Il Prof. Martino Mora, collaboratore di Radio Spada e autore per la nostra casa editrice del volume Abbattere gli idoli contemporanei. Non moriremo liberal, è stato cacciato da scuola per essersi rifiutato di esporre la lezione di fronte ad un allievo maschio travestito da donna, presumiamo per via della “giornata mondiale” celebrata oggi. Esprimendogli piena solidarietà ci limitiamo a riportare la narrazione dei fatti. Ricordiamo che, nell’arco di poco tempo, questo episodio si somma alla incomprensibile condanna a due mesi di detenzione del presidente di Radio Spada, Piergiorgio Seveso, per frasi che non ha scritto. Oltre a rimandare all’ottimo libro del Prof. Mora, l’increscioso fatto ci sia occasione di approfondire la natura e le cause della degenerazione in corso. Da anni ci battiamo in questo senso con azioni pubbliche, articoli e libri (valgano gli esempi di Sodoma distrutta. Le parole di Santi e Papi contro l’omosessualismo, prefazione medica di S. De Mari, o di Dal divorzio al gender- Famiglie centrifugate e identità liquida: una dissoluzione dalle origini remote, Atti del Convegno di Radio Spada e Confederazione Civiltà Cristiana, M. Viglione, M. Micaletti, G. Ferro Canale, S. M. Kampowski, C. Di Pietro e A. Pace).
ETSI OMNES, EGO NON. La preside del liceo dove insegno mi ha cacciato da scuola. Stamattina. Mi ha cacciato poiché le avevo detto che non intendevo fare lezione in presenza di un allievo maschio che si è presentato travestito da donna dalla testa ai piedi. A questo punto la “signora” in questione mi ha messo brutalmente e arbitrariamente di fornte all’aut aut: o avrei fatto lezione facendo finta di nulla, o avrei dovuto lasciare immediatamente la scuola. Alla mia risposta che mi sembrava molto più onorevole la seconda possibilità, ella mi ha cacciato. Questi i fatti (tralascio le parole assai sgradevoli della “signora” in questione, che intendevano umiliarmi senza successo, alle quali ho ovvamente replicato). In una scuola capovolta, che a parole non vuole “discriminare” nessuno, si discrimina pesantemente solo chi chiede decoro, decenza, rispetto dei limiti. Per giunta si esercita l’arbitrio facendo ricorso dispotico ad un’autorità che a questo punto è solo la grottesca caricatura di se stessa. P:S: Immagino di essere l’unico, tra i docenti della classe, ad avere chiesto alla preside l’esonero dalla lezione. E ovviamente l’unico ad essere cacciato. E immagino anche che riceverò poca o nessuna solidiarietà dalla maggior parte dei miei colleghi. Non me ne faccio problema: “etsi omnes, ego non”, come diceva monsignor von Galen. Ovvero: anche se tutti, io no. Martino Mora
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