di Massimo Micaletti

In un recente Spadamotors, per dare un’idea di cosa fossero le 125 supersport degli Anni Novanta, ho evocato l’immagine di un’auto di mille centimetri cubi ma potentissima e con tecnologia da Ferrari: ebbene, un’auto così è davvero esistita.

All’inizio degli Anni Sessanta, in Ferrari si inizia a guardare con molto interesse ai successi sportivi che le piccola Abarth di 1000cc riportano in tutta Europa, generando il segmento, fino ad allora inedito, delle “minisportive”, auto di piccola cilindrata ma relativamente potentissime e molto leggere, con telai d’eccellenza che consentivano, se in mani esperte, di dar filo da torcere anche a gran turismo ben più prestanti e blasonate.

Però Ferrari è molto titubante ad esporre la Casa in prima persona in un’operazione rischiosa sia come immagine che come vendite: il pericolo è rendere un Marchio esclusivo troppo… accessibile. Così viene fondato il Marchio ASA, con l’aiuto di un industriale interessato ad entrare nel campo dell’automobile: il progetto e collaudi però sono tutti a Maranello e sono seguiti da tecnici di eccellenza come Carlo Chiti, per il motore, e Giotto Bizzarrini per il telaio. Lo stile è di Giorgetto Giugiaro per Bertone, e guardando la linea del padiglione è facile riconoscere molti dei suoi futuri lavori.

La vettura viene presentata nel 1962 con carrozzeria coupé, cui seguirà una bella spider nel 1963: la potenza è di 91 cavalli e le prestazioni più che all’altezza anche per il corpo vettura molto compatto (380cm di lunghezza, come una FIAT Panda di oggi). Tuttavia, la macchina costa troppo e il pubblico non è ancora pronto per il concetto di una sportiva piccola e di classe; aggiungendo il fatto che il Marchio ASA, pur sostenuto da Maranello – la 1000GT fu ribattezzata da subito “Ferrarina” e si poteva acquistare solo presso i concessionari Ferrari – non ha nessuna storia né palmares sportivo a differenza di Abarth, si può ben comprendere come l’operazione si riveli fallimentare. La Casa chiude i battenti già nel 1967.

La 1000GT è un’auto ricercata perché la sua storia sfortunata l’ha resa molto rara: le quotazioni si aggirano sui centoventimila euro per una coupé, anche il 20% in più per la spider, rendendo così giustizia ad un progetto di prim’ordine per stile e tecnica.