Con vivo apprezzamento concludiamo la pubblicazione in quattro puntate di questo attuale e ricchissimo saggio del nostro autore Marco Sambruna, attento critico della dissoluzione della contemporaneità nonchè della genetica ideologica della sovversione. Il Sambruna ha già pubblicato con noi i due saggi “L’antivangelo. Radici filosofiche del nichilismo moderno” e “Il declino del sacro. Rumore sociale, mass media e nichilismo”. A voi tutti, cari lettori ed amici di Radio Spada offriamo questo piccolo dono, segno tangibile dell’inesauribile vitalità della nostra casa editrice. Qui potete rivedere la prima puntata, qui la seconda e qui la terza. Buona lettura! (Piergiorgio Seveso Presidente SQE di Radio Spada)

Medicalizzazione della psiche

Tranquillanti, sonniferi e sedativi saranno sempre più gli indispensabili supporti di cui gli uomini non potranno più fare a meno così come un paio di robuste stampelle possono sostenere un uomo infermo a causa di un infortunio.

I sedativi serviranno a congelare le emozioni e ad appiattire l’intelligenza: l’uomo nuovo sarà fondamentalmente ottuso,  incapace di impeti vitali e anafettivo circa le passioni.

Se lo scopo della psicologia era quello di far uscire l’uomo che ne era affetto dall’inedia e dall’abulia, la scienza della mente al servizio di Satanopoli avrà il compito di introdurvelo.

Ogni manifestazione di curiosità intellettuale, di capacità critica e di ingegno sarà guardata con sospetto in quanto potenzialmente eversiva. Ogni moto emotivo, desiderio di emancipazione, ogni manifestazione dell’istinto naturale per quanto moderato sarà considerato una forma di nevrosi meritevole di cura. I farmaci saranno i sacramenti mediante i quali le inquietudini saranno narcotizzate e i desideri di riuscita individuale anestetizzati. Lo stesso desiderio di costituire una famiglia, di avere prole, di essere monogami sarà riguardata come espressione di una incipiente psicosi.

Essere sani significherà essere infinitamente adattabili alle circostanze, essere totalmente omologati all’inedia spirituale e all’inerzia esistenziale. Nulla deve turbare il monotono e ripetitivo procedere di una vita priva di slanci emotivi.

Automatismo del quotidiano

Se nella fase rivoluzionaria fluida l’orgia di creatività spinta fino al bizzarro, al grottesco e allo stravagante dove ogni manifestazione insolita e blasfema era riguardata come modello da imitare la fase istituzionale statica determinerà una brusca svolta. Esaurito il proprio compito di distruggere la società tradizionale in Satanopoli la quotidianità sarà scandita dalla ripetizioni di gesti parcellizzati, monotonamente ripetuti secondo un ordine rigidamente prestabilito e immutabile: ogni ora di ogni singolo giorno in cui sperimentare le medesime futili cose, ieri uguale a oggi, oggi uguale a domani.

Ogni singolo gesto reiterato in una sorta di nevrotica coazione a ripetere abitua la mente a concentrarsi sull’esecuzione di uno spartito sempre uguale in cui lo spazio riservato alla creatività  e all’inventiva viene ridotto a zero. I cittadini di Satanopoli dovranno pensare a una cosa sola alla volta in maniera consecutiva e conclusiva; nessun gesto e volizione della mente deve restare inconclusa o incerta, ma tutto deve essere conchiuso secondo regole standard ben delineate senza digressioni. Le attività del corpo e della mente saranno regolate da protocolli per cui stabilita una causa deve immancabilmente seguire un determinato effetto: s’invera così a livello collettivo un riflesso condizionato di stampo pavloviano. Non un passo potrà essere mosso fuori da un percorso pedonale obbligato, né si potrà vedere una telecamera di cui lo spazio pubblico sarà saturo senza provare un moto di paura.

Le ore di lavoro aumenteranno, l’impegno fisico e psichico che richiederà il lavoro sarà caratterizzato dalla noia di gesti continuamente identici e ripetuti cui si accompagna la stanchezza procurata da azioni percepite senza senso perché si ignora a cosa servano e separate dal prodotto finale di cui non si saprà nulla.

Il tedio psicologico e la stanchezza del corpo saranno un ottimo antidoto contro ogni spirito di iniziativa, il miglior deterrente contro il pensiero critico. Il dubbio, l’incertezza o l’agitazione saranno atrofizzati, le funzioni della mente e del corpo ridotte all’esecuzione di esercizi minuti. Ogni orizzonte ideologico o di prospettiva sarà quindi fortemente ridimensionato.

Sterilizzazione culturale

Nei paesi di tradizione democratica i mass media hanno il ruolo di “coscienza critica” di un paese nei confronti del regime vigente. Essi sollecitano interrogativi e sollevano questioni svolgendo così la funzione di anticorpi contro il virus della deriva autoritaria.

A Satanopoli le azioni malvage ossia la progressiva riduzione della libertà saranno giustificate dalle buone intenzioni ossia la presunta salvaguardia di un astratto “bene comune” dai contorni vaghi. L’edificazione del “bene comune” giustificherà i molti sacrifici e rinunce che si chiederanno agli uomini mentre in nome del “male minore” sempre più esigenti richieste di rinuncia alle libertà fondamentali saranno avanzate.

In Satanopoli ogni espressione culturale subirà un processo di degrado che lo conduce da una visione generale e onnicomprensiva a delle micro analisi minute e focalizzate su singoli dettagli: la letteratura diventerà mera informazione, la storia diventerà sociologia e la filosofia psichiatria. Ogni forma di sapere dovrà recidere il legami con la trascendenza ed annodarli  piuttosto con l’immanenza.

Le scienze umane diverranno mere rappresentazioni di dati di fatto visibili legati alla vita quotidiana, la loro funzione non sarà più quella di sollevare interrogativi, ma di indicare procedure o protocolli. L’informazione dovrà comunicare fatti senza commentarli o interpretarli, la sociologia con l’ausilio della statistica rappresentarli matematicamente, la psichiatria darne una spiegazione pseudo razionale cui aderire in modo fideistico.

Scuola, informazione e famiglie saranno sovietizzate cioè trasformati al fine di veicolare slogan, parole d’ordine e epigrammi di rapido e facile apprendimento sia alle giovani generazioni sia agli adulti infantilizzati.  L’abuso della parola “amore” già abbondantemente utilizzato a fini manipolatori sarà ancora più potenziato: per amore si dovrà odiare se stessi, la propria storia, la propria individualità. Per amore non ci si dovrà scandalizzare più di niente.

Co-housing

Se nella fase fluida della rivoluzione a prevalere è stata la tendenza a dividere e isolare, in quella in cui la rivoluzione viene istituzionalizzata a prevalere sarà la tendenza ad associarsi.

Associazionismo, beninteso, non scelto né voluto, ma imposto: l’uomo non potrà più nascondere se stesso agli altri uomini, la privacy sarà ridotta a pochi momenti di sollievo, il desiderio di intimità osservata come potenziale disturbo psichico.

Poiché però il luogo in cui conservare uno spazio privato sono la casa e la famiglia entrambi questi aspetti saranno sottoposti a un processo di erosione. La casa come luogo privato in cui abitare sarà penetrata da esigenze spacciate come sociali: con tutta probabilità sarà istituita la “necessità morale” di non avere una abitazione troppo grande in base alle proprie esigenze familiari: se lo è scatterà l’obbligo legale o la costrizione morale di dare ospitalità alle cosiddette “categorie disagiate”, specialmente se immigrati in nome della solidarietà.

La casa potrà essere invasa e perquisita con maggior facilità dalle forze dell’ordine, potrà essere controllata e monitorata in qualsiasi momento del giorno e della notte come fosse la cella di un detenuto più o meno come poteva capitare nella ex URSS o DDR. Poiché la distruzione della famiglia procede di pari passo con le dimensione dell’abitazione, alla progressiva diminuzione del numero dei componenti del nucleo familiare si accompagnerà la riduzione degli spazi privati in cui dimorare. Tale processo di “miniaturizzazione” e “collettivizzazione” trova la sua espressione più evidente nella pratica del “co-housing” già in avanzata fase di consolidamento nei paesi scandinavi, non a caso quelli in cui la famiglia tradizionale e naturale si sta disgregando con maggior rapidità. [1]

La pratica del co-housing consiste nella costruzione di grandi unità abitative in cui esiste un solo spazio privato costituito in genere dalla camera da letto e da un bagno – più o meno come potrebbe essere un stanza d’albergo – e una serie di spazi comuni da condividere con altri co-houser, tipicamente una grande sala comune, la cucina e alcuni spazi ricreativi.

Il modello del co-housing è direttamente legato alle idee dell’antropologo e filosofo Claude Levi Strauss  padre della corrente di pensiero denominata “strutturalismo”.

Lo strutturalismo immagina e disegna i contorni della società futura e soprattutto della famiglia come una comunità tribale primitiva caratterizzata da poligamia, comunanza della prole, condivisione dei beni, abolizione della proprietà privata.

Del resto l’erezione del co-housing sarà facilitata dalla pratica della mono genitorialità femminile: le donne potranno diventare madri senza il concorso del maschio semplicemente iniettandosi direttamente in utero del liquido seminale venduto da apposite “banche del seme” anche per via postale come già oggi è possibile nei paesi del nord europeo. Le donne non avranno più bisogno degli uomini per diventare madri e l’uomo stesso, degradato nella sua paternità, sarà sempre più marginalizzato.

In Satanopoli la società sarà perciò composta in prevalenza da single e madri sole che abiteranno in micro unità abitative simili a loculi e dotate di ampi spazi collettivi il cui utilizzo sarà rigidamente regolamentato quanto a orari, modalità di frequenza, norme di utilizzo. Non sarà più possibile l’autogestione dello spazio privato semplicemente perché i luoghi in cui si vivrà saranno collettivizzati.

Presto dunque le dimore come esistono da secoli saranno inutili e anzi bollate come dannose per l’ambiente poiché occupano porzioni di spazio eccessive.

Pornomania e sessofobia

Nella fase fluida di decostruzione una delle chiavi di volta del cambiamento è stato il “libero amore”. Gli incitamenti a praticare il sesso in tutte le sue forme particolarmente se stravaganti sono stati e sono promossi e stimolati da mass media, influencer, psicologi e sociologi. Il “libero amore” non ha riguardo per nessuno: lo stesso tradimento fra coniugi sposati è incoraggiato, la fedeltà coniugale marchiata come un retaggio maschilista del passato. Il libero amore è foriero di emozioni, libertà, nuovi scenari; la fedeltà simbolo di immobilismo asfittico, mummificazione, noia.

Nella successiva fase in cui il processo rivoluzionario si sarà consolidato e istituzionalizzato e una volta che il “libero amore”, assieme ad altri fattori,  avrà esaurito il suo ruolo di disgregatore della famiglia anche il sesso libero sarà demonizzato e riguardato come un istinto da troglodita, degno di una società di barbari e non certo dell’uomo nuovo, ben igienizzato e collettivizzato. Sarà molto più civile, comoda e igienica la pratica della masturbazione sistematica che oltretutto, nell’ottica denatalista vigente in Satanopoli,  presenta il vantaggio dell’infecondità. La nuova conquista trionfante nella città infernale quindi sarà rappresentata dalla pornomania e dalla sessuofobia.

I due termini solo apparentemente sono contradditori: tramite i media la pornografia dilagherà ad ogni ora e in ogni occasione sui normali canali televisivi in modo da scatenare una vera e propria pandemia pornografica ossia una pornodemia. Il sesso virtuale e onanistico sostituirà quello reale e duale per cui alla diffusione della pratica pornomaniaca farà riscontro un calo del sesso naturale. Anzi poiché la diffusione della pornomania è proporzionale all’abbandono e conseguente calo del sesso naturale a essere demonizzato sarà quest’ultimo: la sessuofobia diverrà perciò dilagante e considerata ai limiti del reato oltre che incorrere nella riprovazione morale collettiva.

Conclusione

La conclusione non può che essere una, chiara e inequivocabile: se non ci svegliamo e se non agiamo ora tutto quanto sopra esposto e già ora in fase di edificazione diverrà una tragica realtà, per quanto sembri esagerato o sproporzionato. La storia del resto è piena di eventi che prima che si verificassero apparivano inconcepibili e che qui non è il caso di ricordare. Dunque, che fare? Innanzitutto invocare l’aiuto celeste. Poi, occorre fin d’ora liberarci dai vincoli che ci legano ai beni materiali. Fatto questo, scompare la paura di perdere qualcosa e con ciò si diventa più liberi di agire. Tutto qui.


[1] Su questo aspetto raccomando vivamente l’articolo intitolato “A cosa serve l’uomo?” al seguente link: http://www.vita.it/it/article/2016/08/05/a-che-cosa-serve-luomo-in-svezia-non-serve-a-niente/140360/.


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