Riprendiamo e offriamo ai Lettori un bell’estratto del testo San Pietro, principe degli Apostoli. Vita ed osservazioni (Roma-Torino, 1867) scritto dal Teologo Sacerdote Vincenzo Gregorio Berchialla (1825-1892), degli Oblati di Maria Vergine, Arcivescovo metropolita di Cagliari dal 1881 alla morte.

CAPO XVI.
Privilegi sovrani di S. Pietro (1)

Privilegio I. Egli è la pietra ed il fondamento della Chiesa. «Cristo è, dice S. Leone, la vera pietra, la pietra invincibile sulla quale è fabbricata la Chiesa che non crolla mai; ma anche Pietro è quel sasso fondamentale che riceve da Cristo la forza: onde quello che è proprio di Gesù per natura divien proprio di Pietro per la participazione (2). Togli il fondamento e rovina la casa: togli Pietro e la Chiesa non è più. Gli scismatici e gli eretici fabbricaron senza Pietro, e fabbricaron sulla rena.

Privilegio II. S. Pietro è capo, reggitore e giudice degli Apostoli, i quali, comunque da Gesù Cristo eletti ed ordinati , anzi posti come fondamenta della Chiesa, pur doveano sottostare al loro principe ed aspettarne i cenni. Perciò «S. Paolo, predicator della verità, e tromba dello Spirito Santo, corse da Pietro affinché le controversie legali insorte ad Antiochia, da Lui fossero sciolte (3).» Un solo uomo, dice S. Evodio, fu battezzato da Gesù Cristo, cioè Pietro, il quale battezzò poi Andrea, Giacomo, e Giovanni, e questi tutti gli altri (4).

Privilegio III. S. Pietro è il gerarca supremo da cui dimana tutto l’ordine gerarchico dei Patriarchi, de’ Vescovi, de’ Sacerdoti e de’ Chierici. «Da lui, dice S. Innocenzo I, tutto l’episcopato e tutta l’autorità di esso deriva (5)» e S. Leone il grande: «se qualche cosa di comune volle Iddio che Pietro avesse cogli altri principi del popolo cristiano, non mai loro lo concedette senza Pietro, ma per lui essi hanno tutto quello che Iddio loro diede (6)». Quindi quel comune accordo, e quell’accentramento di potere che nella Chiesa si ammira da tutti i secoli: i vescovi dipender da Pietro perché li regga e li istruisca: Petre, doce eos; ed il Papa chiamar suoi fratelli i vescovi, ma loro ampliare o stringer la giurisdizione a misura che i tempi e le circostanze lo richieggono.

Privilegio IV. A Pietro è concessa l’assistenza infallibile dello Spirito Santo, perché non ne manchi giammai la fede ut non deficiat fides tua (7). Quindi è quel condannar che i Papi fanno tutte l’eresie nascenti; l’approvar che fa la Chiesa qualunque cosa è definita dai Papi, ed il ricorrere a Pietro i vescovi di tutto il mondo nelle controversie di fede. «Ogni volta che la ragion della fede è discussa , dice S. Innocenzo, io credo che tutti i nostri fratelli Vescovi non ricorreranno mai ad altri che a Pietro, cioè a Colui che è del loro nome e della lor dignità autore (8)». Scorri le antiche e le nuove istorie e vedrai che da S. Pietro che condannò Simon Mago, fino a Pio IX. che condanno Nuytz tutte l’ eresie per autorità dei sommi pontefici furono sconfitte; e così sarà fino alla fine dei secoli.

Privilegio V. Pietro ed i suoi successori in sé rappresentano la persona e l’autorità di Cristo, come un viceré la persona del sovrano. Egli è perciò che nella vita, ne’ miracoli, nella predicazione e nella morte, S. Pietro fu somigliantissimo a Cristo: «lo vengo a Roma ad esser crocifisso per te, disse il Divin Redentore a Pietro, perché essendo già Egli stato crocifisso realmente nel suo corpo, ora voleva esser crocifisso nella persona dell’Apostolo (0)». Così bellamente spiega S. Gregorio l’incontro di Pietro col suo Signore nella via Appia. Pietro adunque fu crocifisso come Gesù, per regnare su tutto il mondo dalla Croce come Gesù; e fu crocifisso in Roma «affinché, dice S. Massimo torinese, là dove era il capo della superstizione, riposasse pure il capo della santità (10)».

Privilegio VI. Pietro ed i suoi successori governano la Chiesa come monarchi. Tutto il creato è una monarchia, perché Dio solo impera e governa; il mondo è una monarchia, perché il sole splendidissimo lo rischiara; la Chiesa è una monarchia, perché Plettro solo, a nome e coll’autorità di Gesù Cristo, lo regge. «Un solo è Dio, un solo è Cristo, dice S. Cipriano, una sola la Chiesa, una sola la cattedra fondata su Pietro dalla voce divina. Non si può costituire un altro sacerdozio non ergere un nuovo altare, fuor del solo sacerdozio, del solo altare. Chiunque altrove raccoglie, sparge (11)». Cioè, dice S. Girolamo, chiunque, con te, o sommo pontefice, non raccoglie, sparge; chi non è di Cristo, è dell’anticristo (12)».

Privilegio VII. Il principato di Pietro è il più sublime e più ampio assai che non sia quello di tutti i regi e gl’ imperadori : tutti i cristiani del mondo gli son sottomessi; gl’infedeli stessi da Battro a Tile gli son confidati, perché li converta; i principi stessi a lui son sudditi per ogni ragion di fede e di costumi.
Quindi S. Prospero cantava:

Sedes Roma Petri, quae pastoralis honoris
Facta caput mundi, quidquid non possidet armis
Relligione tenet.


A Roma ha Pietro la sua sede, e, fatta
Capo e Reina dell’onor superno
De’ cristiani pastor, se non trionfa
Colle armi sanguinose, colla fede
L’universo governa. (13)

«A Pietro, dice S. Cirillo, per divin cenno, tutti inchinano il capo, ed i grandi stessi a Lui, , come a Cristo Gesù, obbediscono (14)».

Privilegio VIII. L’autorità di S. Pietro s’estende fino al di là della terra sulle anime del Purgatorio, aprendo loro il cielo; e le chiavi che gli furon concesse da Gesù benedetto non pure servono a chiudere e aprir il paradiso ai viventi per mezzo della giurisdizione universale che stabilisce le censure, riserva i casi, dà le penitenze canoniche, scioglie i debiti delle pene temporali con le indulgenze; ma servono altresì ad applicare ai defunti, per maniera di suffragio, i meriti di Cristo, di Maria Vergine, e dei santi, de’quali meriti egli è come l’universal depositario e l’amministratore « Pietro è, dice il Crisologo, custode della fede, pietra fondamentale della Chiesa, portinaio de’ cieli» (15).

Privilegio IX. Il poter di Pietro passò inviolato a tutti i suoi successori e, dopo diciotto secoli, dimora sempre lo stesso, mentre degli altri Apostoli i successori più non esistono, ed i patriarcati stessi furono o distrutti o rinnovati. Per ciò S. Pier Crisologo non dubitò di scrivere ad Eutiche « Pietro vivere sempre e presiedere nella sua propria sede, ed a tutti insegna di quinci la verità (16). A ragione adunque fra tante sedi che son nell’universo , niuna è chiamata apostolica, tranne quella sola di Roma, perocchè niun altro vescovo può provare una succession non interrotta che risalga fino a qualche apostolo. E se la Chiesa debbe fra le altre note, aver l’apostolicità, essa le ha certamente per mezzo di Roma che è, dice S. Cipriano, «la cattedra di Pietro, la Chiesa principale, dalla quale è nata la sacerdotale unità (17)».

Privilegio X. Non vi fu ne’ secoli andati veruna potestà ne patriarcale, né sacerdotale che si potesse comparar a quella di Pietro: «Tu sei, diceva S. Bernardo al papa Eugenio III, tu il gran sacerdote, tu il pontefice sommo, tu il principe de’ Vescovi, tu l’erede degli Apostoli. Tu sei per primato Abele, pel governo. Noè, pel patriarcato Abramo, per l’ordine Melchisedecco, per la dignità Aronne, per l’autorità Mosè, pel giudizio Samuele, per la potestà Pietro, per l’unzione Cristo (18).

Privilegio XI. Per l’autorità di S. Pietro furon fondate per tutto il mondo le varie Chiese: e per la medesima autorità, non mai interrotta nei successori di Pietro, son mandati i vescovi in tutto il mondo, e le nuove diocesi create. Ecco un cenno dei vescovi mandati da Pietro: alla Sicilia Pancrazio, Marciano, Berillo; a Capua Prisco; a Napoli Aspreno; a Terracina Epafrodito; a Nepi Tolomeo; a Fiesole Romolo; a Ravenna Apollinare; alle Gallie Marziale; a quei di Colonia Materno; a’ Remesi Sisto; agli Arelatesi Trofimo; a Magonza Crescenzio; alla Germania Eucario, Egisto, Mariano. Alle Spagne Torquato, Ctesifonte, Secondo; a’ Cartaginesi Crescente; agli Alessandrini Marco; a Tebe Rufo; agli Inglesi stessi Giuseppe quel d’Arimatea secondo le antiche storie. Di che S. Innocenzo I poté asserire con ragione «esser manifesto che per tutta Italia, le Gallie, la Spagna, l’Africa, la Sicilia, e le isole di quel mare, niuno fondò veruna Chiesa, tranne quelli cui o S. Pietro, od i successori di Lui crearono sacerdoti (19)».


(1) Cornel. a Lap. in Ep. B. Petri
(2) Serm. 3. de anniv. pontific. sui.
(3) Theodor. Epist. ad Leon.
(4) In Epist. Φῶς.
(5) Ep. ad Concil. Carthagin.
(6) Serm. 3. de assumpt. sua.
(7) Luc. XVI.
(8) Epist. ad Conc. Miles.
(9) In psalm. 4. Poenit.
(10) Serm. 5. de Nat. SS. Apost.
(11) Epist. 8. ad Plebem.
(12) Epist. 1. ad Damasum.
(13) Carm. de Ingratis.
(14) In Thesauro.
(15) Serm. 107.
(16) In act. Conc. Chalced.
(17) Ep. ad Corn. Pont.
(18) Lib. 2. de Consid.
(19) Epist. I



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