Una lettera di Mons. Fra Salvator Angelo Demartis, Vescovo di Galtellì-Nuoro dal 1867 al 1902, in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale di Torino del 1895.

Ad onore e gloria di Gesù Sacramentato riferisco alla S.V. II.ma il seguente fatto perché se è possibile se ne tenga conto negli atti del Congresso Eucaristico tenutosi in codesta città nel settembre scorso anno in cui la S.V. volle rappresentare la mia povera persona.
Nell’aprile del 1872, una miriade di cavallette invase le campagne del Nuorese, distruggendo tutti i verdi seminati e le piante fruttifere. Il buon popolo che aveva fede nel suo buon Dio raccolse la somma di lire 500 per esibirle ad un Sacerdote extradiocesano onde fare i relativi scongiuri ed esorcismi. Non potendo e non volendo permettere simile simoniaco patto, mi vi opposi con tutte le forze dell’animo, facendo anche ufficii presso la Sottoprefettura perché fosse fatto allontanare il Sacerdote simoniaco. Furono dal detto ufficio appagate le mie brame, però il popolo tumultuante sì presentò alle porte del mio Episcopio reclamando contro il mio divieto.
Fu allora che io invitai lo stesso popolo a recarsi alle chiese per riconciliarsi con Dio e poi scongiurarlo perché allontanasse da noi un tale flagello. Però non reggendomi il cuore nel vedere tanta devastazione che si produceva alla campagna da sì immondo animale, e quasi come uomo che tenta Iddio, da fede animato, risolsi di scongiurarle con l’Ostia consacrata.
Infatti dal giorno 26 o 27 di dello mese ed anno privatamente nella Cappella Vescovile, alla presenza dei soli miei domestici – che sono pronti a giurarlo – per tre giorni feci lo scongiuro contro le cavallette con l’Ostia Eucaristica adorabile, proferendo le seguenti parole: Salve, salus mundi, Verbum Patris, hostia sacra, viva caro, deitas integra, verus homo, dextrue, dissipa locustas istas ne unquam ipsae dominentur in mea Dioecesi.
Ah divina potenza Eucaristica! Ripetuto lo scongiuro nel secondo giorno di repente una nuvola oscurò il sole in guisa che chi vide credette ad un improvviso e subitaneo eclisse. Erano invece le cavallette che, scosse dall’anatema su di esse lanciato in nome dell’Onnipotente si levarono a volo e velarono come nube il sole, abbandonando le campagne di Nuoro; erano le locuste che fuggivano la benedizione di Dio Sacramento. Né da quell’anno sono venute più a le nostre terre mentre quelle delle confinanti Diocesi ne sono continuamente devastate.
Non aggiungo più verbo perché il fatto, non ignoto a tutta Nuoro, è superiore ad ogni commento.
Coi sensi di stima mi ripelo

Della S.V. Ill.ma e Molto Reverenda
✠ Fr. SALVATORE ANGELO DEMARTIS
Vescovo di Nuoro

Testo raccolto da Giuliano Zoroddu



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