Da Annali Francescani. Periodico religioso dedicato agli iscritti del Terz’Ordine di San Francesco d’Assisi (Anno XV – Volume XV – 1884)
1. È costante tradizione che Maria venisse presentata al Tempio da’ suoi genitori, nell’anno terzo della sua vita e fosse ivi lasciata per lo spazio di anni dieci. Gioacchino ed Anna sua moglie aveano presente alla memoria la legge risguardante l’offerta del primogenito tra i figli, la qual legge era concepita cosi: Primitias tuas non tardabis reddere: primogenitum filiorum tuorum dabis mihi (Exod. XXII); e però non appena la loro bambina era giunta all’età di poter reggersi da sé sola in piedi e articolare parola al Tempio santo, la condussero e offertala a Dio la consegnarono in custodia al sommo Sacerdote perché ivi servisse al Signore colle altre vergini dedicate al servizio medesimo. Ma l’offerta di Maria al Tempio non fu simile a quella delle altre bambine; in queste era passiva, vale a dire, andavano al Tempio perché vi erano condotte senza sapere il perché, laddove in Maria fu un’offerta attiva altresì, che Ella nell’età di tre anni aveva già sviluppato l’uso della ragione, e però appena messo piede nella soglia del Tempio di Gerusalemme consacrò sé stessa a Dio con un alto spontaneo e, come tiensi comunemente, offrì a Dio stesso la sua verginità emettendone il voto. Abbastanza chiaro parla a questo proposito S. Girolamo, là dove dice, che Cristo e la Vergine Maria furono i due che iniziarono i principi della verginità dell’uno e dell’altro sesso. E più chiaro ancora parla Origene, il quale dice, essere del tutto ragionevole l’asserire che il primo a consacrare la castità dell’uomo fu Cristo, e la prima a consacrare la castità nella donna fu Maria. Ma poneste voi mente al tempo in cui Maria fece la sua offerta a Dio, e e gli consacrò la sua purità verginale? Non aveva che tre anni! E prima ancora avrebbe fatta quell’offerta a Dio, prima a lui sarebbesi legata con voto se prima Gioacchino ed Anna l’avessero condotta al Tempio, che anzi avendo Ella per la pienezza di grazia che ebbe da Dio fin dalla sua Immacolata Concezione, l’intelletto, scevro da quella caligine che in noi concepiti nella colpa è offuscato, ed essendo quindi capace della moralità de’ suoi atti, non è improbabile il dire che sé medesima anche prima aveva offerto a quel Dio che la chiamava al sacro Tempio colle parole della Cantica: Surge, propera amica mea, et veni (cap. II). Fu dunque un’offerta primaticcia, la quale quanto fosse accetta al Signore è più facile l’immaginarcelo che descriverlo. Ora quest’offerta di Maria in età cosi tenera deve essere uno stimolo per noi, o cari associati, e un motivo impellente per risolverci una volta ad offrire noi stessi a Dio senza aspettare che passino i mesi e gli anni. Iddio molte volte con interne inspirazioni ci chiama, c’invita a dedicarci davvero al suo servizio, a scuotere da noi la sonnolenza nell’esercizio delle cose della religione, e guai a noi se non rispondiamo subito e per tempo alla voce di Dio, come vi rispose la Vergine Santissima! Verrà forse tempo in cui vorremo offrirci a Dio, ma quel tempo non sarà più opportuno, e la nostra offerta non sarà degna di lode, né accetta al Signore. Diamo dunque anche noi a Dio i nostri anni più floridi, a lui consacriamo le primizie della nostra gioventù, ovvero della nostra virilità e fia grata al sommo Re la nostra offerta e vantaggiosa per noi.
2. Tornando ora all’offerta fatta di sé al Signore da Maria, ci viene da ponderare l’ampiezza della medesima offerta. Lungi assai dal vero andrebbe chi credesse Maria essersi offerta al Signore solamente in parte, che anzi quell’offerta fu totale, e vuol dirsi che Maria si offri tutta , tutta al suo Dio. Gli offri l’anima e tutte le sue facoltà , gli offrì il corpo e tutti i suoi sentimenti; Ella disse al suo Creatore fin da quel dì Signore , io conosco di aver un intelletto: ebbene, eccolo, a voi lo dono; conosco di aver una volontà: ebbene, eccola, a voi la regalo; conosco di una memoria: ebbene, eccola, a voi ne faccio un presente. Coll’intelletto quindi mediterò le vostre infinite perfezioni; colla volontà vi amerò, colla memoria mi ricorderò dei vostri benefici. Ma voi, o gran Dio, mi forniste altresì di sentimenti, dunque anche questi io offro a voi. Vi offro gli occhi, e di essi mi servirò per contemplare le opere della vostra destra ; vi offro le orecchie, e di esse mi servirò per ascoltare l’armonia dell’universo; vi offro la lingua, e di essa mi servirà per unirmi ai cieli che cantano le vostre lodi; vi offro le mani, e di esse mi servirò per fornire di arredi sacri la vostra casa ; vi offro i piedi, e di essi mi servirà per correre sollecito dove voi mi chiamerete. Maria infatti voleva piacere in tutto e per tutto a Dio solamente, ora, secondo S. Gregorio, chi desidera di piacere perfettamente a Dio nulla deve riserbare a se stesso: Qui perfecte placere Deo desiderat; de se nihil relinquat; nulla adunque riserbò a sé medesima la Vergine nella sua offerta, e perciò fu un’offerta totale. Quindi immaginate voi, o lettori, con quanta celerità Maria percorresse la via della virtù, e come di giorno in giorno diventasse sempre più cara e più accetta a quel Dio, che in Lei voleva incarnarsi. Ella, dice il Damasceno, addivenne l’abitacolo di ogni virtù (I, 4, de fide). Affissa continuamente in Dio, soggiunge S. Sofronio, niente trovavasi in Lei, niente appariva che sapesse di affetto mondano: Indesinenter affixa Deo erat Maria, ut in ea nihil esset, mundanos quod redoleret affectus. E di nuovo il Damasceno: La Vergine viene condotta al Tempio, e piantata quasi fruttifera oliva nella casa del Signore, diventa il domicilio di tutte le virtù (lib. IV, cap. 13). Oh di quale ammaestramento non è Essa per noi, o lettori, questa totale offerta che Maria fa di sé al Signore! Essa c’insegna che se ci siamo determinati di consacrarci più da vicino al servizio del Signore, non dobbiamo riserbar nulla per noi stessi, ossia nulla che possa servire all’amor proprio e alle passioni; nulla che sia in contraddizione colla regola da noi professata, e coll’Istituto da noi abbracciato; nulla insomma che possa impedirci l’aumento della nostra perfezione spirituale […]
3. Ci resta ora a riflettere sulla durazione dell’offerta che Maria fece di sé al Signore. Se l’offerta in discorso fa primaticcia in quanto al tempo, e totale in quanto all’ampiezza, fu perpetua in quanto alla durata. Maria non solo non si fu mai pentita di essersi a Dio consacrata , ma, se è lecito il dirlo, avrebbe amato di aver sopra questa terra una vita il triplo più lunga per aver cosi maggiore occasione di far conoscere la sua fedeltà al proprio Creatore. Né osta alla perpetuità dell’offerta di Maria l’aver Essa lasciato il Tempio dopo dieci anni di dimora in quello; imperocché quanto era da Lei avrebbe amato di finirvi i suoi giorni nella preghiera e nell’esercizio delle più belle e delle più ispecchiate virtù, che se lo lasciò fu per volontà de’ suoi genitori e perché Iddio lo aveva fatto conoscere che Egli la chiamava alla casa paterna per un alto disegno che avrebbe appreso tra non mollo. Però, benché tornata alla casa paterna Ella non indietreggiò di un apice dalla strada della virtù e della perfezione […] Viveva sulla terra col corpo, ma l’anima era continuamente col pensiero in cielo; usava delle cose di questo mondo, ma i suoi tesori andava accumulando in paradiso. Ogni suo atto, ogni sua parola, ogni suo sguardo , ogni suo cenno erano altrettanti sproni alla santità in chi li osservava. Tutto il suo portamento poi era cosi composto che, come racconta S. Dionigi Areopagita, chi la vedeva e l’osservava sentivasi attratto all’amor della purità e al desiderio della gloria celeste. Fin da quando entrò nel Tempio Ella aveva prevenuto a suo riguardo le parole di S. Paolo, il quale diceva ai Romani: lo vi esorto a far di voi e del vostro corpo come un’ostia vivente, santa, a Dio piacevole: Obsecro vos, ut exhibeatis corpora vestra hostiam viventem, sanctam, Deo placentem (Rom. XII); e fino al suo transito la perdurò costante senza retrocedere di un sol passo; anzi un di più che l’altro avanzandosi in santità. E cosi andrebbe fatto anche da noi.
>>> L’epidemia e la presentazione di Maria al tempio <<<
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Immagine : Luca Giordano, Presentazione della Vergine al Tempio, 1647, Santa Maria della Salute, Venezia (FONTE commons.wikimedia.org)