Qui le puntate precedenti:


Che la scuola pubblica italiana sia ormai ridotta in suoi ampi settori ad un inutile diplomificio, è cosa nota; che una larga fetta del corpo docente dimostri una mediocrità imbarazzante, pure si sa; che il banale conformismo sessantottardo sia uno degli assi portanti del sistema scolastico, è evidente da tempo. Ma certe vette superano le previsioni, anche le più ridicole.

Dopo anni di diseducazione su scala industriale, ora abbiamo pure il liceo in cui si spalleggia chi non va a lezione, via Instagram naturalmente. Lo fa il Bottoni di Milano dal suo profilo ufficiale: “Gli studenti oggi si sono rifiutati di seguire la sua lezione, per difendere le loro idee in quanto il seguente professore nella giornata contro la violenza sulle donne #25novembre si è rifiutato di fare lezione per difendere ideali alquanto discutibili”.

Fa sorridere la contraddizione di chi tollera tutto tranne i presunti “ideali discutibili”, ma si sa: la logica non è di casa in certi contesti.

Il colmo arriva poi, quando la preside, dopo la sua presentazione e non elezione alle amministrative con una lista della sinistra ultraprogressista, si dice pronta – immaginiamo in nome del dialogo e dell’amore universale – a ricorrere al “provvedimento disciplinare”. Insomma, a un metodo vecchio che sa di gerarchia e ordine.

Una risata li seppellirà. Nel frattempo tornino in prima elementare, perché avranno pur fatto l’università ma si son scordati le basi.

Sipario.



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