Un quadro dettagliato dell’ opera di Luigi Copertino (Busto Arsizio, 1963) produttore, scrittore, giornalista, pubblicista in ambito politico-giuridico, teologico, monetario, storiografico viene offerto dal sito di Radio Spada. La sua formazione culturale è prevalentemente ma non esclusivamente di natura giuridica, essendosi laureato in giurisprudenza con una tesi in filosofia del diritto e, successivamemte, specializzato in “Studi dei valori giuridici e monetari”, presso la Facolta’ di Giurisprudenza dell’ Università di Teramo.La sua attività di docente ha innanzitutto riguardato due corsi tenuti nel 1997 e 2007 presso l’ Università d’Estate della Repubblica di San Marino sul tema dell’ identità europea.Inoltre, nel 2007 e 2010 presso la Cattedra di “Storia e Istituzioni dei paesi afro- asiatici” della Facoltà di Scienze Politiche di Teramo è stato docente nell’ ambito del progetto Master ” Enrico Fermi” in Oriente.Ha cofondato l’ associazione culturale internazionale “Identità Europea” ed è attualmente membro della” Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe’”.Copiosa è stata la sua collaborazione a riviste culturali (“Alfa e Omega”, ” Il Silenzio di Sparta”, “Certamen”, “Carattere”, “Rosso e Nero”,” Europitalia” e altre nonche’ ad alcuni siti online (“Identità Eueopea”, “Radio Spada”, “Domus Europea”, ” Effedieffe”, ‘Blondet& Friends”).Infine, ha offerto il suo contributo a opere culturali collettive(1)La riflessione di Luigi Copertino è innanzitutto al servizio della Verità dal punto di vista storiografico e quindi tesa, ad esempio, a decostruire quella Leggenda Nera dell’ Impero Asburgico, costruita ad artem dalla storiografia di matrice illuminista e giacobina, dura a morire, dal momento che tuttora grava sulla pubblicistica e sulla didattica odierna. Nel recentissimo articolo “Capodanno Asburgico” pubblicato il 2 gennaio 2022 sul sito di Maurizio Blondet appunto lo scrittore decostruisce di fondamento questa storiografia menzognera, che pure sta cominciando a perdere colpi anche in ambito laico (ad esempio, Costanzo Preve, intellettuale “marxista eretico” la sottopose a critica (2)).Il tradizionale concerto di Capodanno con musiche del grande compositore Johann Strauss che si tiene nella tarda mattinata del primo gennaio è in onore di un grande ” reazionario”, geloso custode dell’ alleanza Trono- Altare contro le ” primavere massoniche, liberali, risorgimentali”, Il generale Radetsky. Infatti, il concerto si conclude con la “Marcia di Radetski” per commemorare la trionfale vittoria del generale austriaco conseguita nel 1848 a Custoza. L’anno successivo fece solenne ritorno a Milano, acclamato dalle masse popolari. Lungi dal costituire una sommatoria di atti autocratici, la storia dell’ Impero asburgico si è tradotta nella realizzazione, nella forma di confederazione, di un’ unita’ spirituale, cementata dlla tradizione romana- cattolica, di un mosaico di popoli, in cui sussisteva pluralismo, dibattito, confronto tra le molteplici etnie differenti e giammai emarginazione, né oppressione; questo status di pacifica convivenza si protrasse anche in seguito all’ approvazione nel 1867 della Diarchia austriaca-magiara. La dissoluzione dell’ Impero asburgico fu auspicata da elites massoniche straniere, segnatamente anglossassoni, caldeggiata vivamente dal massone francese Clemenceau e dal massone inglese George Lloyd; la massoneria estera armo’ la mano dello studente serbo Gavrilo Princip e le rivolte intestine di etnie ribelli sarebbero state in ogni caso insufficienti a determinare il tracollo dell’ Impero Asburgico, se non fossero state corroborate in modo consistente da elites eversive estere. L’imperatore Francesco Giuseppe fu tutt’ altro che un governatore autocrate, come lo dipinge la storiografia lluminista giacobina, ma uno statista tollerante e lungimirante e a lui Luigi Copertino dedicò un mazzo di fiore sulla tomba in occasione di un soggiorno a Vienna nel 1994.Dell’Impero asburgico, eredità del Sacro Romano Impero Medievale, massima incarnazione temporale dell’ ideale di civitas cristiana, l’Unione Europea rappresenta l’ antitesi tout court. Tanto il primo era orientato alla Trascendenza e permeato dal ” bonum commune” dei vari Regni e popoli, quanto il secondo è cementato da una fittizia ” unità'”, i cui ingredienti sono fattori escusivamente di natura tecnofinanziaria e monetaria; una sola nazione, la Germania, detta legge peraltro a tutti gli altri stati membri, a detrimento di ogni parità giurisdizionale. L’ Ue inoltre promuove un pensiero debole, agnostico, mirato alla desacralizzazione delle istituzioni ed espicitamente in funzione non tanto post-cattolica, quanto anti- cattolica (un attestato ne è la tentata proposta recente di un’ abolizione di tutta la simbologia cristiana inerente alla festività del Natale).Il globalismo tecnocratico dell’ Ue, sotto la maschera di un umanismo ipocrita, promuove quell'” etica mondiale” profetizzata da Hans Kung, in cui tutte le professioni di fede storiche e istituzionali vengono dissolte secondo il luciferino principio del ” solve et coagula”.Con l’affermazione dell’ ordo tecnocratico della Ue si può a ragione affermare il disvelamanto di quel nichilismo che, secondo Heidegger, già negli anni 40′ si aggirava in Europa come un’ ombra segreta(3). Negazione colossale delle radici spirituali della civiltà europea che hanno origine nel Logos della filosofia greca classica, cristianizzata dalla Scolastica e dalla Patristica medievale in un’ eccellente sintesi; sempre con l’ affermazione della finanziarizzazione della politica e della onnipervasiva affermazione del mercato(aspetti dal Copertino costantemente denunciati) anche nella sfera del sacro e del simbolico, imperversa quello spirito pantecnocratico mirabilmente criticato da E.Husserl nella sua” Crisi delle scienze europee”, non viene ammessa dunque alcuna concezione di Logos che fuoriesca dal perimetro della ragione strumentale e calcolante. Infine l’ assetto tecnocratico e turboliberista della Ue è la più colossale negazione della prospettiva del Novalis di un’ Europa comunitaria permeata dall’ identità cristiana(4). Nel tramonto dell’ Impero asburgico nel 1918 si possono rintracciare le lontane radici del nichilismo in corso, che certamente una ” globalizzazione cattolica”(in antitesi a quella ordoliberista in corso) promossa nel cuore dell’ Europa stessa da una costruzione universale come l’Impero asburgico avrebbe impedito.Nella sua opera ” Idolatria finanziaria o del culto di Mammona” edita dalle edizioni Radio Spada. Luigi Copertino, oltre a tracciare una storia della finanza e della moneta dalle origini ( decostruendo peraltro di fondamento la tesi secondo cui la moneta stessa avrebbe un’ origine e un’ essenza mercantile e sostenendo invece che essa ha una natura politica) sostiene che l’ ultima versione, massimamente decadente del capitalismo, è la forma di ” capitalismo finanziario”; qui il capitale parassitario, prodotto cioè di usura e di speculazione, consegue il primato rispetto al ” capitale produttivo”, prodotto di lavoro. L’ esito ultimo è l’ idolatria di mammona”: il denaro non è più concepito come mezzo per conseguire beni spirituali più elevati, bensì come fine in se stesso e nelle relazioni umane diventa esclusiva la ” ragione calcolante”, permeata dal principio del ” do ut des” e invece scompare dall’orizzonte della civiltà tecnofinanziaria la sfera del simbolico, del sacro, del dono, insomma di tutto ciò che non è disponibile a ridursi a oggetto di mercato. L’ impalcatura tecnofinanziaria, antipopolare, antinazionale, funzionale ai profitti di elites apolidi e trasnazionali, mira a declassare ceti medi e classe. operaia ed è in pratica la cifra dell’ Ue, costruzione nichilista, mirata allo sfruttamento degli stati più deboli ( quelli mediterranei) da parte dei potentati economici degli stati più forti, Germania e Olanda in primis. La nobile idea di ” civiltà europea”, una volta tramontato nel 1918 l’ Impero Asburgico, non ha più potuto risorgere: umiliata nella prima fase del XX secolo dalla barbarie nazista, ha conosciuto una nuova debacle a seguito della nascita dell’ Ue. In questo modello turbo capitalista, non vi è alcun vincolo comunitario tra le nazioni europee; gli stati nordici di etica protestante rivendicano con supponenza l’ avanguardia nell’ ambito della produzione e dell’ efficienza, stigmatizzano la presunta ottica “assistenzialista” delle nazioni latine, ma al tempo stesso creano concorrenza sleale nei confronti dei paesi latini stessi sul piano del “dumping fiscal”, costituendo veri e propri “paradisi fiscali”(5). L’ UE si comporta nei confronti degli stati membri come una becera matrigna; non solo produce conflitti e idiosincrasie tra stati nordici e stati mediterranei; pretende di garantire con criteri artificiosi stabilità a una moneta globale, trasnazionale come l’ Euro, quando invece la stabilità monetaria implica la ” condicio sine qua non” della sovranità politica e monetaria; mira a desautorare gli stati membri di autonomia decisionale, trasferendo i poteri decisionali ad enti trasnazionali, ad elites che sfuggono a ogni controllo; soffoca sul nascere qualsiasi velleità sovranista in ambito politico e monetario, elargisce finanziamenti non a fondo perduto, ma a tassi di interesse elevato, tiene costantemente soggiogati gli ” stati sovrani” membri allo spauracchio dell’ aumento di spread, sforamento di bilancio, aumento di debito pubblico; giustifica le proprie politiche iperliberiste di austerity (taglio alla spesa pubblica, misure deflattive e riduzione salariale) con l’ assunto menzognero, secondo cui nel passato prossimo gli stati membri avrebbero” sperperato “risorse e ” vissuto al di sopra delle proprie possibilità”; in realtà, argomenta Luigi Copertino, non solo un margine di debito pubblico è normale e non deve essere demonizzato, ma inoltre esso generalmente non è dovuto a disposizione agli sperperi da parte delle politiche economiche nazionali, bensì ai tassi di interesse da capogiro imposti dalla BCE. L’ ordo liberismo radicale che permea le politiche economiche dell’ Ue ha determinato il primato dell’ economia (segnatamente nella sua più recente declinazione di ” economia finanziaria”) sullo stato sovrano, financo privato del diritto di battere autonomamente moneta. Più in generale, ha determinato la spoliticizzazione, la crisi della dimensione politica, intesa come luogo di partecipazione comunitaria e salvaguardia di valori comuni.In questo contesto nichilista, la moneta stessa ha finito per assumere un’ “essenza apolitica”, in antitesi rispetto alle sue origini.Originariamente infatti, la moneta aveva non solo una dimensione politica ma persino “sacrale” e, contrariamente al luogo comune, essa preesisteva alla rozza logica mercantile del ” do ut des. Luigi Copertino non intende in nessun modo avallare quelle politiche economiche” pseudo sovraniste” che, in realtà, finiscono per utilizzare in modo strumentale il concetto di Patria per poi subordinarlo al Capitale, rivelandosi poi in ultima analisi funzionali al globalismo liberista. In un articolo comparso sul sito di Maurizio Blondet il 18 luglio 2018 con il titolo” Le ragioni e gli errori di K.Marx”, lo scrittore sottopone a critica quell’ impostazione di ” ordoliberismo patriottico” che aveva catalizzato la ricostruzione della Germania del Dopoguerra. Elaborato presso la scuola di Marburgo, di matrice marginalista e mengelsiana,(6) l'” ordoliberismo patriottico” si prefigge in politica monetaria i seguenti scopi: discernere la politica fiscale da quella monetaria, impostare politiche economiche deflattive basate cioè sulla compressione dei salari, ostacolare la formazione di monopoli ed oligopoli, comprimere la domanda interna, puntare massimamente sulle esportazioni e sull’offerta, assicurare in tal modo nel contesto del mercato internazionale le condizioni per la nazione per vincere la concorrenza e l’ egemonia rispetto alle altre. L’ “ordoliberismo patriottico” poggia inoltre sull’ equivoca dizione di ” economia sociale di mercato” e s’ ispira vagamente al” cristianesimo sociale”.Nella sua galassia è possibile ricondurre, a mio avviso, anche le politiche economiche del premier inglese B.Johnson, del presidente brasiliano Bolsonaro e di quello ungherese Orban. Ancora, l’ “ordoliberismo patriottico” confida nella teoria dello” Stato minimo”; riducendosi il suo ruolo a garantire a tutti gli operatori privati la possibilità di libera concorrenza, ridimensionando e marginalizzando dunque la funzione essenziale del ” Welfare State” quale correttivo delle storture prodotte inevitabilmente dall’ incondizionata libera concorrenza dei privati. In questo modo, i teorizzatori dell” ordoliberismo patriottico”ritengono sia possibile conseguire la ” pace sociale” tra tutti gli operatori concorrenti.È una vera e propria utopia, osserva Luigi Copertino, è illusorio pensare di cancellare i conflitti sociali, nella misura in cui viene marginalizzato il ruolo del Welfare State (peraltro, i conflitti sociali sono una costante dello scenario della concorrenza economica; sarebbe pretesa utopica ammortizzarli, è possibile invece ridimensionarli secondo un’ impostazione non già perfettista, ma semmai di ” perfettibilita’”).Come Maurizio Blondet ( che ha avuto approccio al pensiero marxista disaminando le teorie antismithiane dell’ economista di sinistra Cesaratto) anche Luigi Copertino riconosce l’ importante funzione della concezione di K.Marx quale ” reagente” per dissociare il concetto di Patria dalla strumentalizzazione funzionale al Capitale operata dall’ ordoliberismo. Tuttavia, il marxismo erra nella misura in cui conclude ad un’ immantizzazione della teologia della storia cristiana, nonché per il fatto di sopprimere ogni principio spirituale, affermando l’ intrascendibilita’ del concetto di ” materia sociale”. L’ “ordoliberismo patriottico”, anche qualora si presentasse come espressione del magistero ecclesiastico ( infatti ha tratto in inganno anche molti” tradizionalisti cattolici”), inevitabilmente piega la dottrina sociale della Chiesa in una declinazione teo- cons. Non mira a favorire un’ equa distribuzione del bene comune e delle risorse fra tutti gli ingredienti sociali, involvendosi nel conservatorismo sociale. È refrattario e diffidente verso una vera e propria critica del Capitale, che pure è fondamentale nel magistero ecclesiastico e non oltrepassa l’ illusione di un possibile sodalizio tra capitalismo e dottrina sociale cristiana. I sostenitori ” tradizionali- cattolici” dell’ ” ordoliberismo patriottico”(e mi riferisco, ad esempio, agli epigoni di Plinio Correa de Oliveira oggi militanti nel movimento ” cattolico conservatore” TFP) dimenticano in fretta la lezione di C.Schmitt, secondo cui non può concretizzarsi alcuna alleanza tra altare e mercantilismo. Attualmente, l'”ordoliberismo patriottico” di B.Johnson, di V.Orban, di J. Bolsonaro ha l’ indiscutibile merito di difendere forse alcuni valori, non negoziabili, contro la nichilista canea liberal. Nondimeno, le politiche economiche messe in atto da questi premier incarnano perfettamente il principio dell’ etica protestante e, segnatamente evangelica, secondo cui la concorrenza vittoriosa e la buona riuscita negli affari sono cifre della benedizione divina.Di conseguenza, le loro politiche economiche non sono mirate alla risoluzione delle sperequazioni sociali.A giudizio di Luigi Copertino, la verità imperitura insegnata dal magistero ecclesiastico viene infranta sic et simpliciter, in maniera evidente, dalla ” sinistra arcobaleno radicalchic, permeata dal relativismo etico radicale di Niki Vendola o Pisapia.Viene altresì infranta, in maniera più velata, dalla destra liberale bluette rappresentata, ad esempio da Pier Ferdinando Casini (divorziato, nonostante “cattolico” confesso) che, spesso e volentieri, non conforma di fatto il proprio operato alle teoriche dichiarazioni di affermazione dei valori forti non negoziabili: battaglie morali contro aborto, divorzio, eutanasia, fecondazione assistita. La ” destra bluette” non oppone che una fragile barriera contro il ” pensiero debole” onnipervasivo e, quando anche in linea di principio si pronunci contro il ” relativismo etico”, di fatto accetta il ” relativismo sociale”. Peraltro, in seguito alle vicende internazionali del 2003, si è affermata anche in Italia la ” destra neocons”, la cui campagna a favore della ” crociata cristiana- occidentale” irrora le pagine del quotidiano “Il Foglio”, allora diretto da Giuliano Ferrara. All’ origine il “neo- conservatorismo” nasce nei centri di poteri Usa , Richard Perle, Paul Wolfowitz, William Kristol, Donald Rumsfeld, Robert Kagan, Dick Cheney sono alcuni tra i suoi principali esponenti; alcuni di loro hanno saldamente collaborato con le principali multiazionali americane al cosidetto ” Project for a new american century”, un disegno ” decisionista- globalista”mirato all’ egemonia statunitense, nonché alla ” guerra infinita” perr l'” importazione della democrazia ” in Medio Oriente. Non pochi ” cattolici antimoderni” hanno visto con favore la ” crociata occidentalista” anti- islamica, perché hanno illusoriamente ravvisato in essa il motore di una possibile restaurazione della ” civiltà cristiana”, insidiata dall'” orda islamista”( qui il punto di collisione tra la tesi di Samuel Huntington sullo ” scontro di civiltà” e l’ illusione di questi ” cattolici occidentalisti”).A giudizio di Luigi Copertino, vi sono in questa posizione almeno due non trascurabili errori di valutazione. Innanzitutto, questi ” cattolici antimoderni” trascurano superficialmente il fatto considerevole che il ” neoconservatorismo” contemporaneo rappresenta lo scacco del veteroconservatorismo originario e costituisce piuttosto un’ideologia politica sovversiva e rivoluzionaria (peraltro, ad essa sono approdati senza processo di crisi molti intellettuali provenienti dalle file del trozkismo internazionalista). In secondo luogo, l’ equazione tra ” cristianesimo” e ” Occidente” è infondata; è bensì vero che tra XVI e XVII secolo l’ egemonia spagnola in Europa aveva posto le premesse di una ” “globalizzazione cattolica”, ma al tempo stesso si era realizzata la Riforma protestante e calvinista, che avrebbe dato un impulso decisivo al soggetticismo etico e alla secolarizzazione, determinando ipso facto il divorzio tra Occidente e magistero cattolico. Si tratta di argomenti brillantemente esposti dal Nostro nella celebre opera ” Spaghetti neo- cons”, edita per Il Cerchio, reperibili altresi in un articolo recensito nel marzo 2005 dal dottor Miguel Martinez sul sito Kelebek La riforma protestante con la sua battaglia contro la teologia e l’ affermazione del “libero esame”si pone come radice dell’ Occidente atlanticocentrico e segna la cesura tra esso e l’ Occidente latino: il primo è permeato dal Calvinismo, dall’ empirismo classico, dal neopositivismo.Il secondo, dalla filosofia classica greca e romana, dalla Patristica e dalla Scolastica. La ” crociata antislamica” bandita dal ” Foglio” non ha fondamento e confonde due orizzonti non coestensibili e ben distinti, l’ Occidente e il Cristianesimo- Cattolicesimo(7). Dal genocidio dei pellerossa sino alle ” guerre umanitarie” per l'” importazione della democrazia” del passato prossimo, la monarchia del dollaro si è votata all’ imperialismo, costantemente condannato dal magistero ecclesiastico. Contra factum argumentum non valet; qualora i sostenitori” cristianisti” della ” crociata occidentale” obiettassero che l’ egemonia atlanticocentrica è un male minore rispetto al ” fondamentalismo islamista” si potrebbe far notare la labilità della loro argomentazione. Daniel Schiffer, cultore di filosofia, letteratura e Civilta Moderna di origine francese(1957), proveniente da una famiglia protestante ha sostenuto che i valori più nobili e universali che l’ intellettuale dovrebbe incarnare sono la Libertà, la Giustizia e a Verità(8). Valori sacrosanti, nondimeno la gerarchia proposta dallo Schiffer che antepone la Libertà alla Giustizia e alla Verità è cifra di una visione relativista.Luigi Copertino intende la gerarchia in senso diametralmente opposto: Verita’, Giustizia, Libertà. Al di fuori del Vangelo Libertà e Giustizia si riducono a inconsistenti utopie secolari. La riflessione di Copertino è inoltre preziosa nella misura in cui non rinuncia a una funzione di critica sociale del tempo presente e, sopratutto, denuncia costantemente le storture e le iniquità prodotte dal Capitale. Invece molti tradizionalisti cattolici, soprattutto gravitanti in ambienti teo-conservatori, si mostrano alquanto diffidenti a prendere in considerazione una critica del Capitale e dell’ Usura, perché temono ( timore infondato) di essere indotti in questo modo a compiere” un pezzo di strada a braccetto”con i marxisti. La battaglia contro le iniquità sociali e politiche è in primis di natura religiosa, ma il Cattolicesimo si incarna nelle istituzioni.Luigi Copertino ne è perfettamente consapevole e sa riconoscere” la funzione cruciale delle forze sociali ed economiche”.Cari amici di Radio Spada e della C.a.p buona lettura! Note (1) cito tra le più importanti” Europa dei popoli-Europa dei mercati modelli dell’ integrazione europea (Rimini,1998), “Imperia- Esperienze imperiali nella storia di Europa”(Rimini,2008), “La storia imbavagliata”(Roma,2007),”La polizia del pensiero”(Roma,2009), “La gnosi tra luci e ombre”(Roma, 2010), “Continuità della gnosi nella modernità”(Roma,2012), Invece tra le opere pubblicate: ” Spaghetti neocons”(Rimini, 2008), ” Risorgimento? Considerazioni storico filosofiche a disincanto di una mitologia civile(Proceno, 2011) ” La tomba dell’ Europa?”(Rimini, 2013).Ha infine curato la prefazione del volume” Filippo Andreocola: dalla cultura filosofica all’ amministrazione politica”(2013)(2)cfr. Costanzo Preve, “Filosofia e geopolitica”, Il Veltro, p.68″ chi scrive fa parte di quel piccolo ma tenace gruppo di persone che ritiene che la dissoluzione dell’ impero austro ungarico sia stata nell’ essenziale una catastrofe geopolitica terribile per l’ Europa”(3) c.f.r Diego Fusaro- Silvio Bolognini” Il nichilismo dell’ Unione Europea, Armando, Roma, 2019, p.12″ Né Heidegger, né Nietsche forse avrebbero potuto immaginare che il nichilismo europeo si istituzionalizazze e assumesse la forma di questa civilissima barbarie che si presenta oggi con il nome seducente di Unione Europea”(4) cfr. Novalis,” Cristianità o Europa?”,introduzione e traduzione di Alberto Reale, Rusconi, Mi,1995(5)cfr. l’ articolo pubblicato sul sito ” domus Europa”il 20 luglio 2020 l” ultima rutte” dell’ UE morente(6) in Italia uno dei più noti sostenitori della politica economica di questa forma nella direzione della cosidetta ” economia sociale di mercato” è Rocco Buttiglione(7) uno dei sostenitori della crociata Occidentale antislamica e collaboratore del Foglio è Giorgio Israel, professore di matematica presso l’ Università la Sapienza di Roma, segnatamente nella sua opera ” Liberarsi dai demoni” edita da Marietti. Qui sostiene la problematica identità tra Occidente e Cristianesimo; sorvolando sul fatto che ,a partire dal XVI secolo, l’ Occidente diventa un contenitore di vari ingredienti, Umanesimo, Riforma Protestante, Illumunismo, razionalismo settcentesco, Positivismo, etc. Con la direttrice prevalente della secolarizzazione progressiva(8)c.f.r.Daniel Schieffer, ” Il discredito dell’ intellettuale”, Sugarco, Carnago (Va), 1992, p.9
Sintesi della 675° conferenza di formazione militante a cura della Comunità Antagonista Padana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano, non tenuta in seguito alla chiusura dell’Ateneo a causa di Coronavirus, preparata nella festa della Cattedra di San Pietro in Roma (18 gennaio 2022) e completata nella II Domenica dopo l’Epifania (23 gennaio 2022). La numero 676 è in preparazione. Relatore: Silvio Andreucci (testo raccolto a cura di Piergiorgio Seveso).
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