Da questi brevi cenni si scorge chiaro abbastanza, che sia e che voglia la setta Massonica. I suoi dogmi ripugnano tanto e con tanta evidenza alla ragione, che nulla può esservi di più perverso. Voler distruggere la religione e la Chiesa fondata da Dio stesso, e da Lui assicurata di vita immortale, voler dopo ben diciotto secoli risuscitare i costumi e le istituzioni del paganesimo, è insigne follia e sfrontatissima empietà. Ne meno orrenda e intollerabile cosa egli è ripudiare i benefizi largiti per Sua bontà da Gesù Cristo non pure agl’individui, ma alle famiglie e agli Stati; benefizi, per giudizio e testimonianza anche di nemici, segnalatissimi. In questo pazzo e feroce proposito pare quasi potersi riconoscere quell’odio implacabile, quella rabbia di vendetta, che contro Gesù Cristo arde nel cuore di Satana. (Leone XIII, Humanum Genus, 1884)


Quirino Principe è – come noto – critico musicale, musicologo, traduttore, e saggista. Ancor più celebre di Principe è la condanna definitiva che la Chiesa ha scagliato in plurimi e concordanti documenti magisteriali contro la Massoneria.

Il critico musicale ha manifestato una spiccata simpatia luciferina in più occasioni: dando alle stampe il volume Musica, eco di Lucifero ma soprattutto rispondendo alle domande del giornalista Gnoli in un’intervista concessa a Repubblica nel luglio del 2015 il cui titolo è già tutto un programma: “Odio me stesso e odio ubbidire, coltivo l’arte luciferina di dire no”; lì chiarisce: Quando avevo meno di 11 anni mi ribellai alla religione, alla confessione, alla comunione, alla preghiera, all’obbligo di andare a messa.

Alcuni passaggi vanno riportati per comprendere meglio:

Ho l’impressione che davanti al “mostruoso” lei subisca una certa fascinazione. Mi sbaglio?
“È così. Amo gli eccessi, anche l’eccesso del mio odio per me stesso. Ma influisce sulla fascinazione anche una sorta di “corrente indotta”. Le arti  –  nell’Occidente cristiano e post-cristiano  –  hanno quasi sempre associato il mostruoso all’infernale. Forse amo tanto il mostruoso poiché amo il Diavolo semi-comico di Michael Pacher e quelli decisamente non comici di Taddeo di Gaddo o di Luca Signorelli; o i sinistri scheletri di James Ensor”.

Ma che cos’è questa passione luciferina?
“È la disobbedienza. È dire no. Lucifero pronuncia il primo no. È provare a ribellarsi alle convenzioni e al conformismo; alle imposizioni e all’oltraggio”.

Si dirà che le affermazioni si possono “buttare in letteratura”, che probabilmente bisogna cogliere un significato ulteriore, che vanno lette in maniera attenuata, fatto sta che se le parole hanno ancora un senso, risultano piuttosto chiare. Principe, del resto, invitato qualche tempo fa a tenere una conferenza presso il Grande Oriente d’Italia, ha avuto modo di ribadire la sua ispirazione luciferina lanciando in mezzo al discorso un motto riferito all’Italia e auspicando “voglia Lucifero che si desti”. Dopo poche altre parole sul sacrificio della musica, è scattato l’applauso. Anche qui si dirà che l’ovazione era sul tema musicale.

Dipende però da chi scrive lo spartito. E questo non pare dei migliori.

Video ripreso da Trad_Vincit:



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