Dalla Istoria della Sacrosanta Patriarcale Basilica Vaticana del sacerdote Filippo Maria Mignanti, Benefiziato della medesima (Roma-Torino, 1867, vol. II, pp. 62-63)
Questa sacra immagine era stata dipinta sul dorso della terza colonna a sinistra di chi entrava nella Basilica, prossima al pilo dell’acqua benedetta, da un antico pittore, il cui nome non è giunto fino a noi, ed avendo incominciato ad operare miracoli nel 1575, chiamò a sé la devozione de’ fedeli che in numero prodigioso accorrevano a chiederle grazie, o a rendergliele per quelle ricevute. Mosso a tanta devozione Monsignor Ludovico Bianchetti, maestro di Camera di Papa Gregorio XIII allora regnante, volle che a sue spese venisse eretto a piè di quella colonna un altare ornato come conveniva alla sua pietà e divozione verso Maria Vergine, ed alla dignità della Basilica Vaticana in cui era Canonico.
Tale altare stette in piedi un trent’anni circa, fino cioè al principio del pontificato di Paolo V, in cui dovendosi indeclinabilmente demolire quanto rimaneva della Basilica vecchia, venne la volta anche di questo di cui discorriamo. E siccome volevasi conservare ad ogni costo quella devota immagine della Regina del cielo, così fu veduto e trovato modo di segare quella colonna, e quindi il giorno della sua Purificazione, 2 Febbraio 1607, fu solennemente trasferita al luogo apparecchiatole, vale a dire all’altare ove presentemente si venera, avendolo a sue spese fatto ornare il Card. Lorenzo Bianchetti, fratello del precedente Monsignore Ludovico, e poi il 4 Febbraio 1645 fu coronata dal R.mo Capitolo Vaticano.
Essa sacra immagine era sedente, ed aveva il benedetto Gesù nel suo seno. Sopra alla medesima era la figura di un Dio Padre con le braccia protese verso il Bambino, quasi in atto di invitarlo a volare dal seno della Madre nel suo. Alle spalle della Vergine era un vecchio venerando dalla testa calva, dalla barba prolissa e candida, in atto di ammirazione, ai cui piedi era un mantello ed un bastone ad esso appartenenti, dal che si faceva manifesto questo vegliardo non rappresentare altri che il Patriarca S. Giuseppe. Nello spazio fra la Vergine santissima e l’Eterno Padre erano degli Angeli. Ora di tutte queste immagini non fu conservata che quella della Vergine e del suo Bambino, e con iattura inestimabile andarono tutte le altre miseramente perdute.
Quest’altare fu poi consacrato ai 14 Novembre del 1666 dal Card. Francesco Barberini Vescovo di Porto, Vicecancelliere di Santa Chiesa ed Arciprete della Basilica, e lo fu di nuovo ai 13 Gennaio 1727 da Papa Benedetto XIII, che vi pose le reliquie dei SS. Martiri Urbano e Perpetua, ed accordò anni 50 ed altrettante quarantene d’indulgenza, a coloro che nel giorno in cui fu consagrato lo avessero visitato; esso è pure uno dei sette altari.
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fonte immagine vaticannews.va