Dal Rev. Don Leonardo Ricotta (Palermo) riceviamo un’opera monumentale e importante, un’efficace e accessibile divulgazione della dottrina cattolica così come elaborata dal Dottore per eccellenza, San Tommaso d’Aquino. Un’opera che rende il tomismo alla portata di tutti, per la quale ringraziamo l’alacre e generoso Autore! [RS]

I precedenti moduli pubblicati si trovano qui: CATECHISMO TOMISTA

180. Che cos’è l’anima umana?
L’anima umana è la parte più elevata e nobile dell’uomo. È una sostanza semplice e spirituale che non acquisisce il suo essere nell’unione con il corpo ma possiede l’essere in se stessa cosicché, anche quando il corpo viene meno, l’anima continua ad esistere. L’anima è diffusa auto-consapevolezza, l’identità di me stesso come mi conosco dalla testa fino ai piedi.

181. A che cosa possiamo paragonare l’anima?
Possiamo paragonare l’anima ad un “file” che è una sostanza immateriale che non acquisisce il suo essere nell’unione con la materia, cioè con la carta stampata, ma possiede l’essere in se stesso. Cosicchè, anche quando la carta viene distrutta, il file continua ad esistere. L’anima è questa realtà che ciascuno di noi sperimenta in se stesso e nella sua interiorità; anche se capire cosa sia l’anima, finchè siamo nella vita terrena, è difficilissimo.

182. Quando comincia ad esistere?
Essendo una sostanza spirituale, l’anima non può provenire dalla generazione fisica; essa, nell’istante del concepimento, viene creata direttamente da Dio, come scintilla che esce dalla Sua mano. L’anima vede Dio e comunica con Lui. Ed è da quella prima visione di Dio che scaturisce l’inquietudine e la nostalgia divina che è nel cuore di ogni uomo. In questo primo incontro in cui tutti abbiamo visto Dio rimangono custoditi tutti i perchè della nostra vita. Un giorno ci verranno svelati. Subito dopo l’anima viene unita al corpo, quasi lanciata verso di esso e dimentica tutto contraendo l’infezione del peccato originale.

183. È il corpo che contiene l’anima?
Assolutamente no! Semmai è il contrario, cioè è l’anima a contenere il corpo. Infatti, quando una sostanza spirituale viene unita a una sostanza corporea la avvolge e la contiene, come vediamo anche nella vita presente: ciò che è leggero avvolge e contiene ciò che è pesante, ciò che è rarefatto avvolge e contiene ciò che è denso. L’anima avvolge tutto il corpo ed è tutta intera e tutta presente in ogni parte del corpo.

184. L’anima muore con il corpo?
No, l’anima dell’uomo, pur essendo forma del corpo, non muore con il corpo ma vive in eterno, essendo spirituale.

185. In che senso possiamo dire che l’anima è immortale?
L’anima è immortale non nel senso che è sempre esistita (solo Dio è sempre stato e sempre sarà) ma nel senso che, dal momento in cui è stata creata, non morirà mai più.

186. Che cosa è l’immortalità?
L’immortalità naturale è quella proprietà in forza della quale un essere non può morire. L’im-mortalità dell’anima implica tre condizioni:
Primo. Che l’anima continui ad esistere dopo la separazione dal corpo.
Secondo. Che in questa sopravvivenza conservi la propria individualità e rimanga cosciente di se stessa e della propria identità.
Terzo. Che tale sopravvivenza sia illimitata nel tempo.

187. Perché l’anima è immortale?
L’anima è immortale perché Dio l’ha creata così, a sua immagine e somiglianza, capace di conoscere e di volere.

188. Esistono prove dell’immortalità dell’anima?
Esistono tre prove dell’immortalità dell’anima: prova metafisica, prova psicologica e prova morale.

189. Qual è la prova metafisica?
La prova metafisica è fondata su quattro argomenti:
Primo. L’anima umana è una sostanza spirituale, senza materia, quindi non può decomporsi. Se l’anima venisse distrutta con la distruzione del corpo bisognerebbe che venisse debilitata dalla debolezza del corpo. Invece accade esattamente il contrario: più il corpo si indebolisce con l’avanzare dell’età più l’attività intellettuale diventa intensa, sapiente e più profonda la ca-pacità conoscitiva e la profondità del pensiero.
Secondo. L’anima trova la sua perfezione in una certa astrazione dalla realtà corporale. In tale distacco essa viene perfezionata mediante la scienza e la virtù. Ora, se l’anima si perfeziona proprio per il suo distaccarsi dal corpo, è assurdo che possa distruggersi quando si separa dal corpo.
Terzo. Una cosa può essere distrutta dall’azione del suo contrario (per esempio, il freddo che viene distrutto dal caldo) oppure dal corrompersi del soggetto in cui risiede (la vista che si perde con la distruzione dell’occhio) oppure dal mancare della sua causa (la luce che viene meno quando il sole tramonta). Ora, l’anima umana non può essere distrutta da nessun con-trario perché niente le è contrario. E neppure può essere distrutta dal corrompersi dal soggetto in cui risiede poiché, come abbiamo detto, l’anima, nel suo essere, pur essendo unita al corpo, non dipende dal corpo come un file non dipende, per il suo essere, dalla carta a cui viene unito. Quarto. Tutte le operazioni che avvengono nel corpo sono identiche per tutti gli uomini: vedere, udire, gustare, digerire… Come mai, allora, nel pensare e nel volere, siamo tutti così diversi l’uno dall’altro? Se il pensiero dipendesse dal cervello, che è uguale per tutti gli uomini, dovremmo pensare tutti allo stesso modo ma non è così.

190. Qual è la prova psicologica?

La prova psicologica è basata sulle tendenze essenziali della nostra natura. Noi non siamo mai sazi di verità e felicità. Nell’uomo c’è una profonda aspirazione all’immortalità, spontanea, irresistibile e universale. Sarebbe difficile considerare tutto ciò soltanto uno slancio affettivo. In nessun animale c’è aspirazione all’immortalità, nell’uomo, invece, c’è un perenne desiderio di conservare la propria identità e la propria coscienza, la propria storia e tutti gli affetti. E’ impossibile che tale desiderio naturale possa essere vano poiché niente, nella natura, è vano. Nessun bisogno è fondato sul nulla perché, se esiste il bisogno, deve esistere necessariamente l’oggetto del bisogno. Se nell’uomo vi è, dunque, desiderio e bisogno di immortalità, tutto ciò non può essere vano.

191. Qual è la prova morale?

La prova morale può essere presentata nella forma seguente. La coscienza impone il rispetto assoluto dei valori morali; quindi, non può essere assolutamente indifferente l’essere stati buoni o cattivi. La moralità esige l’immortalità perché, se tutto andasse a finire nel nulla, senza premio e senza castigo, diverrebbe indifferente l’essere stati buoni o cattivi. La giustizia esige, invece, che il bene sia premiato e il male sia castigato.

192. Quando ci accorgeremo di avere un’anima?
Noi siamo anima ma non ce ne accorgiamo come non ci accorgiamo di essere immersi nel-l’aria. Comprenderemo che siamo anima nell’istante della morte quando vedremo il nostro corpo dall’esterno. Nella separazione dal corpo l’anima è presente a se stessa, cioè continua a pensare, conoscere, volere, amare e odiare. Nella separazione l’anima rivede tutta la vita terrena e viene giudicata da Cristo che appare mostrando i segni della sua crocifissione.

193. Quanti sono i modi di esistere dell’anima?
I modi di esistere dell’anima sono due: nel corpo e senza il corpo. L’anima viene creata senza il corpo, subito viene unita al corpo, poi si separa dal corpo nella morte e infine verrà nuovamente ricongiunta al corpo nella resurrezione finale.

194. Dopo la morte l’anima si accorge di non avere più un corpo?
No, dopo la separazione dal corpo l’anima non si accorge neanche di non avere più un corpo.

195. L’anima ha bisogno dei sensi corporei?
In questa vita l’anima ha bisogno della collaborazione dei sensi corporei, come l’uomo ha bisogno del latte materno quando è bambino. Tuttavia, poichè essa non dipende dal corpo ma ha l’essere in se stessa, dopo la separazione dal corpo non ha più bisogno dei sensi corporei come l’uomo adulto non ha più bisogno del latte materno.

196. L’anima umana si identifica con le sue facoltà?
La domanda non è accademica come sembra. Infatti, se l’anima si identificasse con le sue facoltà, cioè con le sue capacità operative, ne conseguirebbe che, dove non c’è tale capacità (per esempio nei malati di mente), non ci sarebbe l’anima e dunque l’uomo, in quel caso, sarebbe solo un pezzo di carne e troverebbero giustificazione crimini come l’aborto o l’eutanasia. Inoltre, se l’anima si identificasse con le sue facoltà, ne deriverebbe che l’uomo avrebbe tante anime quante sono le sue facoltà. Ma tutto ciò è irragionevole perchè l’atto non appartiene mai all’essenza di una cosa (per esempio, l’atto del mio parlare, in questo momento, non si identifica con l’essenza di ciò che io sono). Pertanto, l’anima non si identifica con le sue facoltà e conserva intatta la sua dignità divina anche se tali facoltà, per un qualsiasi impedimento, non possono essere esercitate.

197. Come sarà la conoscenza dell’anima dopo la morte?
Nella vita presente tutto ciò che l’uomo compie in pensieri, parole, opere e omissioni si imprime nell’anima e lascia tracce che non si cancellano mai più. Queste tracce vengono denominate specie. Ora, dopo la morte, l’anima non conosce più attraverso i sensi, come nella vita presente ma attraverso tali specie che sono rimaste in lei. Cioè, l’anima porta con sè tutto ciò che l’esistenza terrena ha prodotto. L’anima potrà anche conoscere attraverso altre specie date da Dio o dalle sostanze spirituali che sono gli angeli o i demoni o le anime dei defunti, principalmente parenti ed amici ma non potrà emettere atti di volontà che non siano stati presenti, almeno in radice, durante la vita terrena. Uscendo dal corpo si verifica quasi un restringimento dell’estensione della volontà e l’anima potrà muoversi soltanto all’interno di quegli atti di volontà già emessi.

198. Per l’anima è più conveniente essere unita al corpo o no?
A causa della corruzione del corpo, derivante dal peccato, l’operazione dell’anima unita al corpo è appesantita e impastoiata per le passioni del corpo e l’invadenza dei sensi. A causa di ciò, l’anima ha lo sguardo rivolto alle cose terrene e non può giungere nè alla piena conoscenza di sè nè alla conoscenza delle altre sostanze spirituali (gli Angeli) nè può vedere la luce divina.
Ma quando, a causa della morte, si separa dal corpo, il suo sguardo non è più diretto a ciò che è terreno ma viene reso libero e capace di vedere il mondo ultraterreno. Senza il corpo, quindi, l’operazione dell’anima è più vitale, più brillante, più profonda e conoscitiva. Tuttavia la perfezione della natura, così come Dio l’ha creata, esige che l’anima sia unita al corpo e non separata da esso e ciò avverrà nella resurrezione della carne. Pertanto bisogna distinguere.
Quanto alla natura, l’anima è più perfetta quando è unita al corpo poichè è proprio della sua natura essere unita al corpo, come dicevamo.
Quanto all’operazione, invece, l’anima è più perfetta quando è separata dal corpo e dalle sue limitazioni.

199. L’anima conoscerà tutto?
La conoscenza universale è solo di Dio. L’anima conoscerà come una creatura può conoscere, molte cose ma non tutto. Le conoscenze acquisite in questa vita, attraverso lo studio e l’esperienza, non andranno comunque perdute.

200. Da che cosa l’anima viene maggiormente disturbata?
Una cosa, più è grande e nobile, più ha bisogno di cura e protezione. Ora, la nostra anima viene molto disturbata dalla dissipazione, dalle passioni corporali, dai rancori, dal dubbio, dall’errore dottrinale e, in generale, da tutte le quantità e gli eccessi materiali. La nostra anima ha bisogno di tranquillità spirituale, di misura e ordine.

201. L’anima umana è paragonabile alle nature angeliche?
L’anima umana appartiene al genere delle nature angeliche e ha il medesimo tipo di sussistenza in quanto, come le nature angeliche, ha la capacità di conoscere e amare. Tuttavia, rispetto alle nature angeliche, è meno perfetta.

202. Quale cura dobbiamo avere dell’anima?
Della nostra anima dobbiamo avere la massima cura perché solo salvando l’anima saremo
eternamente felici.

203. L’anima può mutare le sue disposizioni dopo la separazione dal corpo?
L’anima, finchè è unita al corpo, è in stato di mutabilità e può passare dal bene al male o dal male al bene. Dopo la separazione, invece, non è più nelle condizioni di potersi muovere verso un fine ma rimane immutabile nell’ultimo fine già conseguito come, per esempio, l’argilla può mutare la sua forma finchè è fresca ma, quando si indurisce, rimane immutabilmente nella forma conseguita.

204. Come è possibile che l’anima, essendo spirituale, venga unita a un corpo materiale?
Non è necessario che una cosa, che è contenuta in un’altra, abbia la natura e le proprietà della cosa in cui è contenuta ma è necessario che venga recepita in quella secondo la sua capacità come, per esempio, l’acqua non ha la natura del bicchiere ma viene recepita dal bicchiere secondo la sua forma.


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