Maria qual madre del Creatore concorse al ristoramento del mondo. Considera che Dio nella sua eternità decretava la creazione del mondo; un paradiso di beni all’uomo, acciocché da questo fosse glorificato col soggettarglisi. Ma l’uomo sarebbe stato prevaricatore; e il mondo materiale cangiava d’aspetto, e si faceva per l’uomo ribelle tutt’insieme obbietto, cagione ed occasione di fatica e miseria. Così mentre la natura avrebbe vendicato l’affronto del Creatore, a sua volta il mondo morale diventavagli campo d’immensi disordini; poiché l’anima destinala a reggere gli appetiti del corpo, e servire a Dio, si farebbe schiava volontaria dei sensi, e del nemico dell’umana natura. Oggetto a Dio d’ingratitudine, di odio, di vendetta! Ciò non ostante la sua infinita misericordia trionfò sulla giustizia ; e decretando farsi uomo per la redenzione dell’uomo, tosto sul principio de’ suoi misericordiosi decreti si fissò in Lei che si sceglieva per madre, e in cui avrebbe profuso copia tanta d’ogni sorta di beni di natura e di grazia, che essa sola coprirebbe con la sua bellezza e santità tutte le deformi brutture onde sarebbesi fatta abbominanda la terra. Iddio non vedeva più presso che inutile la sua fattura; dappoiché Maria sarebbe stata Luce che ne avrebbe diradate le fitte tenebre: luminosissimo astro assai più vago e incantevole, quanto più appariscente in mezzo a scuri ed ombre. Cosi suole operare sapientissimo Artefice, a cui guastato per altrui colpa il suo lavoro già condotto a perfezione, non lo distrugge per ciò, ma tal vi appone un fregio correttivo del guasto recatogli, che di leggieri in esso, col contrapposto del male, scorgasi l’arte finissima di chi ad una fattura già deformata aggiunse con la sua mano maestra un finimento che sorpassa l’eccellenza del lavoro stesso, avvegnacché conservato si fosse nella primiera sua bellezza. In lei dunque vagheggiando un pelago di grandezze, e di nuovi pregi ammirevolissimi, la primogenita in dignità e bellezza tra le pure creature; per Lei decretava di creare tutte le altre. Ego primogenita prodivi ex ore Altissimi …. Dominus possedit me in initio viarum suarum ( Parab. Sal. c. 9); avendola perpetuamente a compagna nell’intiera sua opera, quasi da lei incoraggiato, mercé la sorprendentissima sua beltà e dignità, a non desistere dalla creazione, cui l’uomo colpevolmente digraderebbe: quando praeparabat coelos; quando circumdabat mari terminum suum; quando appendebat fundamenta terrae; cum eo erum cuncta componens. Cosi è di fatti. Se Dio a capo della creazione aveva presente il Redentore, non poteva scompagnarlo dalla madre Corredentrice; . la quale schieravagli innanzi i pregi infiniti aggiunti all’opera della creazione con l’Incarnazione e la vita del Verbo; al che avrebbe volonterosamente in si gran parte concorso. Per tal maniera il mondo era ristorato delle sue perdite: le creature materiali erano per Maria; Maria pel Creatore a cui somministrerebbe l’essere umano; e questi al mondo fisico e morale avrebbe dato un nuovo lustro di magnificenza e di gloria. Ubi autem abundavit peccatum, superabundavit et gratia (Rom. V, 20). Non fia pertanto meraviglia, se alla madre del Creatore si applichino le parole dirette da Santa Chiesa all’universal Redentore: O felix culpa, quae talem ac tantam meruit habere Redemptricem! Rallegrati con Maria degli eccelsissimi suoi pregi, e ringraziala della parte che ebbe nel ristoramento delle umane ruine. Pregala a non isdegnare, Madre essendo di Dio Creatore, di pregarlo a conservarti quella grazia di che fece dono all’anima tua.

PREGHIERA

Impotente, o Madre, di fissare lo sguardo nella sublimissima vostra dignità, profondamente adoro il mistero che si compié nel vostro seno, e Madre vi riconosco e venero del mio Creatore. Ben vel meritaste titolo sì glorioso, ed onore che ha dell’infinito; stante che più d’ogni altra creatura contribuiste alla divina gloria e alla salute delle anime , dal primo istante dell’immacolato vostro concepimento insino a morte. O quanto sono dissimile da voi, della quale pur mi pregio e vanto divoto! Voi lo sapete o madre, ed io arrossisco pensando alla infedeltà mia verso il Creatore, e alla fredda corrispondenza alle sue graziose, beneficenze. Perfido! Quante volte giunsi benanche ad essere altrui occasione di peccato. Ma felice per altro che ho. per madre la madre del mio Creatore! Ah! nulla potrà negarvi chi diede a voi quel dono incomprensibile d’essergli Madre. Concedetemi quest’unica grazia, o Madre del Creatore, ch’io non cessi mai di ricorrere a voi: sarà questo il segno della mia predestinazione ed il fonte donde scaturirà nel mio cuore ogni grazia necessaria per glorificare il mio Creatore, e adoperarmi allo spirituale vantaggio dei miei prossimi. Madre del Creatore, pregate per me.

Padre Pasquale Grassi, Le litanie della santissima Vergine spiegate e proposte in forma di considerazioni, Napoli, 1859, pp. 80-81, 84-85



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