da La stella del Carmelo. Periodico carmelitano (IV – 3- marzo 1877)

Ora il diavolo, che tende insidie, che adopra tanti mezzi, che usa tanti modi e strattagemmi; il diavolo ha il nome di Satana, nome generico comune, che significa avversario, e che conviene a tutti gli spiriti infernali, val a dire ai demonii, i quali sono sempre accaniti nostri avversarii e feroci nemici tutta rabbia e livore contro di noi. Desiderosi sempre grandemente della nostra eterna rovina, congiurano instancabili a nostro danno; e guai se Dio non rattenesseli lor permettendo tanto e non più. Eglino ribellandosi al loro Creatore hanno perduta la grazia, ma non già la natura sublime in che puri spiriti e sgombri di salma superano l’uomo d’assai per intelligenza e potere.

Laonde il Principe degli Apostoli, il Vicario del Pastore Gesù Cristo, nella lettera al capo V scritta agli Ebrei convertiti dell’Oriente avverte a star vigilanti ed in guardia e “Vegliate – dice – vegliate perché il diavolo nostro avversario, come lione che rugge, gironza cercando chi divorare, a cui resistete forti nella Fede”.

E noi abbiamo ben donde rinfrancarci a resistere per superare gli agguati e le insidie e per vincere sicuramente ogni assalto. Il Signore nella sua infinita misericordia e bontà, oltre l’Angelo che ci diede custode, ci provvide di aiuti spirituali non pochi e di mezzi attissimi a difenderci, che sono siccome armi valevoli di che la Chiesa ci fornisce a dovizia. E tali armi abbiamo per certo nella professione ripetuta di nostra Fede, nelle preghiere, ne’ sacramentali, ne’ sacramenti, segno augustissimo del Cristiano, nel segno cioè della Croce, nel nome di Gesù santo e terribile, nome sopra qualunque nome, innanzi a cui dee piegarsi ogni ginocchio in cielo in terra e nell’inferno.

Ma, e che diremo del nome di Maria, per noi caro e dolcissimo ed orrido e spaventoso ai Demonii? È questo ad essi fatale e tanto più l’abborriscono e sfuggono, in quanto che essendo Maria una pura creatura; tuttavolta, proferito appena, dietro a sé lascia una copia misteriosa di vivissima luce, di che festeggia il paradiso, rallegrasi il mondo, treman gli abissi. Alla sua invocazione freme agghiadato Satanno, in esso rammenta l’inimistà implacabile di colei che pura, immacolata, tutta santa e perfetta, è chiamata torre d’avorio pel suo splendente candore, e per la sua invitta trionfatrice fortezza torre davidica, edificata co’ suoi baluardi da cui pendono mille brocchieri e tutta l’armatura dei forti.

Maria e sì! … Maria è la donna forte, la benedetta fra tutte le donne, è la scelta da Dio, è quella che schiacciò l’altero capo a quel serpente seduttore maligno per cui, nella colpa d’origine, tutta bruttossi la figliuolanza di Adamo; e che, resa madre del Salvatore, è addivenuta ancor madre nostra, madre del bell’amore e della santa speranza, alla quale né volontà può mancare, né poter di soccorrerci. Maria … O Maria … Quanto è dolce il tuo nome! Questo nome è sicuro, sì consolante per noi, che è più di mele alla bocca, più di melodia all’orecchi, più di giubilo al cuore. Per contrario è sì terribile alle potenze infernali, che al solo invocarlo fuggono spauriti i Demonii, secondo si esprime Tommaso da Kempis, come da un fuoco che brucia e rimangono sconfitti. Questo nome sì caro e potente e della piu viva fiducia dovremmo noi invocar di continuo poiché di continuo siamo esposti a pericoli, assalti ed offese.

Ma come, se a ciò non ci troviam sempre portati e desti e solleciti e pronti?

A tale effetto, un bel mezzo opportunissimo, un supplemento efficace e facile abbiamo noi nello scapolare di Maria SS.ma del Carmine. Portandolo indosso ne facciamo per così dire una implicita morale, non interrotta invocazione e mostriamo così come una protesta costante della nostra fiducia nel patrocinio di lei, rammentandole per tal modo le sue promesse e presso che stimolandola al suo onore, pel segno di confratellanza e di speciale affetto e di peculiar protezione donato a quel gran santo carmelitano Simone Stok, di nazione inglese, illustre per nobiltà di natale, ma più illustre ancora per la sua innocenza e per le sue esimie virtù.

I Demonii san bene che a lui apparve la Vergine tante volte invocata nel fervor del suo spirito e che in mezzo a luce risplendentissima e tra una moltitudine di angelici cori parlandogli, “Ricevi – gli disse – o dilettissimo figlio, lo Scapolare; ecco l’insegna del tuo Ordine; ecco un pegno di salute; ecco un patto di perpetua alleanza per te e la mia Confraternita”. Una rivelazione di tanto conforto, riflette il P. Croiset d. C. d. G., e interessante, fatta ad un uomo sì santo; appena fatta pubblica, mosse i re ed i popoli a desiderare a gara di vestirsi dell’abito santo, ch’era considerato come un abito di salute, arrolandosi al servizio della Vergine. I miracoli stupendi che Iddio operò per far vedere quanto questa divozione gli fosse grata accrebbero il religioso desiderio. Così si può dire che fra tutte le pratiche di pietà che sono state ispirate a’ fedeli per onorare la Madre di Dio, non ve ne fu alcuna tanto potente quanto quella dello Scapolare, poiché pare non esservene alcuna che sia tanto confermata da tanti stupendi e sì autentici miracoli. Non è meraviglia pertanto che il S Scapolare o abitino della Madonna SS. del Carmine sia terribile ai Demonii. Adunque

Salve, del re d’Averno alta nemica,
Terribile com’oste armata in campo,
Del Carmel protettrice,
È tua livrea per noi sicuro scampo.
Chi l’indossa è felice,
Né d insidie infernal fia che paventi
Se divoto lo miri e te rammenti.



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