerli e farli leggere. C’è l’imbarazzo della scelta: se non volete avventurarvi oltre, guardate i testi apologetici e la loro eterna attualità! Anche qui: la scelta del libro di carta è un’opzione che fin che sarà possibile manterremo, perché crediamo nella materialità in una società sempre più immateriale e, d’altro canto, materialista.
Ci proviamo insomma. E stiamo a vedere.
Noi ci siamo. Mettetevi l’anima in guerra.
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Foto modificata di Valdemaras D. da Pexels
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