Antonio, Egiziano, nato da genitori nobili e cristiani, dei quali rimase orfano adolescente, entrando in chiesa ed avendo udito quelle parole del Vangelo: «Se vuoi essere perfetto, va e vendi quanto hai, e dallo ai poveri»; come se fossero rivolte a se stesso, credé dover subito ubbidire a Cristo Signore. Venduto pertanto ogni suo avere, ne distribuì tutto il danaro ai poveri. Sciolto da questi impedimenti, intraprese a menare sulla terra un genere di vita celeste. Ma siccome discendeva nell’arena ad un pericoloso combattimento, stimò dover aggiungere allo scudo della fede ond’era armato, il sussidio delle altre virtù; e si accese di tanto ardore per acquistarle, che si sforzava d’imitare chiunque gli sembrasse eccellere in qualche virtù. Nessuno pertanto fu più continente di lui, nessuno più vigilante. Nella pazienza, nella dolcezza, nella misericordia, nell’umiltà, nel lavoro, nello studio delle divine Scritture superava tutti. Aveva tale orrore d’incontrarsi e di parlare cogli eretici e scismatici, specie se Ariani, che diceva non doversi neppure avvicinarli. Dormiva per terra quando ve lo costringeva un necessario sonno. Amò cosi il digiuno, che non mangiava prima del tramonto del sole, e non spegneva la sete che coll’acqua; né si rifocillava con alcun cibo o bevanda prima del tramonto del sole, e spesso anche si asteneva dal cibo per due giorni; spessissimo passava la notte in preghiera. Antonio, divenuto così un vero soldato di Dio, il nemico del genere umano assalì il santissimo giovane con varie tentazioni, ch’egli vinse col digiuno e coll’orazione, Ma nonostante le sue numerose vittorie su satana, Antonio non si credeva sicuro, perché conosceva le innumerevoli arti di nuocere del diavolo. Perciò si ritirò in una vastissima solitudine dell’Egitto dove progredendo ogni giorno nella cristiana perfezione, giunse a disprezzare talmente i demoni (i cui assalti erano tanto più violenti quanto più Antonio diveniva forte a resistere) fino a rimproverarli della loro debolezza; e sovente eccitando i suoi discepoli a combattere contro il diavolo, e insegnando loro con quali armi poter vincere: Credete a me, Fratelli, diceva, satana teme le pie veglie, le preghiere, i digiuni, la povertà volontaria, la misericordia e l’umiltà, massimamente poi l’amore ardente a Cristo Signore, al cui solo segno della santissima croce fugge spossata. Egli poi divenne sì formidabile ai demoni, che molti posseduti da essi nell’Egitto, invocato il nome di Antonio erano subito liberati: ed era tanta la fama della sua santità, che Costantino Magno e i suoi figli si raccomandavano per lettera alle sue preghiere. Giunto infine all’età di centocinque anni, avendo già innumerevoli imitatori del genere di vita ch’egli aveva istituito, radunati i suoi monaci e date loro istruzioni sulla regola perfetta della vita cristiana, illustre per santità e miracoli se ne andò in cielo, il 17 di Gennaio del 356.

Scuola fiorentina sec. XVII, Sant'Antonio abate in gloria

O glorioso sant’Antonio, che ad una sola parola del Vangelo abbandonaste le ricchezze e gli agi della vostra casa, la patria, il mondo, per ritirarvi in un deserto; che, quantunque di età avanzata, consunto dalle penitenze, con lo zelo di un confessore anelante al martirio non dubitaste di lasciare la solitudine per riprovare pubblicamente la empietà degli eretici e rinfrancare nella fede i cristiani vacillanti; che per la vittoria su voi stesso e l ’eccellenza delle virtù foste arricchito dal Signore di un mirabile potere su la natura animata ed inanimata; deh! otteneteci la grazia di zelare sempre la causa di Gesù Cristo e della sua Chiesa e di perseverare sino alla morte, ad imitazione vostra, nella fede alla verità rivelata e nell’osservanza dei comandamenti e consigli evangelici; affinché, dopo di avere seguito fedelmente i vostri esempi qui in terra, possiamo giungere ad essere per tutti i secoli partecipi della vostra gloria in cielo. Così sia.

Tre Pater, Ave, Gloria.

300 giorni d’indulgenza (S. C. Indulg., 3 iun. 1896; S. Paen. Ap., 9 maii 1934 et 15 maii 1949).

Ambito italiano sec. XVIII, Sant'Antonio abate in gloria

I. O glorioso s. Antonio, che ad una sola parola dell’Evangelio abbandonaste la casa, la patria, il mondo, per ritirarvi in un deserto, otteneteci dal Signore la grazia di essere docili come voi alle divine ispirazioni, e pronti a distaccarci anche dalle cose più care per assicurar la nostra salute. Gloria.

II. O glorioso s. Antonio, che sprezzando da giovinetto tutte le ricchezze del mondo, distribuiste in elemosina tutte le vostre sostanze, e cominciaste a vivere una vita lulla di veglia, di orazione e di penitenza, otteneteci dal Signore la grazia che noi cominciamo almeno adesso ad amare la povertà, il ritiro, la preghiera, ed a mortificare colle esteriori penalità la nostra carne sempre ribelle. Gloria.

III. O glorioso s. Antonio, che precedeste coll’esempio, e dirigeste col consiglio nella via della santità tanti vostri discepoli, otteneteci dal Signore la grazia di conformar sempre la nostra condotta ai consigli de’ nostri superiori, e di precedere tutti i minori nella pratica di ogni virtù. Gloria.

IV. O glorioso s. Antonio, che nella solitudine della vostra grotta teneste una continua conversazione con Dio, passando le notti intiere nell’orazione più fervorosa e tenendo sempre la mente rivolta al cielo nei vostri manuali lavori, otteneteci dal Signore la grazia di non dimenticarci giammai di sua divina presenza nelle nostre corporali occupazioni, e di non gustare altro bene che quello di trattenerci con lui nella preghiera. Gloria.

V. O glorioso s. Antonio , che scorrendo le celle dei più famosi anacoreti ricopiaste in voi stesso le principali loro virtù, otteneteci dal Signore la grazia che, lungi dall’essere scandalizzati dagli esempii de’ malvagi, leniamo sempre fissi gli occhi sopra i cristiani i più perfetti per modellare la nostra sulla lor vita. Gloria.

VI. O glorioso s. Antonio, che non concepiste mai un sentimento di vanità, nemmeno allora che vedeste i re e gl’imperatori onorarvi di loro lettere e di loro visite, otteneteci da Dio la grazia di disprezzare generosamente tutti gli onori e gli applausi del mondo per fare conto soltanto dell’amicizia di Dio. Gloria.

VII. O glorioso s. Antonio, che assalilo notte e giorno e nelle maniere più spaventose dai demonii dell’inferno, vi rideste sempre dei loro sforzi, e coll’orazione e colla penitenza trionfaste sempre dei loro assalti, otteneteci dal Signore la grazia di non cedere mai alle tentazioni de’ nostri nemici, e di andar sempre crescendo nel fervore del divino servizio. Gloria.

VIII. O glorioso sant’Antonio, che dopo avere ammiralo nell’anacoreta s. Paolo lo spirito di Elia e l’austerità del Ballista, vi vedeste per mezzo di un corvo provveduto di un pane miracoloso, e rifiutaste l’offertovi onore di cibarvene per il primo, otteneteci dal Signore la grazia di non diffidare giammai della sua onnipotente provvidenza in qualunque necessità, e di ricevere sempre i suoi doni con sentimenti di umiltà, di rispetto e di riconoscenza. Gloria.

IX. O glorioso s. Antonio, che quantunque grave di anni e distrutto dalle penitenze, non dubitaste di lasciare la solitudine per riprovare pubblicamente l’empietà degli eretici, e rinfrancar nella fede i vacillanti cristiani; quindi, sino all’ ultimo momento di vostra vita, perseveraste nei vostri rigori e nelle vostre austerità, otteneteci dal Signore la grazia di zelar sempre la causa di Gesù Cristo, e di continuare fino all’ultimo de’ nostri giorni nella credenza de’ suoi misteri, nell’osservanza de’ suoi precetti, nella pratica de’ suoi consigli e nella imitazione di sue virtù, affinché, dopo avere coll’aiuto del vostro patrocinio seguiti i vostri esempii su questa terra, giungiamo ad essere per tutti i secoli ammiratori e partecipi della vostra gloria nel cielo. Gloria.



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Fonte immagini : BeWeB – Beni Ecclesiastici in web