da G. MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica
Cinque adunque sono i colori che usa la Chiesa Romana si nei sagri paramenti degli ecclesiastici, che negli addobbi ed ornamenti de’ templi sagri e degli altari, come sarebbero i paliotti, i canopei, i drappi, i damaschi ed i parati co’ quali si addobbano le pareti per distinguere gli uffizi, le messe, i diversi misteri, i tempi e le feste. La determinazione de’ cinque colori bianco, rosso, verde, violaceo e nero, oltre del rosaceo, principalmente per la Cappella Pontificia, cioè per la quarta domenica di Quaresima e per la terza dell’Avvento, sì pel Papa nel piviale, che pei Cardinali negli abiti cardinalizi e pei sagri ministri ne’ paramenti, non che nel paliotto dell’altare e drappo su cui si posa la Rosa d’oro, rimonta al secolo XIII, perché Durando, che morì nel 1296, ne parla come di una cosa conosciuta da tutti nel suo Rationale divinorum officiorum lib. 13, pag. 17 [leggi Breve storia dei colori liturgici]
Per ciò poi che riguarda il colore rosaceo, o di rose secche, ci permette di aggiungere a quanto su di esso abbiamo detto, il seguente cenno. Il colore di rosa secca viene chiamato dai greci Xerampelino e da altri Zalolino. Questo colore ritiene qualche vaghezza dell’originario della rosa, ma alquanto mortificato e meno vivace.
Il rosaceo si considera un colore tra la porpora e il colore violaceo o violetta e si adopera, come dicemmo nella quarta domenica di quaresima e nella terza dell’Avvento. Analogo alla prima si crede proprio per quanto si legge nell’introito e nell’evangelo della messa e perciò qual sollievo ed allegrezza dai digiuni e dalle penitenze del corso della quaresima e qual preparazione al colore più giulivo e solenne della prossima solennità pasquale, avendo la rosa tre singolari proprietà: l’odore, il colore e il sapore, equivalenti alla carità, alla giocondità ed alla spirituale sazietà, figura di Gesù Cristo, vero fiore del campo.
Vuolsi ancora derivato nella quarta domenica di Quaresima, il colore di rosa secca dalla Rosa d’oro che si benedice dal Papa con quella bella, misteriosa ed espressiva orazione che riportammo al vol. VIII p. 276 [leggi La Rosa d’Oro. Storia e significato e La Cappella Papale della Domenica “della Rosa”].
Così nella terza domenica dell’avvento col colore di rose secche intende la Chiesa prepararsi ad altra solenne festa, ma con minori dimostrazioni, in espettazione della venuta del Salvatore annunziato dai profeti con sospiri e desideri ardentissimi.
G. MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. XV, Tipografia Emiliana, Venezia, 1842, pp. 12, 15.
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Fonte immagini : BeWeB – Beni Ecclesiastici in web