Le Edizioni Radio Spada continuano nell’opera di diffusione dei grandi classici scritti da Mons. Giuseppe Ballerini (dal 1924 al 1933 vescovo di Pavia), volumi di grande valore che hanno riscosso l’interesse dei lettori. (Breve Apologia del Cristianesimo – Contro gli increduli dei nostri giorni; La crisi del pensiero moderno e le basi della fede; ora L’esistenza di Dio)
Ma vediamo più in dettaglio quest’ultima uscita:
Se in Breve Apologia si trattava in maniera straordinaria la coerenza della Bibbia attraverso l’avveramento delle profezie, la validità storica del testo, la poderosa e naturalmente inspiegabile espansione della Santa Religione; se ne La crisi del pensiero moderno si parlava dell’attualissima e vittoriosa battaglia tra il Cristianesimo e le suggestioni filosofiche devianti che si contendono il cuore dell’uomo (modernismo incluso); questa terza opera fornisce al fedele e all’apologeta un ulteriore arsenale di armi letali contro la lunga serie di velenose fallacie dell’ateismo e dell’agnosticismo, parandone ogni colpo, senza esclusione.
Nonostante abbia cent’anni, L’esistenza di Dio mantiene tutta la sua freschezza e persuasività argomentativa: smonta la prosopopea positivista e materialista, disinnesca i giochi verbali della filosofia moderna e contemporanea, ridicolizza i “liberi pensatori”. Sembra, insomma, scritta per ribattere agli odierni delirii autoreferenziali dell’uomo senza Dio, che – convinto di essere originale – scimmiotta errori stravecchi, mille volte confutati.
E quasi a rispondere alle fallimentari apologetiche contemporanee, tanto discutibili quanto inani, Mons. Ballerini annotava: «Non c’è […] idea che abbia una base più oggettiva e inconcussa di quella di Dio. Essa ha per base lo stesso universo. […] Poiché a che si riduce tutta la questione fra noi e gli increduli? A sapere se l’universo esiste da sé, ovvero ha ricevuto la sua esistenza da altri. Se ha ricevuto da altri la sua esistenza, vuol dire che è prodotto, è creato; e se prodotto e creato, vuol dire che necessariamente suppone l’esistenza di una causa creatrice.
Si potrà qui domandare come possiamo noi sapere se la realtà cosmica sia improdotta o prodotta. Lo vedremo in seguito considerando i caratteri dell’universo, dai quali apparirà la dipendenza di tutto il mondo da Dio come effetto da causa.
Per ora osserviamo soltanto che il concetto di Dio è quello di causa prima. È questo l’insegnamento di tutta l’antichità. […] Per conseguenza non si può dare altra dimostrazione all’infuori di quella che poggia sul principio di causalità. Solo per questa via si giunge all’essere trascendente e realmente distinto dal mondo: in tutte le altre ci troviamo sempre impigliati nell’essere immanente».
Nel parlare di questioni di scienza, il testo rimane ovviamente aggiornato a circa un secolo fa. L’Autore, essendo un pastore prudente, avvertì che le conoscenze sarebbero avanzate e che bisognava stare alle intramontabili questioni epistemologiche. A beneficio dei lettori abbiamo perciò corredato il precedente La crisi del pensiero moderno di un’apposita Appendice. Piccolo vademecum antiscientista, cui rimandiamo all’occorrenza.
Nella speranza di aver rinnovato e messo a disposizione una potente munizione per la vostra buona battaglia, vi auguriamo una fruttuosa lettura.
>>> L’esistenza di Dio <<<
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