di Giuliano Zoroddu

Túrribus, in Sardínia, sanctórum Mártyrum Proti Presbýteri, et Ianuárii Diáconi, qui, a sancto Caio Papa ad eam ínsulam missi, ibídem, témpore Diocletiáni, sub Bárbaro Prǽside, consummáti sunt“.
Questo è uno degli elogi che si legge nel Martirologio Romano alla data del 25 ottobre: la memoria dei santi Proto e Gianuario, martirizzati a Turris Libisonis (l’attuale Porto Torres) durante la persecuzione di Diocelziano. Ma quanto scritto non è del tutto esatto! Manca infatti un nome: il nome, attestatissimo in ogni catalogo di Maritiri, di Gavino. Come spiegare questa mancanza, questa pecca dell’opera dell’immortale Baronio, correttore del Martirologio?
È presto detto: “Il Card. Cesare Baronio, osserva il bollandista Beniamino Bossue, che nella sua gigantesca opera non poté usare i sussidi pubblicati dopo, che noi ora possediamo, confuse contro l’autorità degli apografi dello Hieronimianum il Gabino, compagno in tutti i codici di Crispolo, con Gavino, la cui memoria si fa il 25 ottobre. Quindi per tema di aggiungere un santo immaginario ne tacque uno vero” [1].
Ma chi era questo Gavino? Gavino era un soldato che ebbe la ventura di incrociare la strada del sacerdote (o vescovo) Proto e del suo diacono Gianuario. Questi due volendo convertire alla vera fede di Gesù Cristo i loro concittadini turritani iniziarono a predicare e confermavano le loro parole con l’esempio di una vita santissima.
Scoppiata nel 303 la persecuzione di Diocleziano e Massimiano, il praeses di Sardegna, Barbaro [2], li fece arrestare e condurre al suo tribunale. I due vi si presentarono senza timore e affrontarono il governatore con apostolica fermezza, rifiutando di apostatare e di bruciare l’incenso agli idoli e al genio degli imperatori: “Sappi con certezza – gli disse l’anziano Proto – che la nostra fede è fondata su una pietra stabile e non puoi smuoverla dal suo stato. Non recederemo dal Dio vivo e vero e invano ci costringi a sacrificare a idoli di pietra che sono demoni”.
Questa fermezza non fu scossa né dall’esilio in Corsica per Proto, né dai blandimenti nel caso del giovane Gianuario, che ai doni preferì i tormenti dell’aculeo e dei pettini di ferro. Così furono gettati in carcere e affidati alla custodia del miles Gavinus. Eccolo entrare in scena! Il soldato ricevette in consegna due uomini sicuramente maciullati nel corpo, ma “stranamente” non nello spirito. I due erano allegri – un po’ folle per delle persone torturate – e addirittura cantavano! Proto e Gianuario infatti in carcere salmodiavano e la cosa incuriosì talmente Gavino che pose loro la domanda fatale: Perché sopportate tutto ciò con tanta allegria? E così i due iniziarono a parlargli di Gesù Cristo e “poiché non fallisce quanto dice il Signore: “Sarai santo in compagnia dei santi”, la santità dei martiri Proto e Gianuario promana in Gavino”[3] che credette e abbracciò la fede cristiana. Il soldato di Cesare era divenuto soldato di Gesù Cristo.
Per prima cosa liberò i due prigionieri che andarono a nascondersi, e una volta scoperto confessò Cristo al cospetto di Barbaro che subito gli fece mozzare la testa. Era il 25 ottobre dell’anno 303 dell’era cristiana. I due, ricevuta in visione dallo stesso Gavino la notizia del martirio, uscirono dal loro nascondiglio e, catturati, furono decapitati il 27 ottobre successivo.
I corpi dei tre martiri, veneratissimi da tutta la Sardegna, assieme alle altre reliquie dei martiri turritani sono ancora oggi custodite nella cripta dell’insigne Basilica di Porto Torres.

[1] Mons. Damiano Filia, La Sardegna Cristiana, 1909, vol. I, p. 64. Gabino, martire di epoca imprecisata, si festeggia il 30 maggio assieme a Crispolo. Come vescovo, è raffigurato nella facciata e nella balaustra del Duomo di Sassari.
[2] Barbarus è cognome attestato. Non si tratta di un nome affibbiato al governatore dalla tradizione cristiana, con l’intento di negativizzare fin nel nome il carnefice dei Santi.
[3] Fara-Arca, De Sanctis Sardiniae, Calari, 1598, II, p. 4.

Galleria fotografica (fonte commons.wikimedia.org)

San Gavino a cavallo (XVII sec., Basilica dei Martiri Turritani, Porto Torres)

Cripta dei Martiri Turritani. San Gavino è al centro fra san Proto (a sinistra) e san Gianuario (a destra)

San gavino, int., anticripta 03 statue sette-ottocentesche in stucco 01.JPG

Il sarcofago contenente le sacre reliquie dei Martiri Turritani

San gavino, int., cripta, sarcofago romano di uno dei ss. martiri.JPG