Alberto Magno, dottissimo nelle scienze profane, filosofo e teologo insigne, maestro di Tommaso d’Aquino e vescovo di Ratisbona, spirò la bell’anima il 15 novembre del 1280. La sua grandezza può essere sintetizzata dalla testimonianza di papa Alessandro IV secondo cui dal fonte della legge divina bevve tale ricchezza di dottrina salutare da averne la pienezza nel suo petto. Tuttavia la sua canonizzazione non avvenne che il 16 dicembre 1931, quando Pio XI con la bolla “In thesauris sapientiae” (AAS XXIV-1931, pp. 5-17) lo proclamava santo, lo insigniva del titolo di Dottore della Chiesa e ne comandava l’annua solennità il giorno del suo natale al cielo col rito doppio minore. Non si pensì però che i predecessori dell’undecimo dei Pii non abbiano reso onore a questo grande Domenicano. Il seguente scritto tratto dalla Vita del beato Alberto Magno dell’ordine de’ predicatori scritta dal p. Giacinto de Ferrari nel 1847 ce lo dimostra.
Sulla tomba di Alberto fu inciso questo epitaffio in versi leonini secondo il costume di que’ tempi.
Phoenix Doctorum paris expers Philosophorum
Princeps Doctorum , vas fundens dogma Sacrorum
Hic jacet Albertus praeclarus in orbe disertus
Prae cunctis certus assertor arte repertus.
Major Platone vix inferior Salomone ,
Quem tu Christe bone Doctorum junge coronae.
Annis bis denis minus actis ac mille tricenis
Christi nascentis de corporis exit habenis
Quinta post festum Martini luce , molestum,
Omne petendo Deum transivit agens jubilaeum.
Qui legit hos versus , mox ad tumulum retroversus.
Inclina dicat collectam cum requiescant.
Riguardo al culto il B. Alberto Magno fu tenuto sempre in grande venerazione, non solamente dai religiosi, ma dai Coloniesi, e dagli altri popoli, presso di cui visse, e ovunque si sparse la fama della sua dottrina, e santità. Particolarmente quando apertone il sepolcro fu ritrovato genuflesso nell’atto consueto di pregare, nella quale circostanza operò molte grazie , e miracoli verso di chi piamente lo invocò.
Altri santi ebbero pure glorioso il sepolcro, come S. Nicolò, che dall’urna distilla prodigiosa manna: S. Gennaro, il cui sangue ribolle, e quasi si avviva alla vista del capo; S. Eulalia, sulla cui tomba olezzarono fiori, e S. Proterio che fece germogliare freschi cespi di rose. Ma porsi in ginocchio nel secreto del sepolcro, è proprio del nostro Beato, il quale (1) parea, che nelle tenebre ancor volesse pregare secondo un pensiero di S. Ambrogio; perché al dir di Giobbe, era entrato nell’abbondanza nel sepolcro.
Pio II in un discorso fatto in Mantova nel 1459 di propria bocca l’onorò col titolo di Beato, facendone encomio nel numerare i SS. Dottori della Chiesa greca e latina , e ponendolo dopo San Tommaso d’Aquino (2). Sisto IV nell’inviare il generale dell’ordine Salvio Cassetta in Germania in qualità di legato apostolico tra le altre cose gli ordinò, di trasferire dalla sotterranea sepoltura in più conveniente luogo il corpo del Beato Alberto , che dopo anni 200 fu trovato illeso , incorrotto (3) e odoroso. Ciò avvenne nel 1483 alla presenza del rettor coloniese, e d’innumerevole popolo attonito , ed esultante. Reduce il predetto P. Generale Cassetta portò seco il destro braccio del B. che con gran venerazione si conserva in Bologna tra le altre reliquie (4).
Innocenzo VIII instituiti diligenti esami intorno alle suddette cose, concedette a domenicani di Colonia, e di Ratisbona, di erigere un altare al B. Alberto Magno con celebrarne la festa , e l’officio sicut de uno Confessore Pontifice (5).
Nel 1619 il vescovo di Ratisbona di nome Alberto con molte preci ottenne dai padri di Germania il braccio sinistro del Beato , e lo espose alla venerazione de’ fedeli nella sua cattedrale (6).
Gregorio XV ad istanza dei serenissimi Duchi di Baviera di Neuburgo, del Vescovo di Ratisbona, e della Religione Domenicana ne estese la predetta festa vivae vocis oraculo al Capitolo, e Clero di Ratisbona per mezzo del Cardinal Madruzio sotto il 24 di Settembre 1622 (7).
Urbano VIII a’ 6 di Marzo 1635 previa la supplica della Cesarea Maestà, estese a tutti i padri Domenicani di Germania l’officio, e la festa del B. Alberto Magno, come già erasi concesso alle città di Lavingen, di Colonia, e Ratisbona (8).
Clemente X a’ 27 di Agosto 1670 emanò il seguente breve. Insistendo sulle vestigie , e sugli indulti di Urbano Papa VIII, e dei suoi predecessori Sommi Pontefici di felice memoria, co’ quali aveano conceduto alle città di Colonia, Ratisbona, e di Lavinga l’annua festa del B. Alberto Magno dell’ordine de Predicatori vescovo di Ratisbona coll’ officio del coro, e colla messa ; considerati i meriti preclari nella Chiesa di questo Beato nell’ anno 1638, per favorire, e aumentare la divozione de’ fedeli permise all’ordine di S. Domenico per tutta la Germania di poterne celebrare con anniversario rito la suddetta festa. Quindi alle istanze della serenissima repubblica di Venezia Alessandro Papa VII di felice memoria estese ciò a’ domenicani per tutti i dominj Veneti.
Finalmente il sullodato Clemente Papa X dietro le suppliche del maestro generale dell’ordine suddetto annuì benignamente, che in tutto l’ordine de’ predicatori a’ 15 di Novembre in perpetuo dall’ uno , e l’altro sesso in privato , e in pubblico si celebri ogni anno l’ officio, e la messa del B. Alberto Magno (sub ritu solemni) (9).
Si conserva questo breve nell’archivio dell’ordine , ove anche ritrovasene un altro dello stesso Clemente X del 1670, nel quale si concede indulgenza plenaria a chi visiterà la chiesa della Minerva nel giorno della festa del B. Alberto Magno (10).
(1) Repertus est genuflexus prout ante solebat in vita. Direbbe S. Ambrogio: loquere etiam dormiens , loquere etiam sepultus in tumulo. Epist. 57 ad Andron c. 5 e Giobbe ingredietur in abbundantia sepulchrum.
(2) Lib. epis. num. 397. Pii II. Accedunt , et SS.mi Doctores . proximi aevo nostro Thomas Aquinas , et Albertus Magnus natione svevus ec. Oratio habita in conventu Mantuano an. 1459 oper. Basileae
(3) Chron. Constit. fol. 68.
(4) Loc. cit.
(5) Acta cap. Gen. Romae 1608. pag. 911.
(6) Lopez pag. 5. fol. 17.
(7) Bull. Ord. tom. VI pag. 14. e 16.
(8) Bul). Ord. tom. VI pag. 98.
(9) Bull. Ord. tom. VI pag. 269 e 270.
(10) Bul). Ord. tom. VI pag. 270 in nota n. 2.
Dalla Vita del beato Alberto Magno dell’ordine de’ predicatori del p. Giacinto de Ferrari (Roma, 1847)
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